Istituzioni

Quali sono gli obiettivi del Ministero delle imprese e made in Italy?

"Condividendo con il Ministero degli Affari Esteri il Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo (CIMIM) per la promozione, valorizzazione e tutela del Made in Italy - continua Urso - prevediamo misure compensative per le imprese che sono state maggiormente colpite dagli dalle sanzioni".

Il MISE – Ministero dello Sviluppo Economico – si rifà il look nel nuovo Governo Meloni: il dicastero precedentemente assegnato a Giancarlo Giorgetti (oggi ministro al MEF) e attualmente ad Adolfo Urso, cambia nome e diventa Ministero delle imprese e Made in Italy (MIMT). Ma quali sono gli obiettivi che perseguirà nei prossimi cinque anni?

Da Mise a MIMIT: cosa cambierà

Al di là della roboante retorica politica e di una scelta lessicale che sembrerebbe tendere alla demagogia, è importante comprendere quali sono gli obiettivi che si è dato il neonato dicastero dedicato alle imprese e al Made in Italy. Il Ministro Urso, in tal proposito, ha dichiarato:

“Con il decreto adottato oggi (ndr, venerdì) si realizza un Sistema Italia che aiuta in maniera organica e compiuta le imprese nella loro attività in Italia e nel mondo, concretizzando la mission del nuovo Dicastero. Quelli che sembravano slogan, sono già azioni concrete che vedono la collaborazione sinergica di tutti i Ministeri di questo Governo”.

“Condividendo con il Ministero degli Affari Esteri il Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo (CIMIM) per la promozione, valorizzazione e tutela del Made in Italy – continua Urso – prevediamo misure compensative per le imprese che sono state maggiormente colpite dagli dalle sanzioni. E con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica condividiamo altresì la politica energetica per le imprese. Infine grazie all’istituzione del difensore civico delle imprese decliniamo in modo tangibile la mission principale del Ministero “Non disturbare chi vuole fare”.

Un passo in avanti che sembrerebbe importante, almeno negli intenti: aiutare le imprese poste di fronte alla strozzatura della crisi energetica, istituire la figura del difensore civico per le aziende, promuovere (e difendere) i prodotti italiani nel mondo.

Ministero delle Imprese e Made in Italy: cosa farà

Nel dettaglio, il decreto relativo al Ministero delle Imprese e Made in Italy prevede:

  • una nuova denominazione del Dicastero: da Ministero dello Sviluppo economico a Ministero delle imprese e del made in Italy (MIMIT).
  • l’istituzione del Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo co-presieduto dai Ministri degli affari esteri e delle imprese e del Made in Italy, con il compito di indirizzare e coordinare le strategie finalizzate a promuovere, valorizzare e tutelare il Made in Italy in Italia e nel mondo. Tra i diversi compiti del CIMIM è di particolare importanza la possibilità che il Comitato individui meccanismi di salvaguardia e di incentivazione di settori produttivi nazionali, particolarmente colpiti dall’imposizione di nuovi dazi, alla previsione di regimi sanzionatori o alla presenza di ostacoli tariffari e non tariffari sui mercati internazionali.
  • a modifica delle norme relative ad ICE, SIMEST e SACE, stabilendo un maggiore coinvolgimento del MIMIT per la parte di competenza sulle linee di indirizzo strategico da dare al sistema pubblico per l’internazionalizzazione.
  • una delle novità è la copresidenza del Comitato Interministeriale per la transizione ecologica (CITE). Le riunioni per elaborare le strategie energetiche per le materie legate alla politica industriale saranno presiedute dal MIMIT.
  • una modifica sostanziale della norma contenuta nel decreto Aiuti ampliando il potere sostitutivo del MIMIT in caso di inerzia delle Amministrazioni Centrali nei procedimenti relativi a investimenti rilevanti per il sistema produttivo nazionale (si fa riferimento agli investimenti di almeno 25 milioni di euro aventi ricadute occupazionali significative) e prevedendo un’apposita struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese con specifici compiti volta a raccogliere e a dare seguito alle segnalazioni dei ritardi e dell’inerzia della PA centrale da parte delle imprese.

Non resta che augurare a tutti loro un buon lavoro. E sperare che la situazione in Italia – in termini di possibilità e investimenti per le aziende – veda presto un significativo miglioramento.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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