Ricerca

CNR: uno studio rivoluzionario sull’invecchiamento cellulare apre nuove speranze per la cura del cancro al colon

Uno studio dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche fornisce un’ampia comprensione del ruolo delle cellule tumorali senescenti nelle metastasi epatiche colorettali umane, e ne evidenzia il potenziale come nuovi bersagli terapeutici per limitarne la progressione.

Un team di ricercatori dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb) di Milano, in collaborazione con Humanitas, ha portato avanti uno studio innovativo sull’invecchiamento cellulare e la sua relazione con il cancro al colon. Il fenomeno di invecchiamento cellulare, noto come senescenza cellulare, è stato analizzato in biopsie di metastasi epatiche provenienti da pazienti con tumore primario al colon. Lo scopo del lavoro era comprendere il ruolo di questo processo nella fase avanzata della malattia.

Il risultato di questa ricerca, che è stato pubblicato e si è guadagnato la copertina della rivista Aging Cell, ha rivelato la presenza di due tipi di cellule tumorali senescenti con effetti completamente opposti. Una categoria di cellule senescenti si è dimostrata benigna, mentre l’altra maligna, con impatti diversi sulla sopravvivenza dei pazienti e sui tempi di recidiva dopo l’intervento chirurgico. Volendo estremamente semplificare, le cellule tumorali senescenti di fatto si dividono in buone e cattive, e la possibilità di riconoscerle e lavorare sui due gruppi separatamente è alla base dell’importanza di tale studio.

La ricerca

Il cancro al colon è spesso associato alla formazione di metastasi epatiche, che rappresentano una sfida clinica significativa. Le metastasi al fegato si verificano nel 50% dei pazienti e sono responsabili del 90% della mortalità del cancro. Attualmente, la rimozione chirurgica dopo chemioterapia neo-adiuvante è il trattamento standard, ma solo una piccola percentuale di pazienti risulta idonea per questo tipo di intervento. Ciò è dovuto alla scarsa comprensione del processo evolutivo della malattia e delle dinamiche all’interno degli organi secondari.

Utilizzando una tecnologia innovativa chiamata “spatial transcriptomics“, il team di ricerca ha potuto analizzare l’espressione genica di tutte le cellule presenti all’interno delle metastasi. I risultati hanno permesso di stabilire come le cellule senescenti abbiano un impatto differente a seconda del contesto patologico. In alcuni casi, queste cellule senescenti possono agire in modo positivo, fermando la disseminazione del tumore. Tuttavia, in altre circostanze, sviluppano proprietà che promuovono l’aggressività e l’avanzamento delle cellule tumorali.

I risultati dello studio sono stati ulteriormente convalidati su un gruppo di settanta pazienti metastatici, suddivisi in base al tipo di chemioterapia ricevuta. Le cellule senescenti maligne sono risultate sensibili alla chemioterapia e hanno contribuito a creare un ambiente immunitario favorevole alla crescita del tumore. D’altra parte, un accumulo maggiore di cellule senescenti benigne è stato associato a una migliore sopravvivenza e a un ambiente immunitario più efficiente con azione antitumorale.

Nuove prospettive di cura

Questi risultati – definiti dagli studiosi rivoluzionari – potrebbero aprire nuove prospettive per il trattamento del cancro al colon, andando oltre il targeting delle sole cellule tumorali in fase di proliferazione. Gli scienziati stanno ora progettando ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi delle metastasi e per esplorare l’uso di agenti “senolitici“, capaci di eliminare selettivamente le cellule senescenti. Questo studio rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro il cancro e potrebbe portare a nuove terapie mirate ed efficaci per i pazienti colpiti da questa devastante malattia.

Redazione

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