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Reels, stories, selfie: quando il corpo diventa virale oltre il contenuto

Questa esposizione continua ha creato una cultura in cui il valore personale e il successo sono spesso misurati in termini di apprezzamenti visivi e popolarità digitale.

Nell’era digitale, dove Instagram e TikTok regnano sovrani tra le piattaforme social “ad alta velocità di utilizzo”, si palesa un fenomeno sempre più diffuso: l’uso del corpo come strumento principale per raggiungere la viralità dei contenuti video.

Questa tendenza, che coinvolge utenti di tutte le età, è particolarmente evidente tra i giovani, spesso ancora in età adolescenziale, che si avventurano nel mondo dei social media con l’intento di raggiungere la fama virale.

Il ruolo dei social nel riconoscimento sociale

Come i social network quindi stanno rivoluzionando il riconoscimento sociale attraverso l’uso del corpo? Ne abbiamo parlato con Edoardo De Juliis e Marco Losso (in foto), co-founder di Delos Lab, agenzia di marketing e consulenza attiva nella realizzazione di video virali, che ci hanno fornito alcuni focus su cui riflettere.

Delos Co founder 002 | F-Mag Reels, stories, selfie: quando il corpo diventa virale oltre il contenuto

In primis, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio palcoscenico globale a portata di clic: secondo De Juliis e Losso, Instagram e TikTok hanno trasformato il modo in cui il corpo viene esibito e percepito online.

Su queste piattaforme, video e immagini diventano mezzi per esprimere identità, talento, bellezza e creatività. I contenuti che tendono a diventare virali spesso includono danze accattivanti, sfide fisiche, tutorial di fitness e moda, e auto-rappresentazioni esteticamente curate. Questa esposizione continua ha creato una cultura in cui il valore personale e il successo sono spesso misurati in termini di apprezzamenti visivi e popolarità digitale.

Se i social media sono diventati un’alternativa alla televisione (mezzo di intrattenimento e di informazione completamente dimenticato dalle nuove generazioni), le logiche dietro alla costruzione di una “persona di successo” ormai troppo spesso coincidono.

Veniamo al secondo motivo: attrazione visiva e coinvolgimento. Il corpo è una delle forme più visivamente attraenti e coinvolgenti. Contenuti che coinvolgono il corpo umano, che siano coreografie di danza, acrobazie, esercizi fisici o semplicemente immagini attraenti, tendono a catturare immediatamente l’attenzione degli utenti. Questo perché per attrarre l’attenzione degli utenti, i content creator ed influencer hanno a disposizione solamente i primi 3-5 secondi per catturare “l’occhio e l’interesse” degli utenti. L’elemento fisico seducente, accattivante o semplicemente strano/diverso è la cosa più facilmente riconoscibile e attrattiva che c’è nell’essere umano.

Essendo appunto Instagram e Tiktok piattaforme in cui un utente può arrivare a visualizzare anche 300 video durante una sola giornata senza nemmeno accorgersene, essere attrattivi (o attraenti) nel minor tempo possibile è diventato essenziale.

La giovane età e la costante ricerca di approvazione, al terzo posto: particolarmente preoccupante è l’età sempre più giovane degli utenti che si espongono in questo modo. Adolescenti e preadolescenti, influenzati da celebrità dei social media e coetanei, si cimentano in queste pratiche, a volte senza piena consapevolezza delle implicazioni a lungo termine, proprio perché essendo nel periodo dello sviluppo non hanno piena coscienza del proprio corpo.

La pressione di “andare virale” può portarli a enfatizzare aspetti del loro corpo in modi che potrebbero non corrispondere alla loro età o maturità emotiva. Questa tendenza però è ormai ampiamente diffusa anche in un pubblico più adulto, che si spera abbia maggiore consapevolezza dei risultati.

Insicurezze e confronto sociale, alla penultima posizione: gli esperti di salute mentale evidenziano preoccupazioni relative all’impatto che questa costante attenzione all’immagine corporea può avere sull’autostima e sull’immagine di sé dei giovani. La pressione di mantenere un certo aspetto o di partecipare a tendenze virali può portare a insicurezze, confronto sociale e, in casi estremi, a disturbi dell’alimentazione e dell’immagine corporea.

Se il periodo adolescenziale è un periodo pieno di insidie, di difficile controllo nella gestione delle decisioni da intraprendere e delle emozioni, purtroppo i social media hanno aumentato drasticamente questi problemi perché, in alcuni casi, quando determinati video diventano virali (ossia raggiungono milioni di persone), ormai tornare indietro non è più possibile.

Infine, bisogna tenere aperta la strada alla moderazione e dell’educazione digitale, per un approccio equilibrato:

Da un lato, è importante riconoscere e celebrare la creatività e l’espressione di sé che queste piattaforme possono facilitare. D’altro canto, è cruciale promuovere una maggiore consapevolezza e educazione sui rischi associati all’esposizione eccessiva e inappropriata online, soprattutto tra i giovani utenti – affermano Edoardo De Juliis e Marco Losso, co-founder di Delos Lab –  Gli educatori, i genitori e le stesse piattaforme hanno il dovere di guidare i giovani verso un utilizzo consapevole e responsabile dei social media. Ciò include la promozione di un ambiente online sicuro, il sostegno all’alfabetizzazione digitale e la sensibilizzazione sui pericoli di una mercificazione eccessiva del corpo”.

E OnlyFans? In questo caso, mentre l’uso del corpo può essere efficace per ottenere visibilità e coinvolgere gli utenti, ci sono anche preoccupazioni legate all’immagine corporea, alla pressione estetica e all’oggettivazione.  La questione della mercificazione del corpo è al centro del dibattito quando si discute di piattaforme come OnlyFans, che consente ai creatori di contenuti di guadagnare attraverso la condivisione di contenuti, inclusi quelli di natura sessuale o esplicita.

Ciò solleva preoccupazioni sulla perpetuazione di stereotipi di genere e sulla potenziale oggettivazione delle persone. Inoltre, cii sono preoccupazioni etiche riguardo alla possibile influenza di queste piattaforme sulla percezione del corpo, sull’autostima e sulla salute mentale degli utenti, sia creatori che consumatori di contenuti. Alcuni ritengono che la commercializzazione del corpo possa contribuire a problemi legati all’immagine corporea e all’insicurezza.

Bisogna preferire degli strumenti (format) più eticamente sostenibili soprattutto per i minorenni che cercano di ottenere follower, preferendo magari la leva della comicità, della sperimentazione e innovazione ecc. ossia strumenti più vicini con lo sviluppo degli adolescenti, che per loro natura cercano di sperimentare e di fare sempre cose nuove – affermano i co-founder di Delos Lab. 

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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