Impresa e Startup

Imprese: credito d’imposta beni strumentali per il 2024, cosa cambia e cosa resta invariato

La Legge di Bilancio 2024 non ha apportato modifiche al credito di imposta per investimenti in beni strumentali 4.0: in altre parole, restano in vigore i crediti di imposta destinati a sostenere le imprese che investono nella trasformazione digitale e tecnologica dei processi produttivi. Non è prevista però nessuna proroga per la Nuova Sabatini.

Un panorama frastagliato, quello relativo ai beni strumentali. Nell’anno in corso, infatti, il panorama delle agevolazioni fiscali vede alcune modifiche significative, con particolare riferimento al credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi “ordinari” e al credito di imposta per la formazione 4.0, che non sono stati rifinanziati per il 2024.

Inoltre, la prevista proroga a giugno 2024, che avrebbe esteso la possibilità di godere del credito di imposta del 40%, è stata cancellata (parliamo qui della Nuova Sabatini).

Il grande assente dalla nuova Legge di Bilancio

La Legge di Bilancio 2024 non ha apportato modifiche al credito di imposta per investimenti in beni strumentali 4.0, confermando così la disciplina in vigore. In altre parole, questo significa che le aliquote ridotte per gli investimenti in beni immateriali compresi nell’allegato B della Legge 232/2016 sono confermate, ma la proroga precedentemente prevista è stata eliminata.

Nonostante l’assenza di interventi normativi per il rifinanziamento delle agevolazioni legate al piano di Transizione 4.0, il Ministro D’Urso ha annunciato un Decreto imminente per il nuovo piano Transizione 5.0 con annesso impegno di consistenti risorse finanziarie, circa 13 miliardi di euro, provenienti dal PNRR e dal piano RePower EU, al fine di sostenere le imprese durante la transizione tecnologica.

Mentre si attendono le nuove agevolazioni 5.0, che sembrano introdurre novità significative, è però fondamentale concentrarsi sulle attuali disposizioni a disposizione delle imprese per il 2024.

Credito di imposta per beni strumentali 4.0 nel 2024

Nel corso dell’anno, restano in vigore i crediti di imposta destinati a sostenere le imprese che investono nella trasformazione digitale e tecnologica dei processi produttivi. Questi crediti sono applicabili all’acquisto di beni strumentali nuovi, sia materiali che immateriali, come specificato negli allegati A e B della Legge 232/2016.

Chi ha accesso al beneficio

Possono accedere al beneficio le imprese residenti sul territorio italiano, le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, gli esercenti arti e professioni, le imprese agricole e le imprese marittime, a condizione che siano rispettate le normative sulla sicurezza sul lavoro e che siano integralmente versati i contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

I richiedenti devono fornire documentazione che attesti che i beni acquisiti rispettino le caratteristiche tecniche previste dalla normativa e siano interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Per investimenti di valore fino a 300.000 euro, è sufficiente la dichiarazione del rappresentante legale dell’azienda; oltre questo limite, sono richiesti una perizia tecnica asseverata o un attestato di conformità da un ente di certificazione accreditato.

Le definizioni di “bene interconnesso” seguono le indicazioni della Circolare n. 4/E del 30 marzo 2017.

Credito di imposta 4.0 aliquote 2024

La misura del credito di imposta varia in base alle categorie di beni. Per i beni strumentali dell’Allegato A, le percentuali agevolative rimangono valide per il triennio 2023-2025 senza modifiche. Pertanto:

1) Beni strumentali ricompresi tra quelli di cui all’Allegato A, Legge n. 232/2016;

2) Beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati ricompresi tra quelli di cui all’Allegato B, Legge 232/2016, integrato dall’articolo 1, co. 32, Legge 205/2017.

Con riferimento agli investimenti effettuati in beni strumentali di cui alla categoria 1) le percentuali agevolative sono valide per il triennio 2023 – 2025 e il legislatore non è intervenuto con modifiche alla normativa in vigore.

Pertanto, la misura del credito di imposta viene pertanto determinata come segue:

  • Il 20% dei costi ammissibili per la quota di investimenti sino a 2,5 milioni di euro;
  • Il 10% dei costi ammissibili per la quota di investimenti tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro;
  • Il 5% dei costi ammissibili per la quota di investimenti tra 10 milioni di euro e 20 milioni di euro;
  • Il 5% dei costi ammissibili per la quota di investimenti superiore a 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro, qualora si tratti di investimenti inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione individuati con Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

In relazione agli investimenti effettuati in beni immateriali tecnologicamente avanzati (di cui all’allegato B), le aliquote scendono sia per il 2024 che per il 2025 rispetto a quelle in vigore fino al 2023 di 5 punti percentuali per ogni anno:

  • Per il 2024 la misura del credito di imposta riconosciuto scende al 15% dell’ammontare dell’investimento nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro
  • Per il 2025, fermo restando il limite massimo già indicato per il 2024, la percentuale scende al 10% del costo dei beni agevolabili.

Si ricorda che la fruizione del credito di imposta è possibile a partire dall’anno successivo all’interconnessione dei beni al sistema aziendale, con compensazione in cinque quote annuali ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali.

I tempi

Resta invariata la condizione che gli investimenti agevolabili possano essere realizzati entro il 30 giugno dell’anno successivo, a condizione che l’ordine sia stato accettato entro il 31 dicembre dell’anno in corso e siano stati pagati acconti pari almeno al 20% del costo del bene.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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