Economia

Mutuo, aumento medio del 50%. L’appello: “Famiglie in ginocchio, fate presto!”

"Il budget delle nostre famiglie è stato già eroso per mettere nel carrello della spesa pane, pasta, riso, verdura, carne e pesce. Ora si aggiunge anche l'impennata dei mutui che peraltro è difficile rinegoziare. Una famiglia su tre stenta ad arrivare addirittura alla seconda settimana del mese. E le risposte che arrivano dallo Stato sono insufficienti"

L’aumento dei tassi di interesse, voluto dalla Banca Centrale Europea per contrastare l’inflazione galoppante, sta mettendo in ginocchio le famiglie italiane che, in media, sono costrette a pagare rate di mutuo con un aumento medio di circa il 50%.

L’affondo arriva dall’associazione Protezione sociale:

“Quello che stiamo registrando negli ultimi tre mesi – afferma il presidente Letterio Stracuzzi – è impressionante. Secondo recenti dati della Coldiretti, gli italiani hanno speso, nel 2022, quasi 13 miliardi di euro in più per assicurarsi cibi e bevande.

Questo vuol dire che il budget delle nostre famiglie è stato già eroso per mettere nel carrello della spesa pane, pasta, riso, verdura, carne e pesce. Ora si aggiunge anche l’impennata dei mutui che peraltro è difficile rinegoziare. Una famiglia su tre stenta ad arrivare addirittura alla seconda settimana del mese. E le risposte che arrivano dallo Stato sono insufficienti“, dice ancora Stracuzzi.

Mutuo in aumento e tassi, il corto circuito che rende fragili tutti

Ma che cosa sta succedendo sulla questione mutuo in aumento (e tassi di interesse che lievitano)? Già secondo Federcontribuenti, come rilevato ad inizio marzo, l‘aumento del costo del denaro ricade su 3,5 milioni di famiglie che sciagurate sono state costrette ad accedere a mutui a tasso variabile, con cifre che superano i 1.000 euro. Intanto gli stipendi sono bloccati al costo della vita del 1992 e le manovre a livello centrale si sono rivelate inefficaci a causa dell’ostruzionismo delle banche.

In particolare, scriveva il collega Enrico Parolisi:

Sono 6,8 milioni le famiglie italiane che hanno in corso un mutuo. Di queste sono 3,5 milioni le famiglie che hanno in essere un mutuo a tasso variabile. Con l’aumento – l’ennesimo – del costo del denaro (+3,5% per permettere alle economie globali di non collassare, ma evidentemente a scapito dei nuclei famigliari) Federcontribuenti stima una rata media di 1.056 euro per un mutuo di 25 anni di 100mila euro.

Chiunque abbia avuto modo di sfogliare gli annunci immobiliari in questi anni comprenderà che con 100mila euro spesso forse ti ci compri al massimo il garage. Ma prendiamo per buono l’acquisto di una casa a 100mila euro. Come si pagano 1.056 euro al mese quando “abbiamo gli stipendi fermi al costo della vita del 1992?“.

“Per chi ha un mutuo a tasso variabile – ricordano – la rata sale fino a più 43%” e “a chi chiede la surroga le banche fanno ostruzione”.

Passiamo ora a un più plausibile mutuo di 200mila euro. In questo caso, la rata mensile stimata è di circa 1.200 euro (milleduecento, più alta di un centinaio d’euro del salario minimo appena adottato dalla Spagna per intenderci). Ma il vero psicodramma si raggiunge sul tasso variabile, che vede le famiglie “trovarsi a metà mese con una rata che cresce di 250, 300 euro in più” che “rischia di mettere in pericolo l’economia delle famiglie stesse che di risparmio, in banca, non ne hanno praticamente più”.

A questo punto il grido di allarme sembra chiaro. Come specifica anche Protezione Sociale, chi è in ritardo nel pagamento di una o due rate infatti non può trattare con le banche nuove condizioni. Prima occorre saldare il pregresso e spesso, anzi quasi sempre, risulta impossibile:

“E’ un cane che si mangia la coda – sottolinea il presidente di Protezione sociale – e l’unica soluzione allora è quella di accedere alla legge 3. Anche perché di fronte a un panorama di questo tipo, i salari crescono decisamente meno.

Secondo il rapporto dell’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, le paghe, fra il 2013 e fine 2022, sono aumentate del 6,7% e i prezzi, nello stesso periodo, del 13,8%. E’ evidente che qualcosa non va e che l’ennesimo colpo dato da rate di mutuo impazzite creano una disfunzione sociale molto significativa e pericolosa“, continua Stracuzzi.

Inoltre, fra precarietà, orari ridotti e contratti pirata sono sei milioni, in Italia, i lavoratori che vivono in povertà. Un dipendente su tre non arriva a guadagnare 12mila euro lordi l’anno.

“Sono dati di per sé già allarmanti. Che ora vanno rivisti proprio per l’effetto dello tsunami che si è scatenato con il caro mutui. É importante allora sapere che la legge 3 esiste e rimedia proprio a queste situazioni di ingiustizia profonda. Avere debiti non è una colpa, soprattutto se inconsapevole. Si tratta di una norma che va pubblicizzata al massimo perché di mezzo c’è la vita delle persone“, conclude Stracuzzi.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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