Tecnologia

Data Breach e attacchi hacker, il progetto SMI Lab parte dalla cybersecurity: 2022 anno peggiore

Nei giorni scorsi SMI Technologies and Consulting ha inaugurato il primo SMI Lab, una nuova tipologia di evento che vede il coinvolgimento diretto di CIO, CTO e IT manager di aziende private e pubbliche che avranno a disposizione per una mezza giornata il meglio dei consulenti SMI e dei brand partner tecnologici dell’azienda per testare nuove tecnologie in una serie di occasioni di confronto durante le quali verranno affrontate problematiche reali dei clienti presenti, in una ottica consulenziale che si sposa perfettamente la mission di Service Integrator con cui SMI si presenta al mercato.

 “Se andiamo a cercare la radice della parola consulenza, scopriamo che deriva da “cum-sedère” cioè stare seduti insieme. Ebbene, l’essenza della consulenza è tutta qui: mi siedo con il mio cliente, lo ascolto, gli faccio domande, capisco chi è, cosa necessita e quindi propongo soluzioni. È questo il modo con cui SMI vuole essere consulente per i suoi clienti: sedergli accanto come lo siamo oggi, per capire insieme e con competenza qual è la risposta più corretta ai suoi bisogni” – Cesare Pizzuto, General Manager di SMI Technologies and Consulting

SMI Lab, un punto sulla minaccia cyber

In un mondo sempre più interconnesso e nel quale la minaccia cyber è dietro l’angolo, SMI Lab vuole svolgere la funzione di traghettatore, guidando i propri clienti verso il nuovo, facendogli toccare con mano le situazioni che possono mettere in pericolo il loro business e mostrandogli le migliori soluzioni tecnologicamente avanzate.

Attraverso lo SMI Lab vogliamo mostrare due cose: la nostra competenza e qualità tecnica, e WatchGuard ne è un esempio; il nostro approccio verso i clienti che non è solo ed esclusivamente commerciale ma è soprattutto umano” – ha dichiarato Stefano Tiburzi, Co-founder di SMI Technologies and Consulting – “Per i nostri clienti non siamo semplici consulenti, noi ci affianchiamo a loro quotidianamente per mostrargli tutte le evoluzioni possibili delle loro attività ed il modo migliore per realizzarle in maniera sicura”- ha proseguito Tiburzi.

Quattro appuntamenti, strutturati in mezze giornate (dalle ore 9-13 circa), in un contesto interattivo nel quale ad un numero volutamente contenuto di partecipanti viene offerta l’opportunità di sperimentare nuove tecnologie e palesare le proprie esigenze e problematiche più comuni nell’ambito della cybersicurezza. I prossimi tre incontri saranno il 2 dicembre con Delinea; il 26 gennaio con Lenovo e a febbraio – con Dynatrace.

“SMI Lab rappresenta un’occasione di incontro e approfondimento per mettere in connessione i nostri partner tecnologici con le esigenze dei nostri clienti” – ha dichiarato Cinzia Mingiardi, Responsabile Comunicazione e Marketing di SMI Technologies and Consulting.

“Data breach e attacchi hacker” sono stati i temi affrontati nel primo appuntamento del quale è stato protagonista il partner tecnologico WatchGuard con gli interventi di Alessandro Vannini di Ethical Hacker Italiani e Stefano Arduini, Sales Engineering WatchGuard. È stata questa l’occasione per ribadire l’importanza di sensibilizzare gli utenti finali, siano essi dipendenti di un’azienda o di un ente pubblico, al tema della cybersicurezza.

“La formazione tecnica è fondamentale, ma più di questa è centrale che si affermi una vera e propria cultura della cybersicurezza” – ha dichiarato Gioacchino D’Amore, Channel Account Manager di WatchGuard.

Ad avvalorare questo concetto ci sono i dati illustrati da Alessandro Vannini, in base ai quali oggi sono due i principali modi per bucare un’azienda: per il 95% dei casi, tramite zero day e mancanza di protezioni sui servizi esposti, per il restante 5% tramite il furto di credenziali che involontariamente siamo noi utenti ad offrire al cyber criminale di turno. Il fattore umano è stato il concetto centrale ribadito più volte nel corso di questo primo appuntamento.

Il fattore cyber

Tanto più siamo consapevoli dei rischi che corriamo, tanto più siamo pronti a mettere in sicurezza la nostra vita privata e lavorativa, evitando di dare nostre chiavi di accesso ad estranei malintenzionati. A maggior ragione nel contesto attuale, sempre più interconnesso ma al contempo indebolito da uno scenario geopolitico rivoluzionario, il cyber crime è diventato un tema all’ordine del giorno. L’obiettivo di SMI, insieme con i suoi eccellenti partner tecnologici, è proprio quello di far crescere nella stessa misura e ancor di più il tema della cybersicurezza.

Attraverso i laboratori WatchGuard, abbiamo notato che nell’ultimo periodo, a causa della guerra, c’è stato un aumento esponenziale degli attacchi cyber di qualsiasi tipo, in particolare phishing, e rivolti a chiunque privati, PA e aziende” – ha riportato Stefano Arduini, Sales Engineering WatchGuard.

“La cyber security oggi ha un’importanza elevatissima sia per le pubbliche amministrazioni che per le aziende private ed è il trend e anche la professione del futuro. Il problema principale è che in Italia non abbiamo ancora un tessuto infrastrutturale adeguato quindi bisogna partire dal basso, partire con umiltà cercando di far crescere il sistema di infrastrutture del Paese, partendo dalla sicurezza delle pubbliche amministrazioni che spesso non hanno nessuna copertura, per passare poi alla formazione delle persone sia di quelle adibite alla sicurezza che anche delle semplici persone che operano perché poi sono quelle che il 99% delle volte fanno passare i virus, i ransomware per mancanza di formazione” – ha affermato Alessandro Vannini, Ethical Hacker Italiani.

Conoscere le proprie paure e saperle gestire deve diventare un’azione quotidiana che ciascuno di noi deve compiere. L’ethical hacker punta proprio a fare questo, “ti fa scoprire le tue vulnerabilità, gioca con queste mostrandoti cosa potrebbe accadere se si scegliesse di non curarle e ti fornisce gli strumenti adatti per superarle e respingere qualsiasi minaccia” – ha ribadito Vannini.

SMI alla stessa maniera svolge questa funzione di ethical hacking verso i suoi clienti guidandoli passo dopo passo verso la realizzazione di infrastrutture IT nuove così come nell’implementazioni di nuovi progetti. E lo fa nel mondo più gentile possibile “senza spaventare o terrorizzare il proprio cliente, ma offrendo ad esso l’assistenza tecnologica qualitativamente più elevata e affidabile” – ha affermato Massimiliano Melone, portavoce di Flat Parioli, raccontando una case study reale della collaborazione con SMI Technologies and Consulting in ambito cybersecurity.

Redazione

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