Sul Referendum Giustizia 2022 Silvio Berlusconi ha ragione
Il leader di Forza Italia tuona sulla mancata informazione, ma è vero che il referendum è tutt'altro che inutile: la giustizia italiana deve iniziare a cambiare e questo è il primo passaggio.
L’appello di Silvio Berlusconi al voto sul referendum non è – chiaramente – un appello qualunque. La storia politica dell’imprenditore e leader di Forza Italia e il suo controverso rapporto con la Giustizia sono da sempre intrecciati. È chiaro che, quindi, la sua opinione assume peso e interesse diverso agli occhi degli italiani: Berlusconi ha segnato diversi decenni della storia italiana da protagonista e in più di un’occasione si è arrivati a confondere e mischiare quelli che erano gli scontri con i magistrati con il dibattito sulla riforma della giustizia.
Quindi è chiaro che il 4 volte ex Presidente del Consiglio non le manda certo a dire su un paio di temi a lui cari, in primis il leit-motiv di lungo corso della separazione delle carriere dei magistrati. Non a caso, Berlusconi dice che sono questioni che dilaniano lo Stato da almeno 30 anni (più o meno, quindi, dalla sua famosa discesa in campo).
Ma va ammesso che, comunque la si pensi, i temi sollevati sono tutt’altro che irrilevanti.
Il silenzio sul referendum giustizia
Nel suo accorato intervento (sopra, il video ricondiviso sui canali social) Silvio Berlusconi lamenta due grandi problemi:
- l’assenza di comunicazione sui temi del referendum giustizia 2022;
- la decisione di dedicare al referendum un solo giorno (quello del 12 giugno);
Se a sostenere la posizione di Berlusconi sull’assordante silenzio mediatico negli scorsi giorni è arrivata a più riprese l’AGCOM (ne abbiamo parlato in questo articolo), è anche vero che nemmeno “l’emittente di famiglia“, Mediaset, ha brillato in quanto a copertura informativa dei temi legati al referendum e la spiegazione dei quesiti referendari. Certo, è anche vero che Mediaset rispetto alla RAI in tal senso ha comunque brillato e senza gli stessi vincoli morali di pubblico servizio.
Per quanto riguarda invece la scelta del singolo giorno, bisogna ricordare che il giorno destinato ai quesiti referendari è quello destinato anche alle elezioni amministrative 2022 (tra i maggiori Comuni al voto per rinnovare le amministrazioni cittadine Palermo, Genova, L’Aquila, Parma e anche Monza la cui squadra di calcio è proprio della famiglia Berlusconi). Senza questa dovuta accortenza (anche per ottimizzare i costi) raggiungere il quorum sarebbe stato probabilmente un’impresa ancora più ardua.
… ciò nonostante Berlusconi ha ragione
Quello su cui invece l’ex Cavaliere ha ragione da vendere è sul fatto che andare a votare è importante. Non solo perché andare a votare è sempre importante e esprimere la propria opinione è un esercizio di quella democrazia di cui spesso si parla male in maniera del tutto inconsapevole. Ma perché, in effetti, i temi sollevati non sono così trascurabili, tutt’altro.
In tempi non sospetti abbiamo deciso di tradurre i quesiti referendari in questo articolo per rendere più semplice il voto (abrogativo). Il silenzio denunciato da Berlusconi e confermato dai dati dell’Autorità Garante delle Comunicazioni non ha permesso di fatto ai cittadini di farsi una idea strutturata del peso di un determinato voto.
La scheda rossa che verrà consegnata ai votanti, ad esempio, potrebbe essere lo strumento con cui si potrebbe abolire la Legge Severino. Se, raggiunto il quorum, prevalesse il sì si cancellerebbe in toto la legge che porta il nome dell’ex Guardasigilli Paola Severino e che in questi anni ha precluso per chi è stato condannato in via definitiva per delitti (non colposi) l’accesso a cariche elettive o di Governo.
La scheda gialla è altrettanto importante e con un sì sancirebbe de facto la tanto discussa separazione delle carriere dei magistrati. Proprio uno dei ritornelli della storia dei Governi Berlusconi: votare sì vuol dire essere d’accordo che pm e giudici debbano percorrere due carriere diverse, evitando così che lo stesso magistrato salti da accusa a giudice e viceversa più volte nella carriera.
La scheda arancione serve ad esprimere il proprio parere sulla custodia cautelare. In pratica, con un sì si afferma che il rischio di reiterazione del reato non è un motivo tale da prevedere misure preventive di limitazione della libertà. Infine, le schedi grigio e verde rispettivamente chiedono ai votanti se dare la possibilità agli avvocati di valutare e votare in tema di operato dei magistrati nei Consigli giudiziari e se non sarà più necessario presentare le firme affinché un magistrato si candidi al Consiglio Superiore della Magistratura.
È palese che, comunque la si legga, questo non è un voto di poco conto.
La giustizia italiana vista da fuori
Ed è importante che, oltre indignarsi quando capita, gli italiani si rendano conto che la giustizia italiana ha dei problemi, e anche gravi, che potenzialmente (e anche in questo Berlusconi ha ragione) potrebbero riguardare ognuno di noi.
Lo scorso 8 luglio l’UE (nella fattispecie la Commissione Europea) “dava i voti” ai sistemi di giustizia dei Paesi membri e l’Italia si è posizionata spesso agli ultimi posti. Lenta, inefficiente, con pochi giudizi e troppe sospensioni, finanche digitalmente in affanno. E, non a caso, il PNRR tra gli asse chiave vede proprio l’efficientamento della giustizia italiana, e in questo caso sono in ballo anche fondi ritenuti indispensabili dai Governi che si sono succeduti negli ultimi anni.