Economia

BCE frena ancora rialzo tassi, “inflazione in calo” ma non decisiva: l’attesa verso il 2025

La politica economica lacrime e sangue portata avanti finora ha decisamente contribuito ad arrestare l'inflazione: la natura della sfida alla spirale inflattiva nell’area dell’euro è cambiata perché adesso l'obiettivo è quella di riportare il tasso della stessa entro il 2% a partire dai primi mesi del prossimo anno.

L’inizio del nuovo anno porta con sé ulteriori dubbi sulla stabilità economica dell’Eurozona: sebbene la BCE abbia deciso, continuando il trend inaugurato lo scorso autunno, di non alzare i tassi di interesse perché l’inflazione generale è in decelerazione, non si potrà ancora tirare un sospiro di sollievo almeno fino al 2025.

La previsione è data dalla stessa Presidente della BCE, Christine Lagarde, la quale ha recentemente affermato

Penso che i tassi, salvo ulteriori shock o dati inattesi, non continueranno a salire. E se vinciamo la nostra lotta contro l’inflazione, e se siamo certi che l’inflazione sarà effettivamente al 2%, a quel punto i tassi cominceranno ad andare giù”

Ma, al contempo, ha aggiunto:

Non posso darvi una data per i tagli […] Ma posso dire che se vinciamo questa battaglia, se arriviamo al 2% come stimiamo nel 2025, e se sarà confermato dai dati che avremo” nei prossimi mesi, “sono molto fiduciosa, allora i tassi aumenteranno iniziano a declinare man mano che abbiamo questa certezza”.

La prospettiva economica del 2024 secondo la BCE

Secondo la Presidente Lagarde, dunque, la politica economica lacrime e sangue portata avanti finora ha decisamente contribuito ad arrestare l’inflazione: la natura della sfida alla spirale inflattiva nell’area dell’euro è cambiata perché adesso l’obiettivo è quella di riportare il tasso della stessa entro il 2% a partire dai primi mesi del prossimo anno.

Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile secondo i vertici dell’Eurotower: il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, infatti,

“ritiene che i tassi di interesse di riferimento si collochino su livelli che, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”.

Nel Bollettino economico la BCE ha ripetuto questa formula in cui, da mesi, i mercati leggono il segnale dello stop alla manovra di rialzo dei tassi. Il Consiglio ha ribadito di essere “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine” e che “le decisioni assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché sarà necessario”.

Per questo, ha aggiunto, la BCE

“continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria“.

Inoltre, la Presidente Lagarde ha affermato che l’Europa non è in una grave recessione e che il peggio della lotta contro l’inflazione è passato.

Penso che abbiamo superato la parte più grande e più difficile, a meno che non ci troviamo di fronte a un altro grave shock – ha concluso – Ciò non significa che avremo un declino graduale”.

I tassi, almeno per i prossimi mesi, resteranno restrittivi ma non dovrebbero più aumentare. Almeno, questo è ciò che emerge dalla direzione della Banca Centrale Europea, sulla scorta degli ultimi dati riguardo l’andamento della spirale inflattiva.

E l’inflazione? Le previsioni della BCE

Proprio riguardo l’inflazione, secondo la BCE, pur essendo diminuita negli ultimi mesi, tornerà probabilmente a registrare un temporaneo incremento nel breve periodo per poi continuare il suo graduale calo.

Secondo le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate a dicembre 2023 dagli esperti dell’Eurosistema, l’inflazione si ridurrebbe gradualmente nel corso del 2024, per poi avvicinarsi nel 2025 all’obiettivo del 2 per cento perseguito dal Consiglio direttivo. Nell’insieme gli esperti dell’Eurosistema si attendono che l’inflazione complessiva si collochi, in media, al 5,4 per cento nel 2023, al 2,7 nel 2024, al 2,1 nel 2025 e all’1,9 nel 2026. Rispetto a settembre scorso le proiezioni per l’area dell’euro sono state riviste al ribasso per il 2023 e soprattutto per il 2024.

Secondo la Bce, le pressioni interne sui prezzi, tuttavia, rimangono elevate, principalmente per effetto della forte crescita del costo del lavoro per unità di prodotto: dall’Eurotower si attendono che l’inflazione al netto delle componenti energetica e alimentare sia pari, in media, al 5 per cento nel 2023, al 2,7 nel 2024, al 2,3 nel 2025 e al 2,1 nel 2026.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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