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Comunità Energetiche, arrivano 2,2mld di incentivi e contributi a fondo perduto

Il decreto al vaglio della Commissione UE per l'approvazione. Ci punta forte il Ministero dell'Ambiente: "Le Comunità Energetiche si riveleranno un'enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e coesione sociale"

Tornano al centro del dibattito le comunità energetiche. Definite come “gruppi di persone, imprese o enti che decidono di collaborare per gestire in modo condiviso la produzione, la distribuzione e il consumo di energia rinnovabile”, possono nascere da persone o aziende, ma anche su impulso delle pubbliche amministrazioni e di condomini, cooperative, comunità religiose e così via.

Sono state introdotte in Italia nel 2019 con la Legge sulle energie rinnovabili (77/2019), che ne disciplina la creazione e le regole base per il loro funzionamento. In altre parole, volendo sintetizzare, quando parliamo di comunità energetiche parliamo di tutti quegli insiemi di prosumatori (dalla crasi di produttori e consumatori, vale a dire chi produce e al contempo consuma energia elettrica), in rete per condividere la produzione di energia da fonti rinnovabili (energia solare su tutte, ma anche biomasse, eolico o idroelettrico a.e.) e per scambiare l’energia prodotta in eccesso con la rete elettrica nazionale.

Perché parliamo di Comunità Energetiche

In Italia esistono, ad oggi, già un buon numero di comunità energetiche, soprattutto nelle regioni settentrionali dove la produzione di energia da fonti rinnovabili è maggiormente diffusa. Secondo un rapporto dell’ONCE (Osservatorio Nazionale delle Comunità Energetiche) datato al 2021, almeno 260 comunità energetiche sono state identificate in Italia, ed è una stima quasi sicuramente al ribasso. A frenare la diffusione delle comunità energetiche alcune criticità legate alla regolamentazione, alla gestione delle reti di distribuzione e alla copertura degli investimenti.

Nonostante ciò, va detto che il quadro normativo italiano sta progressivamente evolvendo per supportare lo sviluppo delle comunità energetiche, ad esempio attraverso l’approvazione di incentivi fiscali e l’introduzione di nuove misure di incentivazione per la produzione di energia rinnovabile e la gestione delle reti di distribuzione.

Ed è proprio in questo senso che si inquadra la proposta di decreto che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili annunciata in queste ore e fortemente voluta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) guidato da Gilberto Pichetto Fratin.

Una delle misure più attese e attenzionate di questo Esecutivo arriva in un momento importante per il tema energetico. La proposta di decreto dovrà ora attendere il via libera della Commissione Europea, necessario per l’entrata in vigore.

Decreto CER, come incentiva le Comunità Energetiche

L’iniziativa ha due “anime”.

  1. Incentivo in tariffa;
  2. Contributo a fondo perduto.

Decreto CER: Incentivo in tariffa

Quando parliamo di Incentivo in tariffa parliamo di una misura globale su tutto il territorio che permetterà, nelle intenzioni del Ministero dell’Ambiente, a chiunque passi all’autoconsumo da fonti rinnovabili di una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa (per una potenza finanziabile pari a 5 gigawatt complessivi fino a fine 2027 con risparmi sui costi dell’energia per chiunque costituisca una collettività),

La tariffa incentivata, allo stato attuale e spulciando gli allegati alla misura, sarà suddivisa in tre fasce:

  1. impianti fino a 600 kW: fisso di 60 € per MWh e la tariffa premio non può superare i 100€ per MWh;
  2. impianti tra 200 kW e 600 kW: fisso di 70 € per MWh e la tariffa premio non può superare i 110€ per MWh;
  3. impianti al di sotto o pari di 200 kW: fisso di 80 € per MWh e la tariffa premio non può superare i 120€ per MWh.

Per accedere alla tariffa agevolata, bisognerà:

  1. Individuare l’area dove realizzare l’impianto, e quindi gli altri utenti con cui associarsi connessi alla stessa cabina primaria;
  2. Creare la Comunità Energetica (nello Statuto o similari va data evidenza alle motivazioni ambientali e sociali che hanno portato alla creazione della CER);
  3. Verificare con il Gestore dei Servizi Energetici di zona l’ammissibilità all’incentivo;
  4. Ottenere l’autorizzazione a installare e connettere l’impianto alla rete elettrica.

Una volta compiute queste operazioni sarà possibile accedere al finanziamento agevolato.

Decreto CER: Contributo a fondo perduto per le comunità energetiche

Il contributo a fondo perduto invece sarà accessibile solo alle comunità realizzate nei comuni sotto i cinquemila abitanti.

Il contributo a fondo perduto, che è pari al 40% dell’investimento totale, può riguardare sia la costruzione di nuovi impianti di autoconsumo che il potenziamento di quelli già esistenti, per un totale di 2,2 miliardi di euro finanziabili a valere sul PNRR.

Anche in questo caso, per essere ammessi al contributo, bisognerà innanzitutto individuare l’area dove realizzare l’impianto e coinvolgere gli utenti con cui associarsi, connessi alla stessa cabina primaria, e costituire la Comunità Energetica con l’evidenza delle motivazioni ambientali e sociali nell’atto costitutivo o statuto.

Il progetto elaborato può essere sottoposto al Gestore dei Servizi Energetici per una preventiva valutazione dell’ammissione a finanziamento, che dovrà comunque essere richiesta collegandosi al portale del GSE. La rendicontazione sarà effettuata a lavori iniziati.

Le dichiarazioni del Ministro

Le comunità energetiche – spiega Gilberto Pichetto Fratin a margine della nota stampa – sono uno strumento che il Governo mette a disposizione dell’Italia per incrementare le rinnovabili, ridurre le emissioni e i costi della bolletta a milioni di cittadini, imprese, famiglie. Diamo nuova energia all’Italia!”.

Interrogato dalla stampa, Pichetto Fratin ribadisce:

“Il testo è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo Governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica. La ricchezza dell’Italia sono le sue comunità“. E aggiunge, a rimarcare quanto si punti sulle Comunità Energetiche: “Se sapremo svilupparle come sistema Paese le comunità energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale“.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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