Oggi a pranzo? Risbo: che cos’è e da dove viene la carne coltivata …nei chicchi di riso
Dite addio alle braciate con gli amici! Il "Risbo" è l'ultima scoperta in termini di innovazione alimentare: un alimento ibrido che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui pensiamo e consumiamo carne.
Preparatevi ad una rivoluzione …ad orario pasti: ben presto sentiremo parlare del Risbo, un alimento – che in un futuro non troppo distopico potremmo trovare anche al ristorante o alla tavola calda vicino l’ufficio per la pausa pranzo – a base di carne coltivata …nei chicchi di riso. Fantascienza? Assolutamente no: è il risultato dell’ultima evoluzione della ricerca scientifica in tema di alimentazione e carni coltivate. Ma andiamo con ordine.
Il Risbo, l’ultima frontiera della carne coltivata
Il Risbo sembra essere l’ultima frontiera della carne coltivata e della ricerca scientifica: ma come possiamo immaginare che un chicco di riso contenga del manzo? Facciamo un passo indietro sul concetto di carne coltivata in laboratorio. Si tratta di un tipo di carne ottenuta attraverso tecniche di coltura cellulare in laboratorio, piuttosto che attraverso l’allevamento e la macellazione di animali.
In altre parole, parliamo di quella che viene definita comunemente come “carne sintetica”: invece di far crescere un animale intero per ottenere la carne, le cellule muscolari e adipose vengono prelevate dall’animale originale e coltivate in vitro in un ambiente controllato, dove possono moltiplicarsi e crescere in una struttura simile alla carne reale. Una volta che il tessuto ha raggiunto una dimensione sufficiente, può essere raccolto e preparato per il consumo umano.
Va da sé che questo processo – ancora in fase di sviluppo – comporta una serie di implicazioni in tema di sostenibilità, alimentazione e ambiente: si tratta a tutti gli effetti (nutrizionali e proteici) di una potenziale alternativa sostenibile alla carne tradizionale per ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento animale, la mitigazione delle preoccupazioni legate al benessere degli animali e la possibilità di produrre carne in modo più efficiente e con minori risorse.
Risbo, che cos’è e perché ne parliamo adesso
Fatte le dovute premesse, è necessario sottolineare ancora un’altra cosa: sebbene la carne coltivata abbia il potenziale per rivoluzionare l’industria alimentare, offrendo una soluzione più sostenibile e etica per la produzione di carne, la “tecnologia” è ancora in fase di sviluppo. Inoltre, come ogni sperimentazione scientifica, ci sono molte sfide da affrontare come, ad esempio, la riduzione dei costi di produzione e l’ottenimento dell’approvazione regolamentare.
Ma quindi, di che stiamo parlando? In questo corollario, il Risbo – ossia, il riso di manzo coltivato – si colloca come innovativo alimento ibrido che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui pensiamo e consumiamo carne.
Proveniente dai laboratori di ricerca coreani, questo nuovo alimento è stato ottenuto facendo crescere le cellule di muscolo e grasso bovino sulla superficie e all’interno dei chicchi di riso. Il risultato è un prodotto che unisce il meglio di entrambi i mondi: proteine arricchite e un costo economico ed ecologico inferiore rispetto alla carne tradizionale.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Matter e condotto dal team di ricerca della Yonsei University di Seoul, ha rivelato che il risbo o riso ibrido potrebbe essere una risposta alla malnutrizione nei Paesi più poveri, ma anche un’opzione alimentare ideale per soldati in missione o astronauti nello spazio.
Ma come nasce il Risbo?
Il processo per ottenere il risbo è interessante quanto il risultato finale. I ricercatori hanno coltivato le cellule di muscolo e di grasso bovino utilizzando il riso come impalcatura, sfruttando la struttura porosa dei chicchi che offre sostegno e nutrimento alle cellule animali. Per agevolare l’adesione delle cellule, i chicchi sono stati rivestiti con gelatina di pesce, un ingrediente sicuro e commestibile.
Dopo circa dieci giorni di coltura, il risbo è pronto per essere servito. Gli studiosi lo hanno sottoposto a varie analisi alimentari, evidenziando una maggiore consistenza rispetto al riso tradizionale e un contenuto più elevato di proteine e grassi. Il riso arricchito di cellule muscolari emana un aroma simile alla carne bovina e alle mandorle, mentre quello con più grasso ha note di burro, panna e olio di cocco.
Dal punto di vista ambientale, questione fondamentale, i vantaggi sono notevoli. Secondo le stime dei ricercatori coreani, per ogni 100 grammi di proteine prodotte, il risbo ibrido emette solo circa 6 chili di CO2, a fronte dei quasi 50 chili prodotti dalla carne bovina. Inoltre, il costo potrebbe essere drasticamente ridotto, con un prezzo previsto di circa 2,23 dollari al chilo, rispetto ai 14,88 dollari della carne bovina.
Le perplessità in merito al Risbo
Ma come, dopo i biscotti a base di farina di grilli adesso mangeremo il riso che sa di manzo? Non proprio. Infatti, anche sul risbo non mancano le perplessità: Michele Morgante, genetista dell’Università di Udine e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, evidenzia alcune questioni cruciali. In primo luogo, la correttezza della stima dell’impatto ambientale, considerando che la coltivazione di riso è tra le attività più impattanti in termini di emissioni di gas climalteranti. Inoltre, rimane da valutare la scalabilità della tecnica a livello industriale e l’accettazione da parte dei consumatori, poiché questo alimento ibrido rappresenta una novità nel panorama culinario.
Il riso di manzo coltivato, o “risbo”, come potrebbe essere chiamato, rappresenta una promettente alternativa per affrontare sfide globali legate alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale. Resta da vedere se diventerà una presenza fissa sulle nostre tavole, ma di certo segna un passo avanti nella ricerca di soluzioni innovative per il futuro dell’alimentazione.