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Assegno unico, cambiano importi a marzo: ecco come

Marzo è il mese dell’adeguamento dell’Assegno unico e universale, adeguamento comprensivo dei conguagli maturati da inizio anno e che era già atteso negli scorsi mesi, complice la rivalutazione legata all’inflazione (calcolato quindi sulla base dell’8,1%).

Atteso già nei mesi di gennaio e febbraio, l’adeguamento dell’Assegno unico e universale è stato posticipato proprio per l’allineamento dell’importo dovuto. A queste circostanze vanno aggiunte le situazioni atipiche in cui potrebbero esserci trattenute o rimborsi delle somme percepite: un caso su tutti è quello che riguarda i beneficiari del reddito di cittadinanza che sono in attesa degli arretrati dell’Assegno unico per il periodo in cui non era ancora disponibile il modello Rdc/Com/Au necessario a fornire indicazioni indispensabili per l’importo da erogare nei casi specifici.

Resta comunque per tutti la modifica dell’importo base dell’Assegno unico e universale. Vediamo come.

Importo dell’Assegno unico, quanto mi spetta?

L’importo dell’Assegno unico e universale varia in base all’ISEE e alla presenza di maggiorazioni. Se non si è presentato e/o rinnovato l’ISEE entro la fine di febbraio, l’importo minimo dell’assegno unico viene calcolato in questo modo:

  • quota base figli minori: 54,10 euro;
  • quota base figli maggiorenni: 27 euro;
  • maggiorazione figli successivi al secondo: 16,20 euro;
  • non spetta la maggiorazione per le famiglie dove entrambi i genitori lavorano.

Ci sono, tuttavia, maggiorazioni che non dipendono dall’Isee, come quella per i figli con disabilità e quella per i figli di età inferiore a 1 anno, che prevede un ulteriore incremento di 27,05 euro mensili per i primi 12 mesi di vita del bambino.

La maggiorazione per i figli di età inferiore a 1 anno spetta solo se l’Isee è inferiore a 40.000 euro e fino ai 3 anni se nel nucleo familiare ci sono almeno 3 figli.

Cosa succede se non ho presentato il rinnovo dell’ISEE?

Altra data importante, però, è quella ormai passata del 28 febbraio, che rappresentava il termine per il rinnovo dell’ISEE per i beneficiari della misura.

Cosa succede quindi se l’attestazione ISEE non è stata presentata? Dall’INPS informano che l’assegno verrà comunque pagato, ma solo per l’importo minimo.

Ciò non significa che non sarà più possibile richiedere l’ISEE per incrementare l’importo dell’Assegno unico. La data da segnare per gli sbadati è quella del 30 giugno 2023. Se entro il 30 giugno verrò presentata l’ISEE aggiornata sarà comunque possibile – per i richiedenti – ricevere gli arretrati dei mesi precedenti in un’unica soluzione.

Ulteriori informazioni sulle modalità di richiesta degli arretrati sono reperibili sul portale dell’INPS.

La specifica INPS riguardo l’Assegno unico per famiglie con genitori vedovi

L’INPS ha anche informato nelle scorse ore che prevede una novità in merito all’applicazione dell’Assegno unico e universale per i figli a carico nelle famiglie vedovili.

La normativa prevede un aumento di 30 euro al mese per ogni figlio per le famiglie con due genitori che lavorano, al fine di favorire l’occupazione femminile. Tale aumento viene pagato integralmente per un ISEE fino a 15.000 euro, ma diminuisce per ISEE superiori, fino ad azzerarsi per ISEE superiori a 40.000.

Tuttavia, l’INPS specifica che il bonus sarà erogato automaticamente alle vedove e ai vedovi, d’intesa con il Ministero del Lavoro, per i decessi del secondo genitore lavoratore avvenuti nel relativo anno in cui l’assegno è stato riconosciuto.

La nota completa qui.

Redazione

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