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L’Italia è il Paese europeo dove si muore di più di caldo

La ricerca franco-spagnola: con 18.010 decessi e la percentuale di 295 morti ogni milione di abitanti, nel 2022 nessuno peggio dell'Italia in estate.

Proprio mentre l’ondata di caldo di queste ore mette l’Italia a rischio, con situazioni di allerta fino a livello tre nelle prossime 72 ore per Roma, Rieti, Bolzano, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Torino e Bologna, il Belpaese si aggiudica un altro particolare e triste primato.

L’Italia si è infatti aggiudicata il primo posto in Europa per la più alta mortalità per caldo della stagione estiva 2022. Lo studio viene dall’ISGlobal, Istituto di Barcellona per la Salute Globale, in collaborazione con l’INSERM (Istituto Nazionale della Salute Francese) e pubblicato su Nature Medicine.

Italia maglia nera per i morti per caldo, i numeri

L’Italia, secondo lo studio, ha registrato la più alta mortalità per motivi legati al caldo durante la scorsa estate in tutto il Vecchio Continente. Nel periodo che va tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022 la conta dei decessi per caldo in termini assoluti si ferma a 61.672; di questi, 18.010 persone sono morte in Italia, Italia che ha registrato 2,28 gradi centigradi in più nel 2022 rispetto alla media storica. In questa speciale classifica, il Belpaese supera (e di molto) sia la Spagna (11.324 decessi) che la Germania (8,137).

Anche in termini di percentuale l’Italia registra la peggiore performance con quasi 300 decessi per caldo ogni milione di abitanti (per la precisione 295) che è ben lontana come cifra dalla media europea (114 decessi per milione di abitanti). In questa triste classifica l’Italia è sempre in cima al podio, ma seguita stavolta dalla Grecia (280) e poi da Spagna e Portogallo.

La ricerca spagnola / francese

Ma come si è giunti a tali numeri? Grazie al certosino lavoro dei ricercatori dei due istituti che hanno messo in fila 543 milioni di persone analizzando dati su temperatura e mortalità nel periodo che va dal 2015 al 2022 in 823 regioni di 35 Paesi europei.

Attraverso questi dati gli studiosi hanno messo su modelli epidemiologici sufficientemente avanzati per prevedere la mortalità attribuibile alla temperatura per ogni regione e settimana del periodo estivo. I risultati di fatto confermano quanto già sollevato da Eurostat che aveva rilevato un insolito picco di mortalità in alcune date dello scorso anno.

Lo studio ha inoltre rilevato un aumento della mortalità nelle fasce di età più avanzate e soprattutto nelle donne (63% più alta rispetto agli uomini). Le stime recitano 4.822 decessi tra gli under 65 anni, 9.226 decessi tra le persone di età compresa tra 65 e 79 anni e 36.848 decessi tra le persone di età superiore a 79 anni.

È stato l’anno peggiore?

Questi numeri da ecatombe fanno del 2022 l’anno peggiore per i morti per caldo? Ebbene, la risposta è no. Attualmente la stagione estiva peggiore per l’Europa resta quella del 2003 quando nel Vecchio continente sono stati registrati 70.000 decessi prematuri. Quello fu “un fenomeno eccezionalmente raro”, spiega Joan Ballester Claramunt, ricercatore di ISGlobal e primo autore dello studio. “Un anno raro – aggiunge – anche tenendo conto del riscaldamento antropogenico osservato fino a quel momento. Questa eccezionalità ha evidenziato la mancanza di piani di prevenzione e la fragilità dei sistemi sanitari nell’affrontare le emergenze legate al clima, cosa che è stata in parte affrontata negli anni successivi”.

Al contrario, le temperature del 2022 erano prevedibili, secondo l’autore della ricerca. In linea, insomma, con il pessimo scenario a cui stiamo andando incontro con il surriscaldamento globale.

In linea di massima, quindi: stiamo gestendo situazioni complesse che in passato non potevamo prevedere. Ma non per questo la situazione è da definirsi positiva. L’obiettivo a livello mondiale resta quello di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° rispetto ai livelli pre-industriali (come da Accordo di Parigi del 2015). Indicatori come quelli emersi dalla ricerca citata aiutano soprattutto a ricordarci tale urgenza.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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