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Dalla ricerca al business: con il PNRR nascono i 5 Centri Nazionali per la Ricerca

"Oggi vedono la luce i cinque Centri nazionali, un nuovo sistema di collaborazione tra atenei, enti di ricerca, imprese, istituzioni che creeranno filiere di ricerca e innovazione per l’Italia del futuro, grazie all’attuazione di una delle missioni principali del Pnrr".

Nascono i 5 Centri Nazionali per la ricerca in filiera previsti dalla Componente “dalla ricerca al business” della Missione “Istruzione e Ricerca” del Piano nazionale di ripresa e resilienza grazie a 1,6 miliardi di euro. Li ha presentati il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, oggi in Consiglio dei Ministri. Lo rende noto il Ministero in queste ore.

Cosa sono i 5 Centri Nazionali per la Ricerca

I cinque Centri Nazionali per la Ricerca sono dedicati ad altrettante aree individuate come strategiche per lo sviluppo del Paese: Simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni; Agritech; Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna; Mobilità sostenibile; Biodiversità.

I Centri nazionali per la Ricerca nascono come aggregazioni di università, di enti e organismi pubblici e privati di ricerca, di imprese presenti e distribuite sull’intero territorio nazionale e sono organizzati con una struttura di governance di tipo Hub & Spoke, con l’Hub che svolgerà attività di gestione e coordinamento e gli Spoke quelle di ricerca.

“La ricerca e l’alta formazione si mobilitano per dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini”, sottolinea il ministro Maria Cristina Messa. “Oggi vedono la luce i cinque Centri nazionali, un nuovo sistema di collaborazione tra atenei, enti di ricerca, imprese, istituzioni che creeranno filiere di ricerca e innovazione per l’Italia del futuro, grazie all’attuazione di una delle missioni principali del Pnrr”.

Il Ministro Messa continua a spiegare:

Per la prima volta, in modo così sinergico e a carattere nazionale, i sistemi pubblico e privato sono insieme per creare eccellenze e generare una crescita collettiva che accorci le distanze e colmi i divari, attraverso lo sviluppo di progetti dedicati a temi tecnologici innovativi. È stato un lavoro di squadra, coordinato dal ministero dell’Università e della Ricerca, al quale hanno partecipato tante realtà, tra cui i ministeri dello Sviluppo economico, per il Sud e la Coesione territoriale, per gli Affari regionali e le Autonomie”.

Con i Centri nazionali – conclude il Ministro – daremo spazio alla creatività e alle competenze di giovani ricercatori, con particolare attenzione alla parità di genere e alla valorizzazione delle risorse del Mezzogiorno, per oltre il 40%. Abbiamo la possibilità di competere uniti e con una nuova determinazione, a livello internazionale”.

Sono, complessivamente, 55 le università italiane e le Scuole Superiori coinvolte, molte impegnate in più Centri con professori, ricercatori, dottorandi di diversi dipartimenti. Lo stesso vale per gli enti pubblici di ricerca e altri organismi di ricerca pubblici o privati, 24 in tutto, che mettono in rete i diversi istituti presenti in tutta Italia, e per alcune imprese (65 in tutto quelle partecipanti ai 5 Centri).

Gli investimenti serviranno per assumere ricercatori e personale da dedicare alla ricerca (di cui almeno il 40% donne), per creare e rinnovare le infrastrutture e i laboratori di ricerca, per realizzare e sviluppare programmi e attività di ricerca dedicati alle cinque tematiche, per favorire la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali a più elevato contenuto tecnologico come start-up e spin off da ricerca, per valorizzarne i risultati.

Nei prossimi giorni verranno chiusi i decreti di concessione e assegnate le risorse.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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