Cosa aspettarsi da un Governo Draghi
L'ingresso di Mario Draghi a Palazzo Chigi apre a nuovi, inediti, scenari: ecco come la congiuntura pandemica e il Recovery Fund influenzeranno le prossime azioni
Premessa doverosa, ancorchè inutile: il Governo Draghi, probabilmente, non sarà un Governo Tecnico, ma un Governo Istituzionale. Al contrario del Governo Monti, che è stato un governo prettamente tecnico, nel presunto Governo Draghi dovrebbero essere coinvolti esponenti dei vari partiti dell’eventuale maggioranza, come ministri e/o sottosegretari.
La situazione in cui Draghi, presumibilmente, arriverebbe a Palazzo Chigi è tuttavia profondamente diversa da quella in cui arrive Monti (nel 2011) oppure Ciampi (1993) prima di lui.
Ciampi, nel 1992, arrivò a Palazzo Chigi in una situazione complicatissima. L’Italia era appena uscita dallo SME (insieme al Regno Unito) per via di una speculazione finanziaria che aveva sfruttato le debolezze sistemiche italiane (l’enorme debito pubblico accumulato durante gli anni 80). L’obiettivo era quindi rimettere i conti in ordine per non perdere il treno europeo, che di lì a qualche anno avrebbe portato alla nascita della moneta unica.
Il prof. Monti arrivò a Palazzo Chigi invece sull’onda della crisi del debito dei paesi europei, che aveva trovato la sua radice nella crisi dei mutui subprime in USA. Quando Monti venne nominato PdC, lo spread era a 570 e l’unico obiettivo era rimettere i conti in ordine per evitare un commissariamento (cosa che fu fatta con una forte stretta fiscale e con invero poche riforme).
Draghi, viceversa, nonostante la situazione pandemica, arriva a Palazzo Chigi in un momento in cui sarà possibile spendere, sempre in maniera oculata e dignitosa, una montagna di soldi.
I soldi sono, ovviamente, quelli del Next Generation EU (fastidiosamente rinominato dalla stampa italica come Recovery Fund).
Il piano presentato, o meglio proposto, dal Governo Conte II (PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ad oggi è tuttavia estremamente limitato (qui la versione aggiornata al 21 Gennaio 2021) ed in molti passaggi assolutamente irricevibile dalla Commissione Europea.
Mancano dei punti qualificanti (dati, cifre, numeri, piani di rientro).
Mancano gli impatti che si intendono raggiungere con questa spesa aggiuntiva (es. Se si decidesse di prolungare l’Alta Velocità tra Bari e Napoli, quali sono gli impatti economici ed occupazionali che si intende perseguire? Entro quando?).
In alcuni casi, al netto delle macro categorie esplicitate (le famose 6 missioni o aree), manca l’indicazione dei progetti da perseguire.
È possibile, anzi è sicuro, che la prima vera priorità di Draghi sarà la riscrittura del PNRR, indicando per l’appunto progetti, schemi, numeri, cifre e percentuali di crescita del pil ed occupazionali (la famosa R in PNRR sta per “Ripresa”, non casualmente).
Inoltre, non vanno dimenticate le famose “riforme”, ovvero le raccomandazioni del Consiglio Europeo condivise con il Governo Italiano il 20 Maggio del 2020.
Ma cosa dicono queste famose raccomandazioni?
- Si raccomanda all’Italia, appena le condizioni economiche post pandemia lo consentiranno, di perseguire degli obiettivi di bilancio prudenti volti ad assicurare la sostenibilità del debito nel medio – lungo periodo:
- Si raccomanda di istituire un sistema di sostegno al lavoro, soprattutto per I lavoratori atipici (partite iVA e stagionali):
- Favorire la liquidità per le imprese (evitando, ad esempio, ritardi nei pagamenti), incentivare gli investimenti privati, favorire la transizione verde e digitale
- Aumento della produttività del lavoro
- Migliorare sia il sistema giudiziario (soprattutto nella parte del processo civile), sia il funzionamento della pubblica amministrazione (attraverso una pesante opera di digitalizzazione)
La speranza è che Mario Draghi riesca, con il coinvolgimento ed il sostegno di un’ampia maggioranza di parlamentari, ad implementare questa agenda e riportare l’Italia sui binari di crescita (non quella stantia dello zero virgola alla quale eravamo abituati).