Tecnologia

Chi ha paura del Metaverso? I rischi e i pericoli (percepiti) degli utenti

Oltre un italiano su due (il 56%), quando accede al Metaverso, si sente esposto a rischi legati al furto dei dati personali, allo sviluppo di problemi fisici e a frodi e truffe economiche.

Il Metaverso è uno degli argomenti più dibattuti nell’ultimo anno: fra i sostenitori, gli adoratori e coloro che proprio non ne vogliono sentir parlare – e che magari si chiedono che fine abbia fatto Second Life, il primo effettivo Metaverso – ad oggi, il progresso tecnologico consente di esplorare vite, percorsi ed esperienze completamente virtuali, in un connubio di spazi privati e commerciali sostenuti dai brand più famosi.

È sufficiente indossare un visore per entrare in un ambiente costruito ad hoc all’interno del quale è possibile svolgere le stesse attività che abitualmente portiamo avanti offline: il Metaverso da la possibilità di virtualizzare le esperienze apre a molteplici opportunità, come scelte più consapevoli, un apprendimento pratico ma svolto in sicurezza o un potenziale di socializzazione e interconnessione più ampio.

A queste innumerevoli opportunità si accompagnano tuttavia altrettanti rischi: noti, perché simili a quelli a cui siamo esposti nella nostra vita «offline», ma anche ignoti, perché le regole e le dinamiche del Metaverso lasciano spazio all’insorgere di criticità sconosciute

Quali sono i rischi connessi al Metaverso?

Secondo i dati dell’ultima ricerca di Ipsos, “Comportamenti sul web ed esposizione percepita ai rischi” presentata oggi nel corso di una tavola rotonda dal titolo «Wallife Edge 2023», che si è posta l’obiettivo di riflettere sulle potenzialità incrementali della scienza e della tecnologia e sulle nuove insidie ed inedite criticità a cui saremo esposti nel prossimo futuro, oltre un italiano su due (il 56%), quando accede al Metaverso, si sente esposto a rischi legati al furto dei dati personali, allo sviluppo di problemi fisici e a frodi e truffe economiche.

“La tecnologia è progredita a tal punto che oggigiorno il Metaverso è un ambiente per molti aspetti estremamente simile ai contesti che ognuno di noi frequenta offline” – ha commentato a margine dell’evento Maria Enrica Angelone, CEO di Wallife – “Tale somiglianza apre a innumerevoli opportunità, ma implica anche una serie di rischi per l’individuo del tutto nuovi. Il nostro obiettivo è esplorare tali rischi, comprenderne le dinamiche, e soprattutto consentire agli individui di fruire di questo ambiente con la migliore protezione assicurativa possibile”.

Secondo Ipsos, un italiano su due riconosce l’esistenza di almeno un rischio legato a questo nuovo ambiente digitale: il 56% teme di subire un furto di dati personali o una frode economica, oppure di sviluppare problemi alla vista, nausea o epilessia.

Il 53% ha paura che la frequentazione del Metaverso riduca la propria capacità di interazione e socializzazione con gli altri oppure che porti all’insorgere di ansie o fobie. Il 49% è spaventato dalla possibilità di incorrere in malattie mentali quali depressione o dipendenza. Tra i conoscitori e gli heavy users del Metaverso, invece, prevale il timore di frodi e truffe economiche, indicato quale rischio principale dal 64% della popolazione.

Non solo però rischi: «Wallife Edge 2023», ospitando una serie di interventi di esperti e leader d’impresa, ha illustrato anche le molteplici opportunità che questo nuovo ambiente digitale offre agli utenti. Partendo dal concetto di Metaverso quale paradigma tecnologico dei prossimi anni,  si sono approfonditi alcuni dei nuovi strumenti che in futuro potrebbero cambiare radicalmente la nostra quotidianità. Dal meta-turismo, la possibilità di esplorare città ed ecosistemi naturali già in fase decisionale per permettere a tutti di scegliere in modo più consapevole la propria meta vacanziera, alla meta-educazione, ossia la sperimentazione in ambiente virtuale di quanto appreso sui libri, già ampiamente diffusa nel settore medico e ospedaliero. L’analisi delle nuove prospettive del gaming, dell’entertainment e della finanza ha poi chiuso il dibattito.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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