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L’incredibile vita dell’astronoma Carolyn Shoemaker: suo marito è sepolto sulla Luna

Carolyn Shoemaker ha lasciato la vita terrena a 93 anni. Passata in sordina a causa degli eventi – soprattutto drammatici – che hanno caratterizzato questo mese, il 13 agosto la scienza ha perso una delle sue più straordinarie rappresentanti: si tratta di Carolyn Shoemaker, nata Carolyn Jean Spellmann e che eredita il cognome del marito Eugene “Gene” Shoemaker, il geologo statunitense che detiene l’inusuale record di primo uomo seppellito sulla Luna.

Carolyn Shoemaker cropped 2 | F-Mag L'incredibile vita dell'astronoma Carolyn Shoemaker: suo marito è sepolto sulla Luna
Carolyn Jean Spellman Shoemaker (photo by: United States Geological Survey)

La storia dell’astronoma Carolyn Shoemaker è una storia straordinaria, romantica e di rinascita al tempo stesso. La donna ha difatti intrapreso la carriera che l’ha resa famosa solo all’età di 51 anni e, secondo i suoi biografi, per colmare la sindrome da nido vuoto dopo la partenza dei figli Christy, Linda e Patrick. La formazione di Carolyn è prettamente umanistica: si è laureata e ha conseguito il master in storia, scienze politiche e letteratura inglese presso l’università californiana di Chico. L’incontro con Gene Shoemaker è altrettanto casuale: Gene è stato infatti compagno di stanza del fratello di Carolyn, Richard, alla Caltech. Si incontrarono al matrimonio di Richard, di cui Gene era testimone, e da allora si sono sempre scritti e tenuti in contatto, fino a sposarsi nel ’51.

L’evoluzione del percorso di vita di Carolyn Shoemaker

La carriera di Carolyn da insegnante non la soddisfaceva, tanto da farla optare per una vita da casalinga. La geologia, pare, non le fosse mai interessata. Almeno fino a quando non si è lasciata travolgere dall’entusiasmo del marito, ricercatore di altissimo livello. Ed è così che si è avvicinata, dopo i 50, allo spazio, fino a diventare una figura definita dagli esperti chiave nello studio dei corpi minori del sistema solare.

Un'immagine dell'Hubble Space Telescope (HST) NASA della cometa Shoemaker-Levy 9 , scattata il 17 maggio 1994, con la  WFPC2 in modalità di campo ampio.  Quando è stata osservata la cometa, la scia di 21 frammenti ghiacciati si estendeva per 1,1 milioni di km (710 mila miglia) di spazio, ovvero 3 volte la distanza tra la Terra e la Luna. L'immagine è stata scattata con luce rossa. La cometa si trovava a circa 660 milioni di km (410 milioni di miglia) dalla Terra quando è stata scattata la foto, in rotta di collisione a metà luglio con il pianeta gigante gassoso  Giove. Photo by NASA, ESA, and H. Weaver and E. Smith (STScI).
Un’immagine dell’Hubble Space Telescope (HST) NASA della cometa Shoemaker-Levy 9 , scattata il 17 maggio 1994, con la 
WFPC2 in modalità di campo ampio.  Quando è stata osservata la cometa, la scia di 21 frammenti ghiacciati si estendeva per 1,1 milioni di km (710 mila miglia) di spazio, ovvero 3 volte la distanza tra la Terra e la Luna. L’immagine è stata scattata con luce rossa. La cometa si trovava a circa 660 milioni di km (410 milioni di miglia) dalla Terra quando è stata scattata la foto, in rotta di collisione a metà luglio con il pianeta gigante gassoso 
Giove. Photo by NASA, ESA, and H. Weaver and E. Smith (STScI).

A Carolyn Shoemaker sono attribuibili la scoperta di oltre 800 asteroidi e oltre 30 comete. La più celebre, probabilmente, è la Shoemaker-Levy 9, che i due coniugi scoprirono con l’astronomo David H. Leavy. La cometa Shoemaker-Levy 9 si è rotta nel luglio 1992, è stata scoperta nel 1993 e si è scontrata con Giove nel luglio 1994, fornendo la prima osservazione diretta di una collisione extraterrestre di oggetti del Sistema Solare.

Carolyn Shoemaker si è spenta all’età di 93 anni dopo una carriera di astronoma straordinaria che ha portato attivamente avanti fino al 2002: ha ricevuto un dottorato onorario dalla Northern Arizona University, Flagstaff e una Exceptional Scientific Achievement Medal dalla National Aeronautics and Space Administration nel 1996. Con il marito Gene hanno ricevuto la James Craig Watson Medal dalla US National Academy of Sciences nel 1998. Shoemaker ha ricevuto anche la Rittenhouse Medal della Rittenhouse Astronomical Society nel 1988 e il premio Scientist of the Year nel 1995. L’asteroide Hildian 4446 Carolyn, scoperto dal collega Edward Bowell nel 1985, è stato chiamato così in suo onore.

Ritroverà in cielo il suo Eugene? Certo è che suo marito – anche per chi è ateo e agnostico – in cielo lo è per davvero. Si può dire che Eugene Shoemaker sia in effetti il primo uomo sepolto sulla Luna.

La morte di Eugene Shoemaker

Eugene Shoemaker è morto in un incidente stradale ad Alice Spring, Australia, nel 1997, in cui anche la moglie Carolyn era coinvolta (lei si salvò riportando comunque ferite gravi). Eugene è stato uno dei più importanti nomi al mondo dell’astrogeologia. Basti pensare che, come tesi di laurea, dimostrò definitivamente che il cratere di Barringer, in Arizona, è stato originato dall’impatto di un meteorite.

A Shoemaker si deve la nascita (e la prima direzione) del Programma di ricerca Astrogeologico, nel 1961. Shoemaker collaborò anche all’allenamento degli astronauti americani e fu protagonista del Programma Ranger, che dimostrò come la superficie della Luna fosse coperta da uno svariato numero di crateri da impatto.

Eugene Shoemaker fu anche selezionato per essere il primo scienziato ad andare sulla Luna. Il suo sogno si è infranto contro la realtà: un problema di salute alle ghiandole surrenali rendeva non indicato il viaggio nello spazio a un uomo delle sue condizioni.

Quando morì, però, una sonda spaziale (la Lunar Prospector) portò parte delle sue ceneri al polo Sud del satellite e le disperse lì, sul nostro satellite. Rendendo, di fatto, Gene Shoemaker il primo uomo sepolto sulla Luna.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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