Economia

Pronto il piano taglia-energia: così l’Italia si prepara all’inverno

L'Italia si prepara al prossimo inverno con il piano taglia-energia: illuminazione e riscaldamenti ridotti, suggerimenti per la popolazione per risparmiare l'utilizzo di gas, chiusura anticipata di uffici pubblici per tutelare le riserve di energia

L’Italia ha approvato il suo piano taglia-energia per evitare sprechi e ridurre i consumi energetici. Sulla crisi che si sta delineando, in tema di energia, si è detto tanto in questi giorni e nei mesi passati: con l’incedere del conflitto fra Russia e Ucraina e con i continui tagli della fornitura di gas all’Europa da parte della Russia, sembra essere arrivato il momento di correre ai ripari prima che si prefiguri lo scenario peggiore. Ossia, trascorrere un inverno al freddo e al gelo, senza i basilari servizi essenziali per la popolazione e per l’industria.

Lo scenario internazionale

Che l’Italia e l’Europa siano dipendenti dalle forniture di gas russo questo, ormai, è un dato di fatto: i Paesi Europei nel loro complesso importano dalla Russia circa 150 miliardi di metri cubi di gas naturale per anno. Un quantitativo importante, fondamentale per molti Paesi, sebbene si stiano stringendo accordi con altri fornitori per tamponare la situazione e cercare di ribellarsi al possibile scacco matto della Russia.

D’altra parte, è palese che la Russia stia portando avanti con l’Eurozona un braccio di ferro pericoloso – per noi – in vista del prossimo inverno: i continui tagli delle forniture pari al 40% (spesso travestiti da malfunzionamenti) del Gazprom (il gasdotto che dalla Russia rifornisce l’Europa) nei mesi di luglio e agosto ha fatto scattare l’allarme e dare un’unica priorità all’Unione: darsi da fare per tamponare la situazione e risparmiare energia fondamentale per la vita sociale ed economica del continente.

Come avevamo già anticipato, già dall’imperversare del conflitto fra Russia e Ucraina l’Europa ha varato il piano RepowerEu che prevede alcune misure per ridurre di almeno due terzi il quantitativo di gas importato dalla Russia già a partire dalla fine di quest’anno. Il Piano RepowerEu prevede, quindi, una serie di misure che riguardano il risparmio e l’efficienza energetica, la diversificazione degli approvvigionamenti, la sostituzione dei combustibili fossili con le fonti rinnovabili (con un forte focus sul solare e sull’eolico) e combinando investimenti e riforme.

Nel mese di luglio scorso, poi, la Commissione Europea ha proposto un nuovo strumento legislativo e un piano europeo di riduzione della domanda di gas, per ridurre il consumo di gas in Europa del 15% fino alla prossima primavera. Parliamo del Save Gas for a Safe Winter, per il quale tutti i consumatori, le pubbliche amministrazioni, le famiglie, i proprietari di edifici pubblici, i fornitori di energia elettrica e l’industria possono e devono adottare misure per risparmiare gas. Il piano è partito in estate per un semplice motivo: energia risparmiata adesso è energia disponibile per l’inverno.

Il piano taglia-energia italiano: di cosa si tratta

Partiamo da quella che ha tutta l’aria di essere una rassicurazione: nel “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale” del Ministero della Transizione ecologica si legge che “l’insieme delle misure adottate per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas” e “la risposta degli operatori coinvolti hanno consentito di raggiungere al 1° settembre 2022 un livello di riempimento degli stoccaggi di circa 83%. Tale valore, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% e anche superiore, è fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno”.

Quindi, almeno per il momento, niente panico: l’Italia non sembra essere in pericolo. Ma non è comunque possibile dormire sugli allori: in caso di emergenza (ad esempio, un inverno particolarmente rigido), le forniture accumulate potrebbero comunque non bastare o essere suddivise fra gli altri Paesi Europei.

Il piano taglia-energia italiano, pertanto, serve “transitoriamente a mantenere adeguati standard di sicurezza e preservare le riserve disponibili, in attesa che siano pienamente operativi i nuovi canali di importazione di gas (compreso il Gnl)“. Il Ministero spiega poi che “le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento portano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di Smc di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas), cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi”.

“Si tratta di una prima previsione di misure di contenimento, che potranno essere integrate con quelle di riduzione dei settori industriali, in particolare energivori” per il quale sembra essere stato avviato già un confronto con Confindustria.

Il piano taglia-energia, quindi, “porta ad una riduzione dei consumi coerente con il 15% del Regolamento Ue, pari quindi almeno a 8,2 miliardi di Smc di gas naturale“.

L’Italia, inoltre, ha deciso di fatturare le bollette del gas su base mensile a partire dal primo ottobre.

Un passo verso l’efficienza energetica

Cosa è previsto, quindi, nel concreto nel piano taglia-energia? Secondo quanto comunica il Ministero della Transizione ecologica, il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale prevede azioni amministrative che riducano il consumo di gas per il riscaldamento mediante l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in funzione delle fasce climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano”. Tali azioni “si aggiungono a quanto già attuato con l’articolo 19-quater del decreto-legge n. 17 del 1° marzo 2022 che è intervenuto sul riscaldamento degli edifici pubblici”.

La riduzione dei consumi promossa regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento “sarà attuata entro il mese di settembre 2022 modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale attraverso un decreto del ministro della Transizione Ecologica”.

In particolare: “i valori sono ridotti di 1°C (17°C +/- 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili; 19°C +/- 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici)“. Inoltre i limiti di esercizio degli impianti termici sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione (Zona A: ore 5 giornaliere da 8 dicembre al 7 marzo; Zona B: ore 7 giornaliere da 8 dicembre al 23 marzo; Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo; Zona D: ore 11 giornaliere da 8 novembre al 7 aprile; Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile; Zona F: nessuna limitazione”, fatte salve “le utenze sensibili” (come ospedali, case di cura e così via).

Cosa possono fare, invece, i cittadini secondo il piano taglia-energia? Le misure comportamentali a costo zero previste dal Piano suggeriscono “una serie di comportamenti virtuosi che potranno contribuire, anch’essi, a limitare il consumo di energia con riduzione dei costi di bolletta degli utenti e impatti positivi anche sull’ambiente”.

Tra i comportamenti da promuovere vi sono:

  • la riduzione della temperatura e della durata delle docce;
  • l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo;
  • l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno;
  • l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico;
  • il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, non lasciare in stand by Tv, decoder, Dvd, la riduzione delle ore di accensione delle lampadine.

Ulteriori risparmi possono conseguirsi con “misure comportamentali che richiedono investimenti anche piccoli da parte degli utenti, ad esempio con investimenti per la sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti, sostituzione di climatizzatori con quelli più efficienti, installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas, installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda, sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led”.

Alcuni Comuni, come quello di Milano, stanno già pensando di introdurre lo smartworking il venerdì per limitare i costi energetici degli uffici.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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