Tecnologia

Infrastrutture digitali e servizi cloud, come partecipare al bando MISE

Il MISE lancia il bando per le infrastrutture digitali e i servizi cloud: la portata è Europea, i requisiti sono stringenti. Ecco come partecipare

Progetti altamente innovativi, in ambito digitale e in particolare relativi alle infrastrutture digitali e servizi cloud, al fine di promuovere investimenti in Italia in grado di sviluppare nuove tecnologie o prodotti associati alle seguenti applicazioni: protezione dei dati, cybersecurity, smart mobility, efficienza energetica e sostenibilità ambientale, industria 4.0, aerospazio e salute. È questo ciò che cerca il Ministero dello Sviluppo Economico che ha lanciato una manifestazione d’interesse rivolta alle imprese nell’ambito di un “importante progetto di interesse comune europeo” (Ipcei).

Infrastrutture digitali e servizi cloud in grado di cambiare il mondo

Le imprese potranno manifestare il proprio interesse entro e non oltre venerdì 14 maggio. Per partecipare alla manifestazione d’interesse per le infrastrutture digitali e i servizi cloud, gli interessati dovranno compilare la “scheda progetto” ed inviarla all’indirizzo dgpiipmi.div05@pec.mise.gov.it.

Il progetto proposto dall’impresa potrà essere finanziato dalle autorità italiane solo se entrerà a far parte di un Ipcei nell’ambito di questa iniziativa, e in ogni caso ove considerato di rilevante interesse nazionale. L’aiuto potrebbe in tal caso raggiungere il 100% dei costi ammissibili.

I requisiti per partecipare sono assai stringenti. Il Mise specifica che “l’azienda deve operare in un settore industriale coinvolto nella catena strategica del valore in ambito digitale, e in particolare relativo alle infrastrutture e Servizi Cloud“. Inoltre, riguardo al piano da presentare, il Mise specifica che bisogna proporre “un progetto d’investimento in Italia, che abbia un significativo e dirompente contenuto di innovatività e vada oltre lo stato dell’arte a livello mondiale“.

Per l’IPCEI su infrastrutture e Servizi Cloud sono individuate come ammissibili, nell’attuale fase preliminare, le aree progettuali

  1. Infrastructure
  2. Cloud Platform and Services
  3. Cloud Edge Continuum

Ad esse sono associate differenti applicazioni come Data/Communication, Data Protection, Cybersecurity and Threat Intelligence, Smart home/office/mobility, Energy efficiency and environment sustainability, Industrial Automation, Aerospace/Defence, Finance, Manufacturing, Healthcare, Others.

La documentazione necessaria

Quanto alla documentazione, ogni impresa partecipante alla call per infrastrutture digitali e i servizi cloud, dovrà inviare al Ministero, una volta avviata la fase di pre-notifica, il progetto attraverso la compilazione di tre documenti:

  • il “Project Portfolio”, che descrive dettagliatamente il progetto in tutte le sue fasi, dalla R&S alla produzione di massa e commercializzazione finale;
  • il “Funding Gap”, la descrizione finanziaria di ogni costo ed eventuale introito che l’impresa avrà durante tutte le fasi del proprio progetto, fino ad arrivare alla quantificazione del “deficit di finanziamento” del proprio progetto;
  • il “Prodcom Template”, cioè la descrizione chiara e i relativi codici dei prodotti o servizi che intende immettere sul mercato alla fine del proprio progetto.

Fondamentale è sapere che il MISE chiede tassativamente che l’impresa deve impegnarsi a diffondere le nuove conoscenze acquisite nell’ambito dell’opera finanziata, al di là dei propri clienti e fornitori. L’IPCEI, infatti, deve consentire un’ampia diffusione delle conoscenze acquisite, protette o meno da un titolo o da un diritto di proprietà intellettuale. La diffusione avverrà anche al di fuori dei partner del progetto, in tutta l’Unione Europea e i meccanismi di diffusione delle conoscenze devono essere dettagliati. Infine, i risultati protetti da titoli o diritti di proprietà intellettuale saranno diffusi a condizioni di mercato eque, ragionevoli e non discriminatorie.

Dario De Martino

Nato all'ombra del Vesuvio il 18 marzo 1994, dopo la maturità classica e la laurea in scienze politiche alla Federico II diventa giornalista professionista lavorando per il "Roma", la testata più antica del Sud Italia. Sin da giovane racconta il mondo e le sue evoluzioni dall'osservatorio che definisce "privilegiato di una città unica per tanti aspetti e, seppur legata alle sue tradizioni, pronta ad adeguarsi alle nuove velocità del globo".

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