Colmare lo skill gap per rispondere alle sfide di un mercato del lavoro sempre più complesso
Sarebbe fondamentale intervenire sul sistema di orientamento scolastico, perché non sempre i giovani diplomati hanno un’adeguata conoscenza del mercato del lavoro e di quelle che sono le esigenze reali delle imprese.
La situazione del mondo del lavoro in Italia presenta ad oggi uno skill gap non indifferente fra le competenze richieste dalle aziende e quelle che il mercato riesce ad offrire. Da una recente indagine di Confartigianato emerge un quadro piuttosto sconfortante: le aziende italiane faticano a trovare il 52% della manodopera qualificata e in più, nel nostro Paese, il 23,1% (circa 1.114.000 persone) di giovani fra i 15 e i 29 anni non studia, non si forma e non cerca lavoro.
“Questi dati – spiega Salvatore Caruso, Manager JHunters brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato – dimostrano quanto sia complicato, in una situazione simile, facilitare lo sviluppo organico e la crescita della macchina produttiva pur avendo a disposizione un capitale umano che potrebbe soddisfare le esigenze delle aziende”.
Colmare lo skill gap: ripartire dai percorsi di studio
“La vera sfida, in realtà, non è tanto far incontrare domanda e offerta – spiega ancora Caruso – ma far sì che l’offerta di lavoratori qualificati possa crescere in maniera efficiente, così da rispondere ai bisogni delle aziende. Come? In primo luogo creando piani di studio e scuole di specializzazione che formino giovani con le giuste competenze, legate soprattutto all’innovazione digitale e all’ambito STEM”.
La riforma degli ITS, che da luglio 2022 sono stati ribattezzati ITS Academy, può considerarsi un piccolo passo nella giusta direzione, ma non può essere certamente una risposta esaustiva. Parliamo di una riforma da 48.000.000 di euro, per un intervento rivolto a un istituto di specializzazione post-diploma.
La strada dovrebbe essere quella di rivedere e perfezionare i piani formativi degli istituti tecnici, in quanto la scuola secondaria è il principale bacino dal quale le aziende attingono per soddisfare le proprie necessità di personale tecnico-qualificato.
Sul fronte università lo skill gap regge meglio il confronto con il mercato del lavoro, ma anche per i laureati la domanda delle aziende è maggiore dell’offerta, soprattutto quando parliamo di profili STEM. Sarebbe fondamentale intervenire sul sistema di orientamento scolastico, perché non sempre i giovani diplomati hanno un’adeguata conoscenza del mercato del lavoro e di quelle che sono le esigenze reali delle imprese.
“La formazione – aggiunge Salvatore Caruso – resta certamente una delle vie principali che le aziende devono percorrere per provare a colmare il gap di competenze. Il caso del programma Cybersecurity Skilling di Microsoft Italia è un esempio lampante di come un’impresa possa giocare un ruolo attivo nel tentativo di ridurre quella distanza di competenze, ma c’è ancora molto da fare“.
Hunters Group, per colmare il gap di competenze, ha in programma per il nuovo anno accademico e scolastico di proseguire la collaborazione e il partenariato con gli enti formativi (ITS, Università, Master, Junior Enterprise) e le associazioni studentesche:
“Questa collaborazione – conclude Caruso – crea un circolo virtuoso tra azienda e studenti, perché alimenta lo scambio di esperienze e competenze. L’obiettivo è avvicinare gli studenti al mondo del lavoro ed aiutarli a scegliere consapevolmente per il proprio futuro. La risposta di chi partecipa agli eventi di orientamento è sempre molto positiva e dimostra quanta voglia di conoscenza e proattività lavorativa abbiano i ragazzi che, per primi, avvertono la necessità di ridurre il mismatch scuola/università e mondo del lavoro, in un mercato sempre più in movimento e digitalizzato”.