Economia

Due giugno, è boom prenotazioni! Italia da tutto esaurito, ma che stangata: è aumentato tutto

Un boom da (quasi) tutto esaurito: parliamo di quattro milioni di turisti, tredici milioni di pernottamenti e circa cinque miliardi di giro d’affari complessivo. Ma come pesano gli aumenti, dalle pietanze agli alloggi, dal carburante ai biglietti, passando per libri, intrattenimento e luoghi di ritrovo.

Una vera e propria esplosione di prenotazioni inaugura il ponte del due giugno, l’occasione – data dalla Festa della Repubblica Italiana – che molti italiani (e non solo) stavano aspettando per allontanarsi dal tran tran della vita quotidiana e rilassarsi, al mare o in montagna, oppure scoprire nuovi luoghi e città d’arte.

Sono tutte d’accordo le associazioni di consumatori, che avevamo già sentito nei giorni scorsi: gli italiani in viaggio saranno circa 15 milioni, ma pesano gli aumenti che si riversano su tutto, dai soggiorni alla benzina, dai ristoranti agli ingressi in spiaggia. Vediamo nel dettaglio.

Tutti i numeri del due giugno

Il due giugno è un “ponte oltre le attese” secondo Assoturismo-Confesercenti. A partire da questa sera e fino a domenica 4 giugno il turismo accelera per il fine settimana lungo della Festa della Repubblica. In Italia, risulta prenotato il 78% delle camere disponibili online, per un totale di 6,2 milioni di presenze nelle strutture ricettive e un fatturato per consumi turistici pari a circa 800 milioni di euro.

Non è però tutto rose e fiori: nel confronto con il 2022, anno in cui il ponte del due giugno è durato ben 5 giorni, contro i 4 di quest’anno, cresce il livello di saturazione delle camere (78% contro 75%), ma diminuiscono le presenze (6,2 milioni nel 2023 contro i 7 milioni del 2022).

A conferma di tali dati, la distribuzione territoriale dell’offerta: le regioni con i tassi di occupazione più elevati sono Liguria e Lazio (89%), e Toscana e Campania (88%). Risultati decisamente positivi sono previsti anche per Lombardia, Veneto e Umbria. Recuperano le prenotazioni in Emilia-Romagna: si scontano però gli effetti dell’alluvione con una percentuale (70%) più bassa rispetto agli anni scorsi ma comunque incoraggiante per la ripresa turistica ed economica della regione.

Si segnala, comunque, negli scorsi dieci giorni, la perdita di 250mila pernottamenti, con un danno di almeno 35 milioni di euro di mancato fatturato per le strutture ricettive; a mancare soprattutto gli stranieri che in questo periodo affollavano già le spiagge della riviera romagnola.

Ma in quanto si può quantificare il flusso turistico del due giugno? Secondo CNA Turismo e Commercio, parliamo di quattro milioni di turisti, tredici milioni di pernottamenti e circa cinque miliardi di giro d’affari complessivo.

Nonostante previsioni atmosferiche tutt’altro che entusiasmanti, fra l’altro, come fa notare l’Osservatorio Turismo di ConfCommercio saranno 14,9 milioni gli italiani che approfitteranno della Festa della Repubblica per aggiudicarsi un weekend lungo, o anche qualche giorno in più, fuori casa in vacanza.

Il budget medio si aggira attorno ai 400 euro pro-capite messo a disposizione tutto compreso, il giro d’affari generato sfiorerà 6 miliardi di euro.

Due giugno, dove si è concentrata la scelta?

Per il ponte del due giugno, le località marittime e le città d’arte sono le mete preferite dal turismo, con una spiccata prevalenza nel Mezzogiorno e nelle isole principali per le località marittime e nel centro-nord per le città d’arte. Ancora una volta il turismo innovativo, e in particolare il turismo esperienziale che fa perno sulla conoscenza di artigianato e agroalimentare, dovrebbe attirare numerosi vacanzieri intenzionati a “sporcarsi le mani” per essere coinvolti in attività manuali ad alto valore aggiunto.

A prevalere saranno i turisti italiani ma la presenza degli stranieri si prevede massiccia, a dimostrazione che il ruolo attrattivo del nostro Paese dall’estero sta tornando ai livelli pre Covid se non migliorandoli. I turisti italiani ammonteranno a circa 2,5 milioni; gli stranieri a 1,5 milioni. La media dei pernottamenti degli italiani si attesterà sotto le tre notti, quella degli stranieri sotto le quattro notti.

