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Farina di grillo e insetti, allarme allergie: “800mila italiani a rischio”

“In letteratura scientifica sono già stati riferiti numerosi casi di pazienti con reazioni a farine di artropodi, in particolare a quelle di grilli, con sintomi che vanno da lieve orticaria a gravi shock anafilattici. Si tratta spesso di pazienti già allergici ad altre sostanze, sia alimentari che animali"

Farine di grillo, biscotti di locusta, pasta di larve: gli insetti arriveranno presto sugli scaffali dei supermercati, dopo i 4 decreti ministeriali che regolano la vendita anche in Italia di questi prodotti.

Come abbiamo già anticipato nelle scorse settimane, infatti, ben presto troveremo fra i prodotti disponibili al supermercato la farina di grillo (e di altri insetti) come ingrediente principale per la preparazione di prodotti farinacei, da forno, come biscotti, merendine, panini e grissini.

Ma gli esperti della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic) mettono in guardia: “i prodotti derivati dagli insetti possono indurre allergie alimentari e casi sono già stati registrati in Cina, Stati Uniti e qualcuno anche in Europa”. Vediamo nel dettaglio.

Farina di grillo, quanto è pericolosa per le allergie?

Secondo le stime degli esperti, con l’utilizzo della farina di grillo e di altri insetti sono “a rischio alto di reazioni allergiche da insetti il 2% degli italiani sensibili ai crostacei, circa 800mila persone”.

Per tutelarli “è importante che le etichette riportino con chiarezza le informazioni in merito all’eventuale contenuto di prodotti derivati da insetti, così da poter fare scelte alimentari consapevoli e non correre pericoli”.

In letteratura scientifica – afferma Mario Di Gioacchino, presidente Siaaic – sono già stati riferiti numerosi casi di pazienti con reazioni a farine di artropodi, in particolare a quelle di grilli, con sintomi che vanno da lieve orticaria a gravi shock anafilattici.

Si tratta spesso di pazienti già allergici ad altre sostanze, sia alimentari che animali, che nella maggior parte dei casi avevano un’allergia nota ai crostacei e dopo aver ingerito farine di grillo hanno avuto una reazione. Sia nei crostacei che nei grilli sono infatti presenti molecole simili, che quindi giustificano una reazione crociata tra i due alimenti.

Anche molluschi, insetti, acari della polvere, cavallette, vermi della farina, granchi, scarafaggi, moscerini della frutta sono artropodi come crostacei e grilli, condividono perciò molte proteine; quelle individuate più spesso come causa di reazione crociata sono la tropomiosina e l’arginina chinasi, più raramente l’esamerina 1B e le catene leggere e pesanti della miosina. Si ipotizza, peraltro, la possibile presenza di proteine cross-reattive non ancora individuate, e in generale si suppone una reattività crociata tra questi alimenti attorno al 90%”.

Le farine di insetti o la farina di grillo a scopo alimentare – riporta una nota Siaaic- sono un’abbondante fonte di proteine, grassi, vitamine e minerali ed emettono meno gas serra rispetto alla maggior parte del bestiame; anche per questo il mercato è in continua crescita e si stima che per il 2030 riguarderà 390 milioni di consumatori, che acquisteranno questi nuovi alimenti per 260mila tonnellate.

Tuttavia, anche le istituzioni nel dare l’ok con 4 decreti ministeriali all’arrivo degli insetti sulle nostre tavole, hanno sottolineato l’importanza di una corretta informazione ai consumatori e segnalato la necessità di riportare in etichetta l’ingrediente “farina di grillo” (o di altri insetti) anche se non presente al livello massimo previsto, con informazioni chiare sulle confezioni e su ogni aspetto della catena alimentare.

Cautele condivise da Siaaic perché, come sottolinea Di Gioacchino,

“il rischio di anafilassi – spiega – dopo l’ingestione di farine di artropodi, in particolare grilli, in chi è allergico ai crostacei o agli acari non è di dominio comune, i pazienti non sono consapevoli della necessità di evitare l’ingestione di insetti”.

E “poiché questi sono sempre più promossi come fonte di proteine in tutto il mondo, i medici dovranno educare i pazienti su questo rischio e le agenzie di regolamentazione dovranno considerare l’esigenza di un’etichettatura precauzionale pertinente, in modo da favorire un consumo consapevole e senza rischi”, conclude.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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