Economia

Aumento tassi mutui e prestiti, la BCE non si fermerà (e l’Italia sta ferma a guardare)

Secondo le previsioni degli economisti europei, la BCE aumenterà ancora i tassi di interesse su prestiti e mutui. E in Italia? Nessuno considera i cittadini, stremati da politiche economiche vessatorie. Ancor peggio: Che mangino brioches, sembra quasi voler intendere il Governo. Sperando che, nel frattempo, nessuno muoia soffocato per i continui bocconi indigesti che ci tocca ingoiare.

Eh no, non ci siamo. Nessun respiro di sollievo per quanti sono stretti nella morsa dell’aumento dei tassi dei mutui e dei prestiti: l’intenzione della Banca Centrale Europea è quella di continuare con i rialzi, prima di un probabile periodo di stop estivo.

Aumento tassi mutui e prestiti, la situazione attuale

Dalla scorsa estate, le rate dei mutui e dei prestiti a tasso variabile sono aumentate circa del 52% secondo le simulazioni e i dati forniti da Facile. it. E con l’ultimo rialzo registrato, quello di maggio, la situazione in prospettiva non migliorerà: la Banca Centrale Europea, come sappiamo, ha aumentato di un ulteriore (e definito timido) 0,25%, portando i tassi di base ad un valore pari al 3,75% (cui, nei calcoli complessi delle concessionarie del credito, va comunque tenuto conto anche il peso dello Spread e dell’Euribor).

La situazione attuale è determinata dalla connessione di più fattori, fra cui il trovarsi a valle della congiuntura pandemica e lo scoppio (e il protrarsi) del conflitto fa Russia e Ucraina che, a cascata, hanno contribuito a far schizzare l’inflazione dei mercati e del sistema monetario per gli aumenti connessi al mercato dell’energia, dei carburanti e delle materie prime.

Insomma, non volendo tirarla a lungo, l’obiettivo che si è posta la Banca Centrale Europea è quella di contenere la spirale inflattiva (arrivata a toccare quasi i dieci punti percentuali, attualmente ribassata attorno al sette-otto percento). Come? Tirando la cinghia, tutti, e rendendo il denaro più costoso.

Ed è proprio questo l’impegno ribadito dalla presidente della BCE Christine Lagarde nel discorso alle celebrazioni per i 25 anni della Banca Centrale Europea a Francoforte: “Il prossimo capitolo della storia dell’euro dipenderà dalle azioni che noi europei intraprenderemo. Per la BCE, la nostra priorità immediata e prioritaria è riportare l’inflazione al di sotto del nostro obiettivo a medio termine del 2% in modo tempestivo. E lo faremo”.

Un discorso che ha fatto storcere il naso ad alcuni economisti, plaudere a braccia larghe altri come abbiamo raccontato spesso su Fmag.it: quelli che però sono nel mezzo e che quasi nessuno considera, ossia i cittadini, iniziano ad essere stremati da queste politiche vessatorie che rendono la gestione domestica e familiare una corsa ad ostacoli fra uno stipendio e l’altro.

Lo scenario futuro: si prospettano nuovi aumenti

Secondo il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos nel suo intervento introduttivo alla presentazione del rapporto annuale della Bce al parlamento europeo di ieri,

“Sebbene la velocità e la portata della nostra stretta di politica monetaria attuata dallo scorso luglio siano state senza precedenti, le nostre decisioni future assicureranno che i tassi ufficiali saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo a medio termine del 2% e per mantenerlo a quei livelli per tutto il tempo necessario“.

Nelle prossime scelte “continueremo a seguire un approccio legato ai dati per determinare il livello appropriato e la durata” dell’irrigidimento della politica monetaria, “tenendo conto di un ambiente altamente incerto“.

Pertanto – conclude – “le nostre decisioni si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione sottostante e della forza della nostra trasmissione di politica monetaria”.

