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Valeria Valente: “Una donna al Quirinale? Solo se si è distinta per capacità e competenze”

“Credo non sia sufficiente dire vogliamo una donna al Quirinale a prescindere. [...] Credo che si debba finalmente riconoscere valore alle donne che hanno scelto la strada della non omologazione. Qualcuna che sia stata in grado di distinguersi, tanto quanto un uomo, per capacità, competenze, adesione ai valori costituzionali, autorevolezza e spirito europeista"

Una donna al Quirinale? Da non escludere a priori. Ciò che conta è individuare come successore del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il profilo migliore indipendentemente dal genere. E’ questo il punto di vista della senatrice Pd, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul Femminicidio Valeria Valente che con F-Mag ha tirato le somme rispetto al lavoro svolto l’anno scorso sul fronte del contrasto alla violenza sulle donne e stilato una sorta di identikit del prossimo capo dello Stato.

Onorevole, qual è il bilancio del lavoro svolto in commissione nell’ultimo anno?

Mi ritengo soddisfatta perché avere mantenuto alta attenzione sul tema e fatto indagini che hanno orientato sia il Parlamento che il governo su un tema importante come quello della violenza degli uomini sulle donne. Siamo riusciti, grazie al lavoro di tutti dai consulenti ai componenti, ad avere molti riconoscimenti e ad approvare all’unanimità ogni provvedimento. E’ chiaro che il lavoro da fare è ancora molto soprattutto sul fronte dei risultati che registriamo nel nostro Paese. Facciamo ancora fatica a scardinare e a far traballare il fenomeno della violenza di genere”

A breve si eleggerà il Presidente della Repubblica, alcune sue colleghe hanno lanciato una sorta di petizione affinché il successore di Mattarella sia una donna. Anche lei vorrebbe una donna al Quirinale?

“Credo non sia sufficiente dire vogliamo una donna al Quirinale a prescindere. Credo che la discussione si debba analizzare su due piani differenti: il primo è relativo al fatto che il tavolo della discussione sul nome del successore del presidente Mattarella si compone quasi essenzialmente da uomini. Invece tutte le forza politiche dovrebbero fare in modo che questa cosa non accada più. E’ il metodo che va cambiato in quanto le donne portano un punto di vista diverso. Credo che si debba finalmente riconoscere valore alle donne che hanno scelto la strada della non omologazione. Qualcuna che sia stata in grado di distinguersi, tanto quanto un uomo, per capacità, competenze, adesione ai valori costituzionali, autorevolezza e spirito europeista. Abbiamo profili adatti a sostenere l’incarico che potrebbero trovare legittimazione al tavolo di cui parlavo. La scelta di una donna porterebbe sicuramente una carica innovativa”.

Come successore di Mattarella resta sul tavolo il nome del premier Draghi. Nel caso, una donna a palazzo Chigi?

Le donne devono essere valutate in entrambi i ruoli, donne e uomini al pari per le candidature e le proposte di profili di altissimo livello. Stesso piano e stesse richieste per entrambi. Avere la prima premier o la prima presidente della Repubblica donna darebbe un segnale innovativo e denso di significato. Sia però chiaro che personalmente non sacrificherei mai la scelta migliore per una questione di genere aprioristica, sceglierei per l’interesse generale, senza pregiudizio”.

Quali sono gli obiettivi da raggiungere in quest’ultimo anno di legislatura prima del voto del 2023?

“Credo che tra le priorità ci siano quella di riscrivere il vecchio patto di stabilità europeo e ridisegnare l’Europa affinché i cittadini si affezionino all’Unione. Ma la scommessa vera è quella di portare fuori l’Italia dalla pandemia. C’è un’Europa amichevole di cui approfittare per riscrivere un nuovo modello di Paese più giusto ed equo di quello che precedente alla pandemia. Possiamo giocarcela, per questo sostengo che serva molta autorevolezza da parte di chi guida il Paese in questa fase. L’ Italia risponde meglio, in termini di numeri, degli altri Paesi, bisogna mettere a frutto questi risultati per continuare a dare slancio all’economia. Ed è su questo fronte che mi riaggancio alle donne poiché sul fronte occupazione femminile ancora siamo in una situazione critica. Serve affermare l’autonomia delle donne all’interno di un percorso di riequilibrio della sperequazione del potere che è alla base della violenza”. 

Loredana Lerose

Giornalista pubblicista, laureata in sociologia. Di origine lucana, trapiantata a Napoli da più di vent'anni, appassionata di danza, teatro, letteratura e psicologia. Scrive per il quotidiano Cronache di Napoli dal 2009.

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