Economia

Superbonus 110%, il Governo fa marcia indietro?

Un passo indietro, un passo in avanti? Meglio definirla piroetta. Con la maestria di una prima ballerina, il Governo convince tutto il pubblico della sua esecuzione, puntando sull'ascolto, la condivisone, il confronto. In un improbabile passo a due, che mette d'accordo campagna elettorale e associazioni di categoria.

Si continua a parlare del Superbonus 110%, ma stavolta proviamo a giocare di immaginazione prima di introdurre l’argomento: fantastichiamo che, sul palco di un teatro importante, vi è una prima ballerina intenta a fare una piroetta, anzi no, un passo di danza incerto, seppur mostrato al pubblico con portamento fiero e orgoglioso. E con il sorriso di chi sembra dire: “Guardate, sono brava, siete voi che probabilmente non capirete mai l’errore che ho appena commesso”.

Ci piace ingentilirla con questa immagine la pantomima che sta andando in scena negli ultimi giorni sulla vicenda Superbonus 110%: come abbiamo scritto lo scorso venerdì, la bolla è scoppiata con il “basta cessione del credito!” imposto al Governo tout court.

Una decisione netta, da tagliagole dell‘Ancien Régime, una ghigliottina pubblica che giustifica il gesto chirurgico con il costo (esoso) in termini di debito pubblico su ogni cittadino. Ma c’è un paradosso, che spesso quando si è al potere si trascura: l’Esecutivo-ballerina, preso dalla foga di esibirsi sul palco della rappresentanza politica, ha “dimenticato” che ogni esibizione prevede un pubblico. Che può essere dolce e pronto ad applaudire, ma anche feroce e pronto a fischiare critiche e contestazioni.

Sembra essere questa la situazione che si è venuta a creare nelle ultime 72 ore sulla questione del Superbonus 110%: partiti, rappresentanze, associazioni di categoria, imprenditori e professionisti sono insorti, rabbrividiti nell’apprendere la “nuova norma Superbonus 110%” in un afflato collettivo di biasimo e rimprovero.

Con argomentazioni che andavano dal crac di un intero settore (quello edilizio, con quasi venticinquemila PMI implicate), con conseguente perdita di innumerevoli posti di lavoro (circa centotrentamila diretti, senza contare la filiera… non proprio bruscolini), fino alla perpetrazione di un senso di ingiustizia sociale (chi ha i soldi i lavori continuerà a farli, a discapito di altri).

Per non parlare dell’altra croce molesta che arriva sul groppone italiano da parte dell’Europa: il progetto che, entro i prossimi dieci anni, tutte le abitazioni (singole e condominiali) dovranno essere energeticamente sostenibili. Ergo: senza bonus di sorta, chi potrà mai efficientare gli edifici? Ma questa è un’altra storia, che merita un capitolo a parte.

Così, finito nel tritacarne politico e mediatico, il Governo-ballerina indossa la maschera della fierezza, raccoglie i capelli e sfida il pubblico con un sorriso: quello della “ferma determinazione” a trovare una soluzione allo stop alla cessione dei crediti d’imposta nell’edilizia, Superbonus 110% in testa. Problema che, ça va sans dire, ha in buona parte contributo a creare. Ma forse siamo noi troppo minuziosi e attenti ai dettagli, pardon.

Superbonus, piroette, Governo e passi indietro “mascherati”

Chi mastica la politica da un po’ di tempo lo sa bene: è un gioco vecchio come il mondo, una provocazione che nasce per poi essere risolta solo grazie ad un certosino lavoro di ascolto e mediazione. Mascherato da disponibilità, accortezza, promessa elettorale che non tradisce mai i suoi ideali: non era forse la stessa Meloni che, in aria di campagna elettorale, aveva promesso di non toccare il Superbonus 110% e tutto il comparto?

330817185 1800620150338222 7432870252277315896 n | F-Mag Superbonus 110%, il Governo fa marcia indietro?

