Gender gap Italia, INPS: stipendio donne mediamente 7k euro inferiore a uomini
Il reddito medio di un uomo in Italia nel 2021 è di 25.958 euro. Il reddito medio di una donna invece si ferma a 19.218 euro: il gender gap retributivo si attesta quindi intorno ai 6740 euro, spicciolo più e spicciolo meno. Questa secondo l'INPS la fotografia della disparità di genere tra uomini e donne in Italia nel 2021.
Il gender gap in Italia continua a pesare. Il reddito medio di un uomo, o meglio di un “maschio”, in Italia nel 2021 è di 25.958 euro. Il reddito medio di una donna invece si ferma a 19.218 euro: il gender gap retributivo si attesta quindi intorno ai 6740 euro, spicciolo più e spicciolo meno.
Questa, secondo l’INPS, la fotografia della disparità di genere tra uomini e donne in Italia lo scorso anno. I dati dell’Osservatorio lavoratori dipendenti e indipendenti dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale mostrano come la differenza retributiva aumenti notevolmente con l’avanzare dell’età del campione, arrivando fino a 9mila euro di differenza per lavoratori e lavoratrici tra i 50 e i 54 anni.
Segue negli stessi momenti la ricerca di ACLI che afferma che le donne hanno contratti peggiori e a parità di ruolo stipendi peggiori. E che il 35% delle donne lavoratrici in Italia guadagna meno di 15mila euro.
In generale, le donne in Italia hanno affrontato sfide significative nel mercato del lavoro, come la discriminazione di genere, l’ineguaglianza retributiva e la mancanza di opportunità di carriera. Inoltre, le donne spesso affrontano sfide nell’equilibrio tra lavoro e vita privata a causa della scarsa disponibilità di servizi di cura dei figli e della mancanza di sostegno da parte del governo per l’assistenza alla famiglia.
Il gender gap in Italia
Il divario di genere, o gender gap, in Italia è una misura dell’ineguaglianza tra uomini e donne in diversi ambiti, come l’istruzione, il lavoro, la politica e la salute. In Italia, il divario di genere è ancora significativo in molti settori e continua a essere una sfida importante per il Paese, e i dati sul lavoro diffusi in queste ore lo dimostrano.
Nel campo dell’istruzione, le donne in Italia hanno generalmente livelli di istruzione più alti degli uomini, ma ci sono ancora differenze significative nella scelta dei percorsi di studi e nel tasso di abbandono scolastico. Nel mondo del lavoro, invece, le donne in Italia hanno una presenza più limitata rispetto agli uomini e spesso sperimentano discriminazione di genere e ineguaglianza retributiva. Le donne sono anche sottorappresentate nella politica, con una percentuale significativamente inferiore di donne elette a livello locale e nazionale rispetto agli uomini.
Per affrontare il divario di genere in Italia, sono state intraprese diverse azioni, come la promozione dell’educazione di genere e dell’uguaglianza di genere, la creazione di programmi di sostegno all’imprenditoria femminile e l’adozione di leggi contro la discriminazione di genere.
Non solo: è stata approvata anche la norma Uni PDR 125:2022, la norma per la quale entro il 2026 le aziende italiane dovranno conformarsi con la certificazione sulle pari opportunità. La Uni PDR 125:2022 rappresenta, infatti, una delle principali previsioni contenute nel PNRR nel quadro della priorità trasversale relativa alla parità di genere, supportando il rispetto dei requisiti normativi e favorisce la rendicontazione sulla situazione di impiego maschile e femminile che la Legge 162 di novembre 2021 (Legge Gribaudo) ha reso obbligatoria per tutte le aziende, pubbliche e private, con più di 50 dipendenti.
Anche alcune Regioni si stanno dando da fare per prevedere percorsi “premiali” per le aziende che si impegnano a superare il gender gap e il gender pay gap. Tuttavia, e questi dati lo dimostrano, c’è ancora molto lavoro da fare per eliminare il divario di genere in Italia e garantire l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti della vita.