Ora legale da domenica 26 marzo: quanto si risparmia con le lancette un’ora avanti?
L'uso dell'ora legale è stato introdotto per la prima volta durante la prima guerra mondiale come misura di razionamento energetico, ed è stato successivamente adottato da molti Paesi in tutto il mondo. Secondo le stime, l'Italia risparmierà circa 220 milioni di euro durante i sette mesi di ora legale grazie alla riduzione del consumo di energia elettrica.
Come ogni primavera, torna l’ora legale – la convenzione italiana, ma non solo, di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi per sfruttare al meglio l’energia solare e le ore di luce della giornata – e domenica 26 marzo metteremo un’ora avanti le lancette. Ma perché lo facciamo e quanto si risparmia in effetti?
Ora legale: perché si chiama così
L’ora legale si differenzia dall’ora solare proprio perché si tratta di una convenzione: se, fra autunno e inverno siamo automaticamente regolati sull’ora rappresentata dalla luce solare, con l’ora legale invece si vuole sfruttare di più la luce (e risparmiare in termini di energia elettrica).
L’uso dell’ora legale, infatti, è stato introdotto per la prima volta durante la prima guerra mondiale come misura di razionamento energetico, ed è stato successivamente adottato da molti Paesi in tutto il mondo. Oltre al risparmio energetico, l’ora legale può anche avere effetti sulle attività commerciali, sulla salute e sul benessere delle persone, sulla sicurezza stradale e su altri aspetti della vita quotidiana. Per questo motivo, la decisione di adottare o meno l’ora legale dipende dalle specifiche esigenze e circostanze di ciascun Paese anche se è stata a lungo oggetto di dibattito e discussione.
Infatti, per alcuni Paesi, la convenzione dell’ora legale è del tutto “inutile” in termini di risparmio di energia e di benefici collettivi: ad adottarla, pertanto, in Europa ad esempio vi sono l’Italia, la Francia, la Germania, la Spagna, il Regno Unito e molti altri.
Altri, invece, hanno deciso di abolire l’ora legale: ne è un esempio la Russia, che ha abbandonato l’ora legale nel 2014, decidendo di mantenere l’ora legale permanente (e quindi di sfruttare l’ora solare tutto l’anno). Precedentemente, anche l’Uzbekistan e l’Islanda hanno abolito l’ora legale, mentre in altri Paesi può variare da regione a regione (come il caso del Messico).
Ora legale: quanto si risparmia?
Secondo le stime di Terna, l’adozione dell’ora legale in Italia, che inizierà il 26 marzo e terminerà il 29 ottobre, porterà significativi vantaggi sia in termini economici che ambientali. Per le stime della società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, l’Italia risparmierà circa 220 milioni di euro durante i sette mesi di ora legale grazie alla riduzione del consumo di energia elettrica, stimato a circa 410 milioni di kWh.
Questo si traduce in un risparmio economico per i cittadini italiani, il cui costo medio del kWh per il cliente domestico in tutela è attualmente di circa 53 centesimi di euro al lordo delle imposte.
Ma non è solo l’aspetto economico a fare della transizione all’ora legale un’opzione vantaggiosa. Terna ha stimato che la riduzione del consumo di energia elettrica comporterà anche una riduzione stimata di circa 200.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera, generando quindi un importante beneficio ambientale.
Inoltre, il minor consumo di energia elettrica dell’Italia dovuto all’ora legale dal 2004 al 2022 è stato di circa 10,9 miliardi di kWh, con un risparmio economico totale di circa 2 miliardi di euro per i cittadini. In sintesi, l’adozione dell’ora legale in Italia sembra essere una scelta vantaggiosa sia dal punto di vista economico che ambientale.