Allora, miei cari concittadini e lettori, ecco che va in scena il grande spettacolo: nella nota di Palazzo Chigi diffusa ieri sera al termine degli incontri di Governo con le rappresentanze e le associazioni legate al mondo del Superbonus, si legge

Al termine degli incontri svolti a Palazzo Chigi, sentito il presidente Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti conferma, unitamente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, al ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e agli altri esponenti di governo presenti, la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi”.

“Partendo dal decreto legge approvato lo scorso 16 febbraio, il Governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente nel rispetto delle norme”, si aggiunge.

Ecco la piroetta della ballerina: resto in equilibrio, col piede puntato a terra, ma vi do l’impressione tutto il mio corpo gira, gira e voi girate insieme a me. Ma, in fin dei conti, so come non far girare la testa mentre applaudite alla mia capacità di incantarvi: guardare un punto fisso. E sorridere.

La nota, neanche a farlo apposta, continua precisando

“che l’Esecutivo Meloni ha ereditato riguardante i cosiddetti ‘crediti incagliati’ (cioè i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire) verrà esaminata al più presto in un tavolo tecnico al quale saranno presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria oggi intervenuti.

Nel tavolo tecnico saranno individuate norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma”.

Il Governo ribadisce, come già illustrato al termine del Consiglio dei Ministri, “la permanenza dei bonus per l’edilizia nella forma delle consuete detrazioni d’imposta dalla dichiarazione dei redditi”.

L’apparenza è meglio della sostanza

Insomma: alla fine sì, siamo tutti d’accordo che la situazione era troppo complessa e non poteva continuare all’infinito – e su questo, probabilmente, non potremmo dare alcun torto all’Esecutivo – ma, con l’arma dell’ascolto e della condivisone, e qualche piccola concessione, alla fine si continuerà sulla strada intrapresa dando l’impressione di accogliere ogni piccola istanza, perfino sul Superbonus. E la piroetta, quindi, si trasforma in un improbabile passo a due, dove la soluzione, per tutti, è perseguire la via dell’apparenza a discapito della sostanza: come nelle migliori tradizioni italiche, verrà istituito un tavolo tecnico per discutere delle soluzioni migliori.

Tutti contenti: basti pensare ai commenti delle associazioni di rappresentanza della categoria, a seguito dell’incontro di Palazzo Chigi sul Superbonus:

Dario Costantini, presidente CNA, afferma che ”Il governo metterà mano velocemente al problema dei crediti incagliati utilizzando il rapporto con le banche. Abbiamo avuto disponibilità anche in merito al caos generato in questi giorni dal decreto sull’edilizia libera e poi anche a ridiscutere binari nuovi e diversi, come aveva auspicato il Premier, per gli incentivi per il futuro“.

”E’ stato un incontro positivo per risolvere un problema che a noi artigiani sta molto a cuore. Abbiamo tantissime aziende in difficoltà e c’è un po’ di preoccupazione per come sarà la cessione del credito che per noi è vitale e si tratta di piccole cifre a cui le banche non sono interessate”, aggiunge Marco Granelli di Confartigianato.

”Il Superbonus ha contribuito alla crescita del Pil nel 2021 e nel 2022 e all’aumento del gettito fiscale. Siamo soddisfatti, il confronto con il governo è stato franco e abbiamo avuto una apertura sullo sblocco dei crediti pregressi e quindi una apertura all’F24′‘ sottolinea, infine, il presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, uscendo ieri sera da Palazzo Chigi.

E, a fine serata, fonti dell’Esecutivo chiosano:

“Si è notata una condivisione che, sentendo gli interventi, era già concreta nella sensibilità di ciascuno – spiegano le fonti – erano tutti consapevoli che la situazione non poteva andare avanti. Si è trattato di un’inevitabile presa d’atto, un passaggio obbligato, nel quale si è impostato un percorso per trovare una soluzione agli affetti negativi” dello stop ai bonus per l’edilizia.

Chapeau!

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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