Editoriale

Ma il Reddito di Cittadinanza non è comunque la risposta

Ad oggi il Reddito di Cittadinanza è un sussidio di disoccupazione (come lo era il REI) che viene erogato anche ai pensionati che hanno una pensione sotto la minima. Per come è stato pensato, strutturato e realizzato è l’ennesimo sussidio erogato in uno Stato dove la pressione fiscale è enorme e pesa per la quasi totalità sulle spalle di poco meno di 5 milioni di contribuenti. In una parola: insostenibile.

Nelle scorse ore l’Unione Europea ha raccomandato l’adozione di un reddito minimo garantito per gli Stati membri. La notizia è stata accolta con giubilio dal Movimento 5 Stelle che l’ha vissuta come una vittoria della bontà delle proprie scelte e – in particolare – del suo atto simbolo: il Reddito di Cittadinanza.

Reddito di Cittadinanza e Reddito Minimo Garantito

Quanta verità in questa affermazione dell’eurodeputata Sabrina Pignedoli ad esempio:

Altro che smontato o cancellato, il reddito di cittadinanza è uno strumento utile al contrasto alla povertà e per la Commissione europea va potenziato e rafforzato come vuole il Movimento 5 Stelle”

Sabrina Pignedoli

Abbastanza, probabilmente per gli standard pentastellati, ma comunque poca. Andiamo a vedere perchè.

Come e perché nasce il Reddito di Cittadinanza?

Il Reddito di Cittadinanza nasce come risposta semplicistica a due enormi problemi che affliggono il mercato del lavoro italiano:

  • gli stipendi bassi che in alcuni casi sono addirittura sotto la soglia di povertà;
  • l’atavica mancanza di alcune skills (competenze) ricercate nel mondo del lavoro.

Nel presentare la sua proposta, in più di un’occasione il M5S ha parlato di una grande riforma dei Centri per l’Impiego che si sarebbe dovuta affiancare all’erogazione del Reddito di Cittadinanza.

Ad oggi, A.D. 2023, di questa riforma dei Centri per l’Impiego non v’è traccia. 

Per come è stato pensato e realizzato ad oggi il Reddito di Cittadinanza è un sussidio di disoccupazione (come lo era il REI) che viene erogato anche ai pensionati che hanno una pensione sotto la minima (e qui bisognerebbe aprire una ulteriore parentesi sulle pensioni minime nel 2023, ma ci servirebbe troppo tempo).

Il Reddito di Cittadinanza sta risolvendo qualche problema in Italia?

La risposta breve è: NO.

Il Reddito di Cittadinanza non sta risolvendo nessun problema strutturale. Al più, è l’ennesimo sussidio / bonus / mancetta che viene erogato dall’alto da uno Stato assistenzialista ma che non risolve alla radice nessun problema.

La risposta lunga, e qui torniamo anche all’affermazione dell’eurodeputata, è che la Commissione Europea, per quanto voglia assolutamente evitare l’esclusione sociale delle fasce deboli della popolazione europea (e ci mancherebbe altro), dice però una cosa corretta nella persona del Commissario Nicolas Schmit, ossia:

“Se non c’è un chiaro schema di inserimento nel mercato del lavoro si incorre il rischio che queste persone non trovino nessun lavoro. L’’incitamento al lavoro deve fare parte integrante della politica in materia di reddito minimo”.

Nicola Schmit

Inoltre, Bruxelles propone di “accompagnare il sostegno al reddito migliorando l’accesso ai servizi abilitanti – come l’istruzione e la cura della prima infanzia, l’assistenza sanitaria, l’assistenza a lungo termine e l’alloggio – e ai servizi essenziali – come l’acqua, i servizi igienico-sanitari, l’energia, i trasporti, i servizi finanziari e le comunicazioni digitali”.

Tutto questo senza dimenticare come detto l’incentivo al lavoro, che va fatto attraverso “il supporto per migliorare le competenze, per cercare un lavoro e per mantenerlo“, anche con “un supporto post-collocamento”. Cosa che nell’attuale erogazione del Reddito di Cittadinanza non esiste. 

Quindi se è sicuramente legittimo sostenere che, in una fase di pandemia e guerra, il Reddito di Cittadinanza ha aiutato molte famiglie sostenendo il bilancio familiare, è altrettanto vero che il Reddito di Cittadinanza per come è stato pensato, strutturato e realizzato è l’ennesimo sussidio erogato in uno Stato dove la pressione fiscale è enorme e pesa per la quasi totalità sulle spalle di poco meno di 5 milioni di contribuenti.

In una parola: insostenibile

Felice Luca Maglione

Cresciuto e pasciuto in una nota città dell'Italia meridionale costruita alle pendici di un vulcano, come lei si nutre di mille passioni ed interessi che lo hanno reso dall'età di 14 anni il cliente perfetto per ogni negozio di barberia di provincia che si rispetti. Amante delle Isole britanniche e dell'Irlanda (la sua seconda casa) alterna deliri economici, politici e calcistici quando non fa finta di lavorare come analista.

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