David Sassoli, scomparso il Presidente che si batteva per un’Europa più solidale
“Dobbiamo agire con urgenza e coraggio, perché i cittadini, le imprese e le economie dell'Unione hanno bisogno di una risposta immediata. I cittadini si aspettano un'azione coraggiosa. E noi dobbiamo rispondere alle loro aspettative”.
E’ scomparso prematuramente David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo: avrebbe compiuto 66 anni nella prossima primavera, ma alcune complicazioni di salute l’hanno reso impossibile. David Sassoli, giornalista e politico, è stato il settimo italiano a ricoprire la carica di Presidente del Parlamento Europeo a partire dalle elezioni nel 2019; precedentemente era già stato eletto europarlamentare per il Partito Democratico.
Con la prematura scomparsa di David Sassoli l’Italia e la politica europea perdono un uomo di visione, che nelle sue battaglie si è sempre impegnato per un’Europa più democratica, solidale e vicina ai singoli Paesi.
Gli ultimi discorsi di David Sassoli
Nei suoi ultimi discorsi al Parlamento Europeo, David Sassoli aveva affermato che i valori della democrazia e della libertà non sono negoziabili, così come non lo è lo Stato di Diritto che regola l’Unione. Il riferimento, chiaramente, è alle frizioni degli ultimi mesi con la Polonia, per i perpetrati attacchi alla democrazia e ai diritti:
“Abbiamo ascoltato il Primo Ministro Morawiecki con molta attenzione, ma vogliamo ribadire che le leggi europee in vigore sono state scritte dalla Polonia insieme a tutti noi, le abbiamo fatte insieme e quindi in nessun modo si può parlare di regole imposte dall’Unione europea.
L’Unione europea è fondata sul rispetto da parte di tutti di valori fondamentali e di regole condivise, che tutti abbiamo volontariamente accettato di condividere. I cittadini si aspettano che noi difendiamo questi principi e i cittadini polacchi hanno sfilato in tanti a Varsavia per ricordarcelo.”
“Abbiamo approvato insieme una legge europea che stabilisce un legame molto stretto tra la protezione del bilancio dell’Unione europea e il rispetto dello stato di diritto. Questa legislazione è attualmente in vigore e noi crediamo che sia necessario utilizzare la procedura prevista in quel quadro per proteggere il nostro bilancio e tutelare lo stato di diritto. […]
Noi non intendiamo venir meno al nostro ruolo istituzionale in difesa dei principi fondamentali sui quali si fonda l’Unione europea.”
Non solo. David Sassoli si è poi sempre battuto per il supporto ai Paesi in via di Sviluppo, soprattutto nella lotta contro il Coronavirus:
“Possiamo essere orgogliosi del lavoro svolto per far fronte alla pandemia. Sul versante sanitario siamo ormai il continente più avanzato nella campagna di vaccinazione, con oltre il 75% degli adulti vaccinati. Sappiamo però che vi è una importante disparità tra gli Stati membri dietro questa cifra. Una disparità che rischia di minare la ripresa e il buon funzionamento del nostro mercato interno e sulla quale dobbiamo quindi ancora agire. E se guardiamo al mondo, questa disparità diventa immensa.
Sappiamo bene che non saremo fuori dalla pandemia finché la vaccinazione non sarà accessibile a tutti i Paesi del mondo, soprattutto ai più poveri. Solo il 4% dei cittadini africani è vaccinato e Covax ha ricevuto soltanto 85 milioni di dosi, malgrado le promesse dell’Unione europea e degli Stati Uniti di fornirne oltre un miliardo. Dobbiamo oggi impegnarci a mantenere quella promessa, a condividere dosi di vaccino attraverso Covax o usando il meccanismo di protezione civile dell’Unione europea, perché sappiamo che nessuno sarà al sicuro se non lo saranno tutti.”
E ancora, il Presidente aveva più volte sottolineato la necessità di includere la transizione verde nella struttura della governance economica dell’Unione:
“Sappiamo bene che se saremo i migliori da soli, non riusciremo mai a produrre il cambiamento necessario ad invertire la rotta del cambiamento climatico. Solo insieme potremo farlo e spetta all’Unione europea guidare questa grande trasformazione epocale. Questo vuol dire anche dare piena coerenza alle nostre parole e alle nostre promesse, in particolare garantendo ai Paesi in via di sviluppo il sostegno necessario di 100Md $ per poter essere al centro di questa trasformazione.”
“Sappiamo che, nel pieno di queste grandi trasformazioni ambientali e digitali, non possiamo permetterci di lasciare nessuno indietro. Non possiamo permetterci di scegliere tra giustizia sociale e transizione ambientale.”
E, infine, lo sguardo di David Sassoli sempre rivolto agli ultimi:
“Decine di milioni di europei che erano sulla soglia della fascia di povertà sono oggi al di sotto, e decine di milioni di europei che erano ceto medio basso sono adesso sulla soglia della fascia della povertà. Questi cittadini e queste cittadine reclamano dignità. È un tema cruciale per le forze politiche democratiche, perché se non lo affrontiamo in modo strutturale ed efficace, verremo travolti, se non dalla rabbia di certo dall’indifferenza”.
“È importante che un progetto di lungo periodo, strategico per il Paese come il Next Generation EU venga discusso e condiviso a tutti i livelli possibili. Con il Next Generation EU possiamo abbandonare una volta per tutte la retorica (sbagliata) del sud come un gigantesco villaggio vacanze permanente. Le Regioni meridionali esprimono eccellenze in molti campi”.
“Dobbiamo essere consapevoli che c’è grande dolore e incertezza in tutta Europa. Non soltanto per la precarietà delle condizioni materiali di vita, ma anche per altri fattori, tra cui il gigantismo delle imprese transnazionali che cercano di sottrarsi ad ogni controllo e ad ogni responsabilità’, il rischio di una digitalizzazione necessaria ma senza regole, il trasferimento di “sovranità” ai Consigli di Amministrazione. Per questo sarà importante il lavoro regolatorio che L’Unione europea farà in materia digitale e fiscale nei prossimi mesi”.
“Dobbiamo assumerci la responsabilità di rinnovare il nostro patto democratico e il legame con i nostri cittadini. E dobbiamo farlo sapendo che i cittadini vogliono essere ascoltati, essere coinvolti nella vita politica, partecipare pienamente alla democrazia. Per questi motivi, mi sembra che la Conferenza sul futuro dell’Europa sia una straordinaria e necessaria opportunità per un dibattito dal basso sul nostro futuro comune”.
“Il tempo è un lusso che non possiamo permetterci” soleva dire Sassoli, “dobbiamo agire con urgenza e coraggio, perché i cittadini, le imprese e le economie dell’Unione hanno bisogno di una risposta immediata. I cittadini si aspettano un’azione coraggiosa. E noi dobbiamo rispondere alle loro aspettative”.