Società

Be Cultour, la sperimentazione per il turismo post Covid

Be Cultour il nuovo progetto del Cnr Iriss per attivare un’economia circolare a partire da 6 territori di sperimentazione

Uno dei settori più colpiti dalla pandemia da virus Covid 19 è sicuramente il turismo: mentre fino al 2019 si viveva con la libertà e la consapevolezza di potersi muovere ovunque nel mondo, anche grazie alle offerte low cost, adesso sembra impensabile perfino programmare un weekend oltre i confini regionali o cittadini, complice l’alternanza di “zone” colorate e la diffusione ancora alta del virus.

L’attuale crisi però può rappresentare anche un’opportunità per rendere l’industria del turismo più resiliente e rafforzare la trasformazione verde e digitale del turismo dell’Unione Europea, mantenendo la posizione dell’Europa come principale destinazione e massimizzando il contributo dell’industria alla crescita e all’occupazione.

Da questa spinta positiva e resiliente nasce Be Cultour, il nuovo progetto del Cnr Iriss per attivare un’economia circolare a partire da 6 territori di sperimentazione.

Il progetto Be Cultour

Domani, giovedì 4 marzo 2021, verrà presentato al pubblico il progetto Be Cultour – Oltre il turismo culturale: reti di innovazione del patrimonio come motori dell’europeizzazione verso un’economia circolare del turismo incentrata sull’uomo” in modalità remota: il progetto di ricerca è coordinato dal CNR IRISS di Napoli  con un ampio consorzio di partner europei e non europei, ed è finanziato dalla Commissione Europea con un investimento di 4 milioni di euro per i prossimi tre anni.

Il progetto è risultato vincitore con il massimo punteggio su 86 proposte presentate a marzo 2020, viene così illustrato da Massimo Clemente, direttore del CNR IRISS ed esperto in “Urbanistica e valorizzazione del paesaggio”:

“L’obiettivo del progetto è ambizioso: uscire dalla grave crisi che ha colpito il settore turistico attivando un modello “circolare” e sostenibile di turismo culturale che permetta di innescare un processo di rigenerazione economica, sociale, culturale e ambientale a partire da 6 territori di sperimentazione europei e non-europei che hanno accettato la sfida: le regioni Basilicata in Italia, Aragon in Spagna, Västra Götaland (Göteborg) in Svezia, Larnaca a Cipro, Vojvodina in Serbia e infine l’area transfrontaliera del nord-est della Romania e della Moldavia”.

Il progetto si avvale di un team interdisciplinare: Antonia Gravagnuolo (coordinatrice del progetto Be.Cultour e ricercatrice del CNR IRISS), Alessandra Marasco (ricercatrice CNR IRISS in service management innovation ed esperta di innovazione collaborativa e service experience design nel turismo culturale),  Luigi Fusco Girard (professore emerito dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e professore associato al CNR IRISS) e Alfonso Morvillo (dirigente di ricerca del CNR IRISS ed esperto di economia del turismo, curatore del Rapporto italiano sul turismo annuale).

Il gruppo di lavoro può contare, inoltre, su Marco Fasciglione (giurista e ricercatore del CNR specializzato nella protezione internazionale dei diritti umani, la tutela dell’ambiente e la protezione dei migranti).

La Regione Basilicata, particolarmente coinvolta nell’iniziativa sarà rappresentata dall’Agenzia di Promozione Territoriale (diretta da Antonio Nicoletti), che opera come ente strumentale nella promozione turistica.

I partner saranno supportati da “Iniziativa Cube” che svilupperà strumenti di finanziamento innovativi per le soluzioni circolari selezionate.

I dati sul turismo

Secondo il report dell’ISTAT sul movimento turistico in Italia, nei primi nove mesi del 2020 si è registrato un calo complessivo del 68%, corrispondente a circa 74 milioni di incassi in meno. Una situazione non proprio rosea, se si pensa alle migliaia di persone che lavorano nel settore e nell’indotto relativo.

Le stime dell’Organizzazione mondiale del Turismo dell’Onu, inoltre, indicano un calo del 60% del turismo internazionale e tra 840 e 1000 miliardi di euro di perdite per l’industria mondiale dei viaggi.

Nel territorio europeo è stata stimata una riduzione tra il 60% e il 90% delle prenotazioni rispetto a periodi analoghi degli anni precedenti, con una perdita stimata di 6 milioni di posti di lavoro. A soffrirne sono tutti gli operatori della filiera turistica, che hanno ridotto dall’85% al 90% il loro fatturato nel 2020 (dati Commissione Europea).

Nel contesto di incertezza attuale, il progetto Be Cultour vuole rispondere all’esigenza di sviluppare approcci del tutto innovativi per promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile del turismo culturale nelle aree urbane e regioni europee e non-europee, favorendo la cooperazione a livello locale, regionale e transfrontaliero.

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Un modello “human – centred”

Il progetto Be Cultour propone una riflessione sulla ripresa sostenibile, che richiede trasporti economicamente accessibili e più sostenibili, migliori collegamenti, una gestione intelligente dei flussi turistici, una diversificazione dell’offerta turistica, lo sviluppo di competenze in materia di sostenibilità per i professionisti del turismo e maggiori sforzi per sensibilizzare alla varietà dei paesaggi e alla diversità culturale in tutta Europa.

Non ultimo, il turismo culturale richiederà un’attenzione particolare al tema della sicurezza sanitaria adeguando i contesti locali per la protezione e la tranquillità dei visitatori, ma anche fornendo informazioni aggiornate e sistemi di gestione del rischio in grado di assicurare una elevata resilienza anche in situazioni di temporanea emergenza.

Il modello di economia circolare “human-centred” già sviluppato nell’ambito di altri progetti europei del CNR IRISS come “CLIC”, e l’approccio di innovazione centrato sui “network collaborativi”, supporteranno le regioni di sperimentazione nello sviluppo dei loro Piani di Azione strategici.

Soluzioni innovative per il patrimonio culturale

Con Be Cultour verranno sviluppate almeno 18 soluzioni innovative per valorizzare l’immenso patrimonio culturale e naturale europeo, un potenziale motore di sviluppo sostenibile anche nelle aree più periferiche e marginali, centrando l’esperienza del visitatore sulle radici storiche e culturali europee “depositate” nel patrimonio di cultura tuttora esistente.

Il “luogo”, inteso come genius loci, lo spirito antico del sito che esprime il suo valore “intrinseco”, e le persone come co-creatrici della sua unicità, la cultura, l’arte, la tradizione, il folklore, le produzioni, la spiritualità, così come la sua “unica” quotidianità, sono il focus di Be Cultour, che mira a realizzare un progetto di sviluppo “circolare” a lungo termine nelle aree pilota coinvolte.

Ulteriori 12 regioni e città europee si aggiungeranno alle 6 aree pilota di sperimentazione già partner del progetto grazie ad un bando europeo che sarà aperto nelle prossime settimane. Altre regioni, quindi, si aggiungeranno al network di Be Cultour e saranno attivamente coinvolte e invitate a condividere le loro migliori pratiche partecipando alle attività di co-creazione, peer-learning e capacity building del progetto.

Il Consorzio Be Cultour comprende 15 partner, tra cui istituti di ricerca, governi locali come comuni, province e regioni, imprese private, fondazioni, organizzazioni non profit.

Redazione

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