IT Wallet, arriva il portafoglio digitale: affiderete i vostri documenti ad uno smartphone?
Quando si parla di IT Wallet bisogna tenere a mente alcuni temi fondamentali: il riconoscimento comunitario, l'accesso collettivo, la sicurezza in termini di privacy. Ma saremo tutti all'altezza della sfida?
Il Consiglio dei Ministri ha annunciato che entro la fine dell’anno corrente verrà regolamentato l’utilizzo dell’IT Wallet (Italian wallet), il portafoglio digitale europeo, lo strumento che permetterà di avere a portata di smartphone tutti i documenti utili e necessari che normalmente si conservano nel borsellino.
Un’innovazione, spinta a partire dal 2020 dall’Unione Europea e sperimentata a partire dallo scorso anno in 25 Paesi membri, che consentirà di effettuare in modo standardizzato e sicuro per la privacy e i dati personali, sull’intero suolo comunitario, qualsiasi operazione connessa all’utilizzo dei documenti di identità (noleggiare un’auto, chiedere un prestito bancario, richiedere un certificato, usufruire di servizi pubblici fra i tanti esempi) nell’intera comunità europea senza necessità di autenticazione da parte dei Ministeri competenti. Ma vediamo meglio insieme di cosa si tratta.
Che cos’è IT Wallet
Facciamo un passo indietro e delineiamo lo scenario in cui ci troviamo. In un discorso sullo stato dell’Unione Europea, la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyer nel 2020 descrisse in questo modo lo strumento del portafoglio digitale europeo (in Italia sarà poi noto ai giorni nostri come IT Wallet):
“Ogni volta che un’app o un sito web ci chiede di creare una nuova identità digitale o di accedere facilmente tramite una grande piattaforma, non abbiamo idea di cosa ne sia veramente dei nostri dati. Per questo motivo, la Commissione proporrà presto un’identità digitale europea sicura.
Qualcosa di affidabile, che ogni cittadino potrà usare ovunque in Europa per fare qualsiasi cosa, da pagare le tasse a prendere a noleggio una bicicletta. Una tecnologia che ci consenta di controllare in prima persona quali dati vengono utilizzati e come“.
Quando si parla di IT Wallet, quindi, bisogna tenere a mente alcuni temi fondamentali: l’opportunità di avere un sistema di identificazione digitale comunitario, cioè riconosciuto ovunque nell’Unione Europea senza soluzione di continuità a livello transfrontaliero; la possibilità che questo strumento sia collettivo, ossia disponibile per l’intera popolazione e facilmente fruibile (in linea di massima, chi non ha uno smartphone a disposizione?); ancora, la certezza che questo strumento sia sicuro non solo per la privacy dei dati personali condivisi ma per i processi di archiviazione e conservazione degli stessi (questione non da poco, come ci ricorda costantemente il Garante della Privacy).
Andando al sodo, l’IT Wallet si delinea come portafoglio digitale europeo, ossia uno strumento che funziona tramite applicazioni per telefoni cellulari e altri dispositivi per:
- identificarsi online e offline
- conservare e scambiare informazioni fornite dai governi, ad esempio nome, cognome, data di nascita, cittadinanza
- conservare e scambiare le informazioni fornite da fonti private affidabili
- utilizzare le informazioni per confermare il diritto di soggiornare, lavorare o studiare in un determinato Stato membro.
Con l’IT Wallet i cittadini nostrani potranno dimostrare, in tutta l’Unione Europea, la propria identità quando necessario per accedere a servizi online, condividere documenti digitali o semplicemente dimostrare un attributo personale specifico, come ad esempio l’età, senza rivelare le generalità complete o altri dati personali.
L’identità digitale può quindi essere utilizzata in molti casi diversi, ad esempio per:
- usufruire di servizi pubblici, come richiedere un certificato di nascita o certificati medici oppure segnalare un cambio di indirizzo
- aprire un conto in banca
- presentare la dichiarazione dei redditi
- iscriversi a un’università, nel proprio paese o in un altro Stato membro
- conservare una ricetta medica utilizzabile ovunque in Europa
- dimostrare la propria età
- noleggiare un’automobile usando una patente di guida digitale
- fare il check-in in albergo.
Per una disquisizione completa sugli utilizzi dell’IT Wallet, si rimanda alla pagina della Commissione dedicata all’identità digitale europea.
IT Wallet: a che punto siamo noi?
Proprio nelle scorse ore, il Governo ha comunicato che l’IT Wallet sarà introdotto come parte del decreto PNRR e fungerà come una piattaforma innovativa che permetterà agli italiani di avere i propri documenti d’identità, come la carta d’identità, la patente, la tessera sanitaria e la carta della disabilità, in formato digitale direttamente sull’app IO, già conosciuta dalla popolazione all’epoca della pandemia da Coronavirus. Per accedervi, infatti, basterà essere in possesso dello Spid o della Carta di Identità Elettronica (CIE).
Secondo il Governo, come Paese siamo in anticipo sugli obiettivi europei che prevedono un lancio di portafogli digitali in tutta l’Eurozona entro il 2026: infatti, il lancio di IT Wallet per tutti i cittadini è previsto tra giugno e settembre, con l’obiettivo di includere entro la fine dell’anno documenti come la carta d’identità, la patente di guida, il passaporto, la tessera elettorale e altri titoli di studio o professionali.
Ulteriore novità è data dal fatto che non solo i cittadini ma anche le aziende potranno aderire a questo sistema pubblico e sviluppare portafogli digitali simili per i propri dipendenti o clienti, seguendo il modello di Spid per i servizi pubblici o privati accreditati. Infatti, oltre ai documenti standard, il portafoglio digitale potrebbe anche contenere attestati tecnici, perizie e altri documenti professionali.
In effetti, nella sua configurazione completa, IT Wallet non sarà solo una replica digitale del portafoglio tradizionale, ma un sistema completo che permetterà di centralizzare e gestire documenti importanti, al momento sparsi e suddivisi tra documenti cartacei e digitali, in un’unica piattaforma accessibile tramite smartphone, per una maggiore comodità e sicurezza, riducendo il rischio di furto o smarrimento dei documenti.
Aspetteremo quindi l’estate per capirne di più e vedere, nel concreto, se sarà uno strumento realmente valido.