Infatti, va però notato che la propensione a partire che gli italiani manifestano oggi è inferiore, di circa 4 punti percentuali, a quella dichiarata solo un mese fa per la stessa ricorrenza, anche per l’incertezza del meteo che potrebbe scoraggiare le partenze. E’ sorprendente notare come, nonostante la lunghezza mediamente piuttosto ridotta del viaggio pianificato – il 67% del campione starà fuori casa 1 o 2 notti al massimo – 1 Italiano su 2 abbia scelto, come destinazione, una località fuori dalla sua regione di residenza e addirittura 1 su 10 una meta estera.

Due giugno, attenzione alla stangata!

Attenzione, però: anche in occasione del ponte del due giugno il “pericolo stangata” è dietro l’angolo. La denuncia parte dall’Unione nazionale consumatori (Unc) che ha elaborato i dati Istat resi noti ieri stilando la classifica dei prezzi più lievitati nel mese di maggio.

“Rialzi molto preoccupanti in previsione delle prossime ferie estive. In un solo mese gli alberghi sono rincarati del 5,8%, andare in piscina, palestra o in uno stabilimento balneare costa già il 9,8% in più rispetto ad aprile, il record per quanto riguarda gli aumenti congiunturali. Se il buongiorno si vede dal mattino le vacanze saranno un bel guaio per le tasche degli italiani e si profila il rischio di un’estate infuocata sul fronte dei prezzi“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.

Per quanto riguarda la top ten annua delle voci legate alle vacanze, al primo posto i voli nazionali che decollano del 43,2% rispetto a maggio 2022. Medaglia d’argento per i voli internazionali che volano del 36,6%. Sul gradino più basso del podio i gelati che salgono del 22%. In quarta posizione i pacchetti turistici nazionali che si impennano del 19,2%, a differenza di quelli internazionali che sono fuori dalla classifica con un ben più contenuto +2,4%.

Al quinto posto alberghi, motel, pensioni e simili per i quali bisogna sborsare il 15,2% in più rispetto allo scorso anno. Seguono parchi di divertimento e i servizi sportivi con +10,8%, i fast food con +8,4%, i villaggi vacanze e i campeggi con +8,2%, ristoranti, bar e locali da ballo con +5,7%. Chiudono la classifica piscine, palestre, stabilimenti balneari, discoteche con +4,9%. Fuori dalla graduatoria il trasporto ferroviario passeggeri (+3,8%).

Ma a destare più preoccupazioni sono i rincari mensili. A vincere la top ten assoluta, relativi a tutti i beni e servizi, sono piscine, palestre, stabilimenti balneari e discoteche per le quali a maggio si sborsa il 9,8% in più rispetto ad aprile. Al 2° posto il noleggio mezzi di trasporto, con i prezzi che crescono del 6,2%. Medaglia di bronzo per alberghi, motel e pensioni che in un solo mese schizzano del 5,8%. Non va molto meglio per chi in vacanza vuole leggere un libro di narrativa, per i quali dovrà pagare il 5,1% in più. Segue la frutta fresca con +4,9%, prima tra i prodotti alimentari. Al sesto posto, alla faccia dell’allarme sulla natalità e sul caro bebè, gli alimenti per bambini che, invece di calare di prezzo, aumentano del 3,3% su aprile. Seguono frutti di mare surgelati, margarina e patate (+3,1% per tutte e 3). Chiude la classifica il gas naturale e gas di città (+2,9%).

Per la top ten dei rialzi annui dei prodotti alimentari (tabella n. 3), vince lo zucchero che segna un incremento del 52,6% su maggio 2022. Al 2° posto il riso con +37,1%. Sul gradino più basso del podio il latte conservato (+28,7%). Seguono olio di oliva (+24,6%), patate (+22,2%) e gelati (+22%). Al settimo posto gli alimenti per bambini che continuano tranquillamente e indisturbati a rincarare del 21,5% su base annua. Chiudono la margarina (+26,4%), lo yogurt (+19,5%) e, ultime, le bibite analcoliche (+18,5%).

Per quanto riguarda la pasta, altro prodotto che insieme ai prodotti per l’infanzia è sotto osservazione da parte del ministero, aumenta del 14% su maggio 2022 e dello 0,1% su aprile 2023 (nei dati Istat provvisori è disponibile solo la voce che include anche i preparati di pasta).

Insomma, nonostante oramai non ci sia più alcuna giustificazione per questi prezzi assurdi, la pasta non sembra ancora invertire la rotta. Una dimostrazione del fatto che in Italia le moral suasion, gli appelli buonisti e i monitoraggi non servono a nulla”, conclude Dona.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button