Economia

Cambiamenti climatici, Coldiretti: danni all’agricoltura superano già i 6 miliardi

Mucche stressate, api che non volano, ortaggi bruciati e frutta che non cresce: caldo torrido e eventi meteorologici estremi stanno compromettendo l'economia del comparto. E intanto gli italiani assorbiti dalla spirale inflattiva comprano sempre più low-cost.

Sei miliardi di euro: a tanto ammonterebbe il danno che l’agricoltura italiana avrebbe subito nel 2023 (non ancora concluso, anzi siamo nei giorni più torridi da qualche secolo a questa parte) a causa dei fenomeni atmosferici e del calore che sta invadendo lo Stivale.

Le stime sono quelle di Coldiretti e sono snocciolate in occasione della Assemblea nazionale di queste ore. Secondo l’associazione degli agricoltori i cambiamenti climatici stanno letteralmente “sconvolgendo” le campagne. Si registra un -10% di grano prodotto, mentre il miele è addirittura il 70% in meno rispetto al 2022. E se il caldo torrido sta bruciando frutta e verdura dei campi italiani, anche i fenomeni estremi come l’alluvione in Emilia Romagna (ma anche le piogge intense degli scorsi mesi al Meridione come in Puglia e Campania) portano a dimezzare e oltre la produzione di ciliegie.

I raccolti di ortaggi, mais, soia e pomodoro sono a rischio e si deve ricorrere a irrigazione di soccorso. Cereali danneggiati, frutta che non cresce, verdure bruciate. Finanche le mucche producono meno latte (lo stress dei bovini costa il 10 percento della produzione nazionale, oltre a un raddoppio di consumo di acqua che duplica rispetto ai periodi normali), le pecore si spostano in alto, nei pollai ci sono meno uova e le api non volano più.

Un dramma che accomuna l’Italia

Dall’uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane: secondo il primo monitoraggio della Coldiretti la morsa del caldo sta provocando seri problemi lungo tutta la Penisola, con scottature che rendono la frutta e la verdura impossibile da vendere e con gli agricoltori che cercano di correre ai ripari ombreggiando i prodotti come possibile. Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile, ma il caldo è un ostacolo anche per cercare di salvare la produzione in quanto le operazioni agronomiche e di raccolta devono essere sospese nelle ore più calde del giorno “per tutelare la salute dei lavoratori”. Una situazione che trasforma le serre in aree off-limits per buona parte del tempo.

Gli italiani intanto vanno al discount

Ad aggiungere ristrettezza a una condizione che definire preoccupante è un eufemismo ci si mette la spirale inflattiva che vede gli italiani acquistare il 5% di cibo in meno. Come rendere i carrelli di nuovo pieni? Secondo il presidente Coldiretti Ettore Prandini è necessario “aumentare i fondi destinati ai contratti di filiera nell’ambito del PNRR”. E lo fa davanti ai ministri Schillaci e Lollobrigida e al vicepremier Tajani.

L’inflazione nel solo mese di giugno fa registrare con un +11% il livello più alto degli ultimi 40 anni. Gli italiani hanno speso quasi 4 miliardi in più solo per mangiare, secondo l’analisi della Coldiretti. Diretta conseguenza? Che sempre più italiano ricorrono al cibo low cost per sbarcare il lunario. E i discount alimentari si arricchiscono: +9% di vendite nei primi cinque mesi dell’anno.

Insomma, gli italiani sono sempre più schiavi del volantino e dell’offerta, cercando di sopravvivere a una delle crisi peggiori della storia recente. Di questa situazione, chiaramente, risentono anche gli operatori italiani. Le imprese agricole colpite dal maltempo e dal caldo hanno decimato i raccolti e dai bassi prezzi che non molti casi non coprono neanche i costi di produzione con il rischio dell’abbandono di interi territori.

Redazione

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