Economia

Bankitalia: attese sull’inflazione si riducono, ma l’impulso della domanda si indebolisce nel secondo trimestre del 2023

Le attese sull’inflazione al consumo si sono ridotte su tutti gli orizzonti temporali: l’inflazione si è attestata al 5,8% sui 12 mesi, al 5,0% a 2 anni e al 4,5% tra 3 e 5 anni. Nonostante ciò, la dinamica dei prezzi praticati dalle imprese rimane sostenuta, sebbene in leggera attenuazione. È quanto si evince tra le righe dell’indagine condotta da Banca d’Italia tra il 22 maggio e il 12 giugno 2023 presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti, nel secondo trimestre del 2023.

Nel secondo trimestre del 2023, riporta Bankitalia, la quota di aziende che ha “riportato giudizi di miglioramento della situazione economica generale” rispetto a tre mesi prima è scesa (12,6 per cento, da 14,9 della precedente rilevazione) mentre è rimasta pressoché stabile quella che ne ha segnalato un peggioramento (23,2 per cento). Peggio l’industria in senso stretto, meglio i settori di servizi e costruzioni. Anche tra le attese di miglioramento e di peggioramento delle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi il divario è peggiorato per le imprese dell’industria in senso stretto mentre è tornato positivo nei servizi e nelle costruzioni. A frenare le prospettive di crescita, seppur meno rispetto allo scorso anno, l’andamento del prezzo del petrolio.

Rientra (lentamente) il caro energia

Il secondo trimestre porta buone notizie in termini di energia: si riduce (anche se lievemente) il numero di aziende che ha riscontrato oggettive difficoltà per i prezzi dei beni energetici (si passa dal 52 percento dello scorso trimestre al 47 percento attuale). Frena (almeno nelle intenzioni) anche l’aumento dei prezzi legato all’aumento energetico: la quota d’imprese che ritiene ipotizzabili altri rialzi si è in pratica dimezzata (dal 39 al 20 percento). Stesso lieve calo per un altro scoglio degli scorsi mesi: l’approvvigionamento di materie prime (e input intermedi) è meno complesso ora di 5 punti in termini statistici rispetto allo scorso trimestre (sempre nel panorama imprese italiane) e arriva a 13 punti percentuale se riferito al settore delle costruzioni.

Occupazione: prospettive stabili

Resta stabile rispetto all’ultima rilevazione (e positivo) il rapporto tra il numero di aziende che intende “espandere il numero di addetti” e il numero di quelle che prevedono di ridurlo. Le prospettive migliori sono quelle delle aziende con almeno 1.000 addetti e localizzate al centro Italia, specialmente nel comparto dei servizi e delle costruzioni.

Redazione

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