Plogging, ecco cos’è la nuova moda fit ed ecosostenibile
Arriva dall'Europa la moda del plogging: fare fitness all'aria aperta raccogliendo lattine e cartacce durante il percorso. Così, anche mettersi in forma diventa ecosostenibile
Si scrive “plogging”, si legge originale attività fisica, che promuove amore ed attenzione verso se stessi e l’ambiente circostante. Una disciplina che oggi vanta sempre più follower in tutto il mondo, il cui nome deriva dall’unione tra il termine inglese “jogging” ovvero corsa a passo lento e il verbo svedese “plocka upp”: raccogliere.
Si conferma, quindi, la grande sensibilità dei popoli europei verso le tematiche ambientaliste e che il progetto Europeo Eco-Tandem, cofinanziato dall’Unione, punta a valorizzare favorendo un turismo sempre più sostenibile.
Il progetto dietro il “plogging”
Del progetto Eco – Tandem ve ne avevamo già parlato: la Eco-Tandem Academy ha messo a disposizione un corso gratuito per le PMI del turismo (le iscrizioni erano aperte fino al 17 marzo) per realizzare una riflessione corale sulla ripresa di uno dei settori estremamente vessati dalla congiuntura pandemica. Il think thank è stato ideato per creare una community che vada nella stessa direzione: quella di offrire a tutti gli strumenti per affrontare la rinascita dell’offerta turistica, una sfida attuale e da fronteggiare in fretta. Ma fare tutto in modo ecosostenibile.
Un progetto articolato, che prevede una serie di attività in grado di incoraggiare piccole e medie imprese, finora legate ad un turismo di tipo tradizionale, facilitando la nascita di nuove sinergie.
In questa cornice si inserisce la nuova attività eco-fit: il plogging. L’idea, partorita dallo scandinavo Erik Ahlström, è semplice quanto geniale: fare sport all’aria aperta e allo stesso tempo ripulire strade e sentieri da rifiuti abbandonati da persone poco sensibili nei confronti dell’ecologia. Un’attività, che unisce l’utile al dilettevole, consentendo di tenersi in forma aiutando l’ambiente.
Per cominciare, non serve molto. Basta “armarsi” di indumenti e scarpette confortevoli, guanti protettivi, sacchetti in cui riporre la spazzatura e tanta grinta. Il resto verrà da sé. Anzi, stando a chi ha già provato, pare che questa pratica crei anche tanto divertimento oltre che “dipendenza”: consente di ammirare le bellezze locali, favorisce la nascita di nuove amicizie, permette di scolpire il fisico e di bruciare non poche calorie, raccogliendo di tutto. Dalle bottiglie sia in plastica che vetro, alle cartacce, passando per lattine e maschere monouso per il viso.
Che aspettate? Ognuno di noi può essere motore del cambiamento e della rinascita ambientale. Da domani, tutti a fare plogging!