Calì (commercialisti) su bonus edilizi: “Rimodulare, non rimuovere”
Continua ancora la bagarre sui bonus edilizi: dopo lo scoppio della bolla sul superbonus e il paventato addio ai meccanismi di cessione del credito – in qualche modo poi ammorbiditi dal Governo, seppur con determinati paletti, a dire la loro questa volta sono i commercialisti della Capitale.
Giovanni Battista Calì, presidente Odcec Roma, intervenendo all’evento “I bonus edilizi e le opzioni di sconto e cessione. Tra passato da sistemare, presente da gestire e futuro da costruire”, organizzato da Eutekne con il patrocinio del Consiglio Nazionale e dell’Ordine di Roma dei Commercialisti, che si è svolto a Roma, presso il Parco dei Principi Grand Hotel & Spa, ha infatti affermato:
“In futuro i bonus edilizi andranno mantenuti, seppure con un sistema diverso. Serve una revisione completa dell’attuale meccanismo da un lato per salvare le finanze dello Stato, e dall’altro per incentivare due tipologie di interventi, quelli legati agli obiettivi “green” (fissati dall’Unione Europea) e quelli aventi natura antisismica”.
Perché salvare i bonus edilizi
Innumerevoli sono i motivi per “salvare” i bonus edilizi, ma occorre fare attenzione:
“Sugli aspetti qualitativi sono tutti d’accordo: i bonus edilizi ante DL n. 11/2023 erano un potentissimo strumento di stimolo dell’economia ma erano anche particolarmente onerosi per la finanza pubblica. Sugli aspetti quantitativi, invece, c’è grande disallineamento tra i soggetti che alimentano il dibattito. Si sentono quindi opinioni molto discordanti in merito alla quantificazione degli effetti positivi sul gettito degli incentivi e quindi sul costo netto degli stessi, così come sulla crescita del PIL e dei livelli occupazionali direttamente connessa con i bonus edilizi.
Su questi aspetti invece va fatta chiarezza, onde evitare che le scelte siano fatte su posizioni ideologiche”, evidenzia Calì, per il quale “la sensazione comunque è che in futuro andrà mantenuto per tutti gli interventi il sistema di incentivazione di base che prevede la detrazione in una serie di anni di una quota limitata del costo sostenuto.
Detta quota andrà invece aumentata e andrà consentiti lo sconto in fattura e la cessione del credito per gli interventi che consentono di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall’Unione Europea e per quelli che consentono l’adeguamento del patrimonio edilizio agli standard antisismici”.
Insomma, spiega il presidente Odcec Roma, per i bonus edilizi