Ricerca industriale e sviluppo sperimentale, arriva il fondo da 50 milioni
Arriva il Fondo Italiano per le Scienze Applicate (FISA) dedicato alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale per rilanciare l’innovazione e la tecnologia nel Bel Paese.
Questo nuovo stimolo alla ricerca industriale è stato istituito con la legge di bilancio 2022 che ha stanziato 50 milioni di euro per il 2022 e ha previsto una crescita nel tempo per arrivare a 250 milioni a decorrere dal 2025. L’obiettivo preposto è quello di promuovere la competitività del sistema produttivo nazionale attraverso la valorizzazione della ricerca industriale e dello sviluppo sperimentale, e si affianca al Fondo Italiano per la Scienza dedicato, invece, alla ricerca fondamentale.
«Il Fondo Italiano per le Scienze Applicate è un importante tassello, finanziato interamente da risorse nazionali grazie al sostegno del ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, per innalzare il livello di attrazione, competitività e innovazione dell’Italia» ha detto il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa.
«L’obiettivo è elevare la capacità di fare ricerca nel nostro Paese, garantire sempre maggiori opportunità soprattutto ai giovani e trasformare i risultati conseguiti in attività di interesse economico e sociale sostenibile e duraturo nel tempo, grazie a una forte e sana interazione tra pubblico e privato».
Come funzionerà il Fondo per la ricerca industriale
Le risorse del Fondo per la ricerca industriale saranno attivate attraverso avvisi pubblici nei quali verranno definiti gli ambiti di intervento, specifici requisiti delle proposte, dei criteri di valutazione e le risorse dedicate.
Secondo quanto comunica il MUR,
il provvedimento intende valorizzare le più rilevanti idee innovative proposte da singole persone (Principal Investigator-PI) appartenenti al sistema della ricerca nazionale, pubblica e privata, e metterle in condizione, avendo la garanzia di un’ampia capacità decisionale, di sviluppare innovative proposte progettuali, presso l’istituzione di appartenenza o presso una diversa istituzione ospitante.
Il decreto specifica, inoltre, che le attività progettuali finanziabili sono attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale e mira a orientare le risorse verso le proposte che dimostreranno chiaramente le ricadute e gli impatti, anche di tipo industriale, dei risultati perseguiti, in termini di nuovi prodotti o servizi in grado di contribuire alla risoluzione di importanti problematiche sociali e di introdurre, nel contesto socio-economico e industriale di riferimento, significative e competitive innovazioni di prodotto o di processo.
La valutazione scientifica delle proposte sarà effettuata da esperti tecnico scientifici individuati dal Comitato Nazionale per la Valutazione della Ricerca e nominati dal ministero dell’università e della ricerca.
«Con gli investimenti nella ricerca industriale intendiamo favorire la capacità di sviluppare idee e progetti innovativi che trasferiti al mondo delle imprese ne accrescono la competitività sui mercati» dichiara il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.
«Il fondo per le scienze applicate è un ulteriore strumento messo a disposizione dal governo con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio di conoscenze e competenze dei giovani ricercatori italiani rendendolo più facilmente accessibile alle filiere industriali, invertendo la tendenza del fenomeno della fuga dei cervelli all’estero che in questi anni ha impoverito il tessuto economico e sociale dell’Italia».