Lo smartphone è di nuovo rotto? C’è il “diritto alla riparazione”: la proposta europea
Il "diritto alla riparazione" reclamato dall'UE contro la tendenza di dover sostituire i prodotti guasti. E la battaglia riguarda anche l'obsolescenza, che nell'intenzione comunitaria diverrà "pratica commerciale sleale"
Da domani il vostro smartphone rotto deve essere più “facilmente riparabile”: questo un po’ il senso di quello che in queste ore a livello comunitario viene ribadito sul diritto alla riparazione. Del resto, basta tornare ai ricordi di chi è millennial per un mondo in cui era più semplice riparare che riacquistare: vuoi perché l’elettronica di consumo non era ancora così diffusa, vuoi per i costi di lavatrici, frigoriferi e altro che avevamo a casa. Insomma, negli anni secondo l’Unione Europea il mercato ha cambiato volto e in questa trasformazione è diventato più complesso riparare i prodotti o tenerli al top nel loro arco di vita.
Ed è per questo che nelle scorse ore il Parlamento Europeo ha (re) introdotto il concetto di diritto alla riparazione.
Diritti del consumatore e sostenibilità
Secondo gli europarlamentari, un diritto alla riparazione efficace “dovrebbe coprire il ciclo di vita dei prodotti, tra cui la progettazione, i principi etici fondamentali della produzione, l’armonizzazione dei protocolli di valutazione e l’informazione ai consumatori, compresa l’etichettatura sulla riparabilità“. I deputati sottolineano inoltre che il diritto alla riparazione banalmente promuoverebbe “un utilizzo delle risorse più efficiente e sostenibile, la riduzione dei rifiuti e un più ampio utilizzo e riutilizzo dei prodotti“, anche quindi nell’ottica della sostenibilità ambientale tanto che è ritenuto dai Parlamentari un pilastro fondamentale per l’agenda dell’economia circolare. I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche – ricordano dall’UE – rappresentano il flusso di rifiuti che cresce con maggiore rapidità a livello mondiale, con oltre 53 milioni di tonnellate smaltite nel 2019.
Cosa chiede l’Unione Europea
Il testo – non legislativo – è stato approvato nelle scorse ore con 509 favorevoli, 3 contrari, 13 astensioni.
I deputati chiedono in primis che i prodotti siano:
- progettati per durare più a lungo,
- per essere riparati in modo sicuro
- e che i loro componenti siano facilmente rimovibili.
Su quest’ultimo punto, soprattutto, l’Europa torna ancora più chiaramente dopo aver ribadito nelle scorse settimane che le batterie devono essere più facilmente sostituibili.
Il diritto alla riparazione, nelle intenzioni dell’Europarlamento, dovrebbe trasformarsi in un libero accesso (per aziende e consumatori) alle informazioni di manutenzione e riparazione.
Obsolescenza e smartphone
Una particolare attenzione l’UE la riserva ai dispositivi digitali e in particolare agli smartphone. Tre le indicazioni fornite:
- aggiornamenti delle applicazioni (leggesi anche app) reversibili,
- aggiornamenti applicazioni e app non devono comportare una diminuzione delle prestazioni,
- gli aggiornamenti dovrebbero essere resi disponibili con un “periodo di tempo minimo” e tale disponibilità dovrebbe essere un’infodmazione che i consumatori dovrebbero avere al momento dell’acquisto.
Il Parlamento europeo “colpisce duro” anche sulle pratiche che riducono il margine di intervento di riparazione e di conseguenza l’obsolescenza dei dispositivi digitali definendole “pratiche commerciali sleali“, vietate dal diritto europeo.
Da oltre un decennio il Parlamento europeo è favorevole al diritto di riparazione e già sono state adottate due risoluzioni in tal senso, che contengono una serie di proposte concrete per rendere le riparazioni sistematiche, efficienti in termini di costi e allettanti.
Cosa chiedono i cittadini europei
Nel motivare le sue richieste, l’Europarlamento cita una indagine statistica dell’Eurobarometro 2020. Esito del sondaggio è che il 79% dei cittadini dell’Unione ritiene che i produttori dovrebbero essere tenuti a semplificare la riparazione dei dispositivi digitali o la sostituzione dei singoli componenti, mentre il 77% preferirebbe riparare i propri dispositivi anziché sostituirli.