Innovazione

Farina di grillo per panini, pizze, grissini e non solo: arriva l’ok dalla Commissione Europea

La farina di grillo - o meglio, la polvere - sarà denominata sulle etichette come "polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)".

Una notizia che farà storcere il naso a molti di noi: la Commissione Europea ha dato il suo beneplacito per l’utilizzo della farina di grillo (una sorta di polvere “sgrassata” dell’Acheta domesticus, il comune grillo domestico). Sebbene se ne parlasse già da un po’ di tempo e la cosa a molti proprio non andrà giù, la sperimentazione sugli alimenti alternativi (e sicuri per la salute dell’uomo) è ufficialmente partita.

La farina di grillo, un sostituto dei farinacei

La sperimentazione che oggi porta all’autorizzazione della commercializzazione della farina di grillo come sorta di farinaceo nasce, in realtà, qualche tempo fa. Sia chiaro: anche chi ne scrive tende a storcere il naso innanzi al pensiero di un panino impastato con tale alimento primario, ma è anche palese che si tratta di un limite esclusivamente culturale.

In molte parti del mondo, infatti, insetti e animali – fra cui i grilli – fanno parte della “normale” alimentazione proteica: se, ad esempio, siete stati in Messico è facile che, nel corso di qualche escursione, vi abbiano potuto offrire grilli fritti o al cioccolato (è successo davvero). O ancora, in India, Thailandia e Corea e in generale nel Sud-Est Asiatico si mangiano un sacco di insetti, eppure stanno tutti bene.

Tornando alla questione dirimente, l’Unione Europea – complice la povertà alimentare e la diminuzione delle risorse cui andremo incontro nel prossimo futuro – nel parere scientifico chiesto dalla Commissione all’Autorità per la sicurezza alimentare,

“ha concluso che la polvere di grillo, che sia parzialmente sgrassata e di Acheta domesticus (grillo domestico), è sicura alle condizioni e ai livelli d’uso proposti. Tale parere scientifico presenta pertanto motivazioni sufficienti per stabilire che la polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus, se utilizzata nel pane e nei panini multicereali, nei cracker e nei grissini, nelle barrette ai cereali, nelle premiscele secche per prodotti da forno, nei biscotti, nei prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita.

Non solo: potrà essere utilizzata anche nelle salse, nei prodotti trasformati a base di patate, nei piatti a base di leguminose e di verdure, nella pizza, nei prodotti a base di pasta, nel siero di latte in polvere, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre e nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack a base di farina di granturco, nelle bevande tipo birra, nei prodotti a base di cioccolato, nella frutta a guscio e nei semi oleosi, negli snack diversi dalle patatine e nei preparati a base di carne, destinati alla popolazione generale, soddisfa le condizioni per l’immissione sul mercato”.

La polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico), si legge nel provvedimento, quindi la farina di grillo, “è autorizzata a essere immessa sul mercato dell’Unione Europea. La polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) è inserita nell’elenco dell’Unione dei nuovi alimenti istituito dal regolamento di esecuzione (Ue) 2017/2470”.

La sperimentazione sulla farina di grillo

Che si sappia: la farina di grillo, in 100 grammi contiene il 60 % di proteine perfettamente equilibrate con la fibra alimentare, grassi monoinsaturi, vitamine, microelementi. Ma come e dove la troveremo?

Secondo quanto autorizzato dall’Unione Europea, a vendere la farina di grillo per un periodo di cinque anni a decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento, 24 gennaio 2023, è autorizzata solo la società Cricket One Co. Ltd “salvo nel caso in cui un richiedente successivo ottenga un’autorizzazione per tale nuovo alimento senza riferimento ai dati scientifici protetti a norma dell’articolo 3 o con il consenso di Cricket One Co. Ltd”.

La farina di grillo – o meglio, la polvere – sarà denominata sulle etichette come “polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)”. L’etichetta dei prodotti alimentari contenenti polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico), si legge, indica che tale ingrediente può provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere. Tale indicazione figura accanto all’elenco degli ingredienti.

La farina di grillo, comunque, è costituita dalla polvere parzialmente sgrassata ottenuta da Acheta domesticus (grillo domestico) intero mediante una serie di fasi, che prevedono un periodo di digiuno di 24 ore degli insetti per consentire lo svuotamento intestinale, l’uccisione degli insetti mediante congelamento, il lavaggio, il trattamento termico, l’essiccazione, l’estrazione dell’olio (estrusione meccanica) e la macinazione.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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5 commenti

  1. ho letto di queste farine di grilli e insetti vari su questo sito farine di grillo . eu ma mi spaventano un po sinceramente, voi che ne pensate? ci sono rischi per la salute?

    1. Gentile Ciccio,

      non dovrebbero sussistere reali rischi per la salute delle persone in termini assoluti, o meglio: l’utilizzo (in una percentuale che non dovrebbe superare il 5%) di farina di grillo o di altri insetti potrebbe arrecare danni all’organismo umano in termini di assimilazione ma come reazioni avverse non dissimili dalle allergie alimentari già note, come ad esempio quelle alla frutta a guscio, le arachidi, il sesamo o i crostacei (fonte Efsa, l’autorità alimentare Europea). Inoltre, in diversi Paesi del mondo gli insetti vengono ingeriti quotidianamente al pari del pesce e della carne, senza provocare un’ecatombe. Quello che alcuni hanno posto come “dubbio”, in realtà, è il concreto apporto calorico/proteico e di sostenibilità ambientale rispetto ai metodi di alimentazione tradizionali del mediterraneo, quindi rispetto alle farine finora utilizzate. La invito a leggere qui https://www.fmag.it/2023/01/19/grilli-vermi-locuste-alimentazione/ le differenti posizioni in merito.

        1. il rischio è insito in ogni alimento consumato. Anche la carne è potenzialmente rischiosa. E per il vino, lo abbiamo scritto in questo articolo, si sta vagliando anche la possibilità di inserire la dicitura direttamente in etichetta. Quindi quando parliamo di tali percentuali vuol dire che – di fatto – stiamo parlando di alimenti sostanzialmente innocui e in questo senso i rigidi controlli UE sono una garanzia. Non escludere il minimo rischio fa parte del gioco, solo che parlando di grilli ci fa più impressione :D anche a noi di F-Mag in primis!

        2. Ciao Leonardo,
          come scrivevo prima, secondo l’autorità alimentare Europea i rischi sono legati solo a possibili allergie, alla stregua di quelle già note (crostacei, frutta secca e così via). Occorrerà capire se ci saranno altri studi in merito per saperne di più sicuramente oppure, in alternativa, se il Governo Italiano avvierà uno studio indipendente per studiarne gli effetti/impedirne il commercio!

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