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Pari opportunità: anche per i neo papà vi è il divieto di licenziamento fino al 1° anno di vita del figlio

Con la nuova circolare, l'INPS chiarisce che le norme già previste da diversi anni per le madri, quali per l'appunto il divieto di licenziamento e il diritto di ricevere la Naspi in caso di dimissione volontarie e senza preavviso, valgono anche per i neo papà fino al primo anno di età del bambino.

Per i neo papà, così come per le neo mamme, vige il divieto di licenziamento fino al compimento del primo anno di età del figlio: un atto che sembrerebbe normale ma che, nell’Italia che si ritrova indietro in termini di congedi parentali e diritti connessi alla maternità e alla paternità rispetto al resto d’Europa, è un passo in avanti non indifferente.

Il divieto di licenziamento per i neo papà

A chiarire la situazione dei neo papà è la circolare INPS n. 32 del 20 marzo 2023, ma prima è necessario fare un passo indietro. Il decreto legislativo 105 del 2022 del governo Draghi introdusse, fra le altre cose, una nuova tipologia di congedo di paternità, obbligatorio e della durata di dieci giorni lavorativi fruibile dal padre lavoratore nell’arco temporale che va dai due mesi precedenti ai cinque successivi al parto, sia in caso di nascita che di morte perinatale del bambino.

Nel caso specifico, si tratta di un diritto autonomo e distinto spettante al padre lavoratore, accanto ai congedi di paternità cosiddetto alternativo, disciplinato dall’articolo 28 del d.lgs. n. 151 del 2001, (T.U, in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità), che spetta soltanto nei gravi casi di morte, grave infermità o abbandono del bambino da parte della madre.

Con la nuova circolare, l’INPS chiarisce che le norme già previste (per fortuna) da diversi anni per le madri, quali per l’appunto il divieto di licenziamento e il diritto di ricevere la Naspi in caso di dimissione volontarie e senza preavviso, valgono anche per i neo papà fino al primo anno di età del bambino.

La circolare, infatti, recita che

“Chi diventa papà non può essere licenziato almeno fino al primo compleanno del figlio, esattamente come è previsto per le madri. Allo stesso modo, e sempre entro lo stesso arco temporale dei 12 mesi dalla nascita del bambino, un padre può anche dimettersi dal posto di lavoro mantenendo il diritto alla NASpI e senza dover per forza rispettare i tempi tradizionali per il preavviso”.

Cosa dice il Testo Unico sulla situazione dei neo papà

Il Testo Unico in materia di maternità e paternità prevedeva già il divieto di licenziamento per le madri, dall’inizio del periodo di gravidanza e fino al primo anno del figlio. Fino alla riforma, la norma si applicava anche al padre soltanto nel caso in cui questo avesse fruito del congedo parentale alternativo, ossia quello previsto in caso di morte della madre, di abbandono del minore da parte di questa, di affidamento esclusivo al padre o di grave infermità della partoriente.

La circolare introdotta dall’INPS, di fatto, chiarisce che viene introdotto per la prima volta in Italia una nuova tutela per i neo papà: per l’appunto, il divieto di licenziamento per il padre viene esteso al nuovo congedo di paternità obbligatorio, introdotto dallo scorso Governo con l’intenzione di migliorare la conciliazione tra attività lavorativa e vita privata per entrambi i genitori.

Come effetto, dunque, la la riforma Draghi ha esteso anche al padre anche la norma per cui la madre, dall’inizio della gravidanza e fino al primo anno di vita del figlio, in caso di dimissioni volontarie – anche senza preavviso – mantiene il diritto alla NASpI. Pertanto, il chiarimento da parte dell’INPS sta a significare che il richiamo generico alla condizione di “paternità” va inteso come riferito sia ai congedi alternativi che a quelli obbligatori.

Le precisazioni interpretative dell’ente previdenziale hanno un effetto diretto sui casi di respingimento delle dimissioni avvenuti tra l’entrata in vigore della riforma e la circolare, che possono infatti essere ammessi al riesame della sede Inps territorialmente competente, su proposta del padre.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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