Società

Il Covid ha cambiato anche i funerali (e restituito dignità alle imprese funebri)

EFI, Eccellenza Funeraria Italiana, è l'unica associazione del comparto funebre ad aver proposto un Disegno di legge ai due rami del Parlamento. A fine novembre il primo incontro post-pandemia.

In prima linea nell’emergenza Covid sin dal primo momento. Sempre al lavoro anche quando gli altri restavano a casa serrati dal lockdown. Con il cuore oltre l’ostacolo e patendo paure, ansie, pressioni. Gestendo la sofferenza e i timori altrui con empatia e professionalità. Sapendo stare accanto a chi ha perso un caro.

Bisogna annoverare i professionisti delle imprese funebri tra gli eroi dei giorni più duri della pandemia, al pari con il personale sanitario e le forze dell’ordine italiane. Spesso bistrattate o etichettate in maniera pittoresca, quasi macchiettistica, nei giorni più bui i professionisti del settore cimiteriale sono stati elementi chiave per la ripartenza dell’Italia.

Merito, certo, di una professionalizzazione sempre maggiore dell’intero comparto dettata da fattori esterni (le leggi che man mano hanno regolamentato il settore) ma anche dalla consapevolezza personale degli imprenditori che hanno trasformato le pompe funebri in aziende all’avanguardia.

In queste ore EFI Eccellenza Funeraria Italiana, nata a Bologna nel 2012 per riunire le Case Funerarie e successivamente nel 2015 tutte le Imprese Funebri che “rispondono a standard qualitativi eccellenti in termini di servizi erogati e di prodotti utilizzati”, ha convocato i suoi associati dopo lo stop delle riunioni in presenza dello scorso anno. Si torna a incontrarsi dal vivo, il 19 novembre, per discutere di cosa cambierà nel mondo post-pandemico.

“Durante la pandemia – racconta Gennaro Tammaro, dell’omonima impresa funebre associata EFI, interpellato da F-Mag – abbiamo avuto modo di comprendere ancora meglio quanto importante sia stato il fare squadra per portare le nostre istanze là dove serviva che ci ascoltassero. Non solo, ma in quel periodo abbiamo dato riprova di quanto importante sia stata la formazione del nostro personale in linea con quanto richiesto dal mercato ancor prima che dalla legge. E ancora, la capacità di innovare un settore visto sempre con sospetto, portando soluzioni digitali capaci di sopperire alla distanza in fase di lutto, sono riprova di come il comparto funebre e cimiteriale possa considerarsi un sistema d’eccellenza”.

Salvatore Salemme edited | F-Mag Il Covid ha cambiato anche i funerali (e restituito dignità alle imprese funebri)
Salvatore Salemme, segretario generale EFI

“Lo stop imposto dalla pandemia – racconta il Segretario Generale Salvatore Salemme ci obbliga oggi ad allargare il campo delle sfide che dobbiamo raccogliere. L’emergenza sanitaria, nella sua drammaticità, ha restituito la centralità del ruolo dell’impresario funebre e il know-how, oltre ogni retorica e ogni sarcasmo, che questi possono mettere al servizio della comunità. Senza il coraggio e la professionalità di tanti operatori del comparto funebre e cimiteriale la battaglia del nostro Paese al Coronavirus sarebbe stata più difficile e i tempi per uscirne più lunghi”.

EFI, del resto, è è l’unica Associazione ad aver presentato in entrambi i rami del Parlamento un Disegno di Legge per la Disciplina delle attività funerarie, a dimostrare la grande attenzione e il contributo al dibattito pubblico per rendere il settore funebre migliore e allontanare le recrudescenze di malaffare legato al racket del caro estinto. Da sempre ha perseguito la moralizzazione del settore, il rigore etico, la trasparenza, la correttezza nell’acquisizione dei servizi, un equo rapporto qualità/prezzo, la lotta al lavoro nero e alla fatturazione sommersa. Ora però c’è un altro passo da fare.

La pandemia ha palesato le criticità e le contraddizioni in cui gli operatori funebri spesso cadono, vittime di un sistema che spesso ha sorvolato sulla loro attività relegandola a secondaria.

Salvatore Salemme

Le imprese sono convocate il 19 novembre nella sede di via Savoia a Roma. Si parlerà dell’associazione ma anche del Covid, delle soluzioni trovate e del mettere a sistema le esperienze per poter guardare a un futuro diverso per l’intero comparto, ben lontano dalle immagini dello jettatore reso celebre da Totò a cui spesso è ancora tristemente associato.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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