Barbie vaccinologa, arriva l’ultima bambola di casa Mattel ispirata alle professioni STEM
Fra le aziende più conosciute al mondo, la Mattel, “madre e padre” della mitica Barbie, la bambola che ha fatto giocare e sognare migliaia di bambine in tutto il mondo, irrompe sul mercato con una novità frutto della congiuntura pandemica: la Barbie vaccinologa, in onore della professoressa Sarah Gilbert, creatrice del vaccino di Oxford Astrazeneca.
Una notizia che un po’ fa sorridere, ma anche tanto riflettere: la Barbie, fin dai suoi esordi, è sempre stata lo specchio plastico della società e delle epoche, ed è stata una delle prime bambole ad impersonificare ruoli che possano essere d’ispirazione per le bambine. Non solo: nel tempo, la Barbie è cambiata, allontanandosi dallo stereotipo della bambola bionda e bella, per diventare più simile ai corpi umani, alle loro sfaccettature e differenti etnie.
Barbie, un simbolo che riflette la società
Basta fare un giro nei negozi di giocattoli per rendersi conto di quanto l’offerta sia ampia e sempre più vicina alla user experience: sempre più spesso la Barbie principessa lascia il passo alla Barbie in carrozzina, al medico, al veterinario, alla stilista, fino a formare un elenco lunghissimo di ruoli e professioni che possano ispirare le nuove generazioni.
Nulla da togliere, quindi, alla scelta della Mattel di creare in epoca post-pandemia, la bambola che si occuperà di vaccini, con la forte volontà di rompere gli stereotipi e avvicinare fin da piccole le bambine alle professioni STEM.
Anche la stessa Sarah Gilbert, scienziata britannica che ha guidato il team di esperti che hanno creato il vaccino poi prodotto e distribuito da AstraZeneca, all’inizio ha trovato l’iniziativa “molto strana“, ma poi ha detto di sperare che la Barbie-ricercatrice possa ispirare le bambine ad intraprendere carriere di studi nelle materie scientifiche e tecnologiche.
“Voglio ispirare la prossima generazione di ragazze – ha detto la Gilbert – e spero che i bambini che vedono la mia Barbie capiscano quanto le carriere scientifiche siano importanti per aiutare il mondo attorno a noi“.
Oltre che a rendere omaggio alla vaccinologa britannica, che è anche insignita del titolo di Dama, la Mattel ha creato altri modelli di Barbie in onore di altre cinque donne che operano in campo scientifico. Insomma, la casa francese non è nuova a questo genere di iniziative e di campagne, come la “Dream Gap Project” che spinge sull’empowerment femminile e verso l’idea che le bambine possano davvero diventare ciò che sognano.
I modelli comprendono le americane Amy O’Sullivan e Audrey Cruz, che operano in campo sanitario, la professoressa canadese Chika Stacy Oriuwa, la ricercatrice brasiliana Jaqueline Goes de Jesus e la dottoressa australiana Kirby White, che ha inventato un camice utilizzabile più volte per i sanitari impegnati in prima linea nella lotta al Covid.
Che sia quindi una mera operazione di mercato o una reale volontà di superare il gender gap, poco importa: le bambine di oggi potranno sognare ed immaginare di essere una scienziata, una dottoressa o un’infermiera che salva le vite dei pazienti più fragili.