Più tranchant, in questo senso, è stato Klaas Knot, governatore della Banca d’Olanda e presidente del Financial Stability Board, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’: secondo le sue previsioni i tassi di interesse della BCE saliranno ancora con altri due rialzi di 0,50 punti totali prima della pausa estiva.

“Non so ancora, dipendiamo dai dati. Penso che avremo bisogno di ulteriori aumenti dei tassi a giugno e a luglio, mi pare improbabile che i nuovi dati in arrivo cambino drasticamente il quadro. Sono convinto che la nostra analisi indicherà la necessità di almeno altri due rialzi di 25 punti. Ma sono totalmente aperto su ciò che accadrà dopo l’estate“, afferma sottolineando che l’azione della Banca centrale europea sarà “lenta e protratta”.

Una stretta che comporta maggiore impegno dei Paesi membri per ridurre il debito pubblico e quindi i costi di rifinanziamento: “Ora è il momento di ritirare il sostegno di bilancio e di ridurre il rapporto debito-Pil. È di estrema importanza. I governi devono affrontare costi di finanziamento più elevati, perché dobbiamo combattere l’inflazione. Dovranno avere saldi primari più robusti per compensare i maggiori costi di indebitamento. Per questo aggiustamento non c’è un tempo infinito a disposizione. Dovrà avvenire quest’anno e il prossimo“, conclude.

E l’Italia? Perché non interviene?

Sebbene il Governatore della Banca d’Italia abbia a più riprese raccomandato le banche di non far pagare “eccessivamente” ai clienti-cittadini la morsa delle politiche monetarie, quello che più preoccupa è l’assordante silenzio del Governo italiano. Che non solo ignora l’esistenza di un problema oggettivo – come dicevamo in premessa – ma sembra quasi prendere in giro chi ha posto domande in tal senso.

La denuncia parte diretta dal MoVimento 5 Stelle, a seguito di quanto accaduto ieri al Senato: “Siamo davanti alla follia più totale. Di fronte a un’interrogazione al Senato del suo collega di partito Borghi, che gli chiedeva quali misure il Governo intende adottare per aiutare chi non ce la fa a pagare le rate del mutuo, esplose con l’aumento dei tassi da parte della Bce, il ministro dell’economia Giorgetti si è affidato alla speranza. Sì, perché il ministro leghista ha testualmente detto di guardare con attenzione alle iniziative del settore bancario, nella speranza che l’abbondante margine conseguito sui prestiti possa essere ritrasferito ai clienti in termini di maggior remunerazione dei depositi”.

“In attesa – hanno detto – che le speranze di Giorgetti facciano il loro corso, dalla risposta all’interrogazione viene fuori una realtà tanto semplice quanto folle: l’Esecutivo non intende muovere un dito per far fronte al caro rate dei mutui. Il M5S in Parlamento ha presentato da mesi proposte molto precise: costituzione di un Fondo di sostegno a chi è in difficoltà a pagare, incremento delle detrazioni degli interessi passivi sui mutui, coperture da reperire introducendo un contributo sugli extraprofitti bancari”.

“Incredibile – hanno continuato – trovarsi di fronte a un ministro che, pungolato da un’interrogazione del suo stesso partito, ha plasticamente fatto professione di immobilismo, affidandosi alla speranza che le banche facciano da sole. Gli italiani non meritano questo scenario pietoso”.

Che mangino brioches, sembra quasi voler intendere il Governo. Sperando che, nel frattempo, nessuno muoia soffocato per i continui bocconi indigesti che ci tocca ingoiare.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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Un Commento

  1. Una delle vergogne più grandi di Quest Europa è avere una Cristine Lagarde a capo della BCE. Un incapace Totale.L inflazione attuale non è correlata al costo del denaro. Anche se porterà i tassi al 20% non abbasserà l inflazione ne al 5 ma soprattutto al 2%.Rovinerà soltanto un economia già messa a dura prova da Pandemia e guerra.Non c è limite all incapacità di questi personaggi tra l altro pure strapagati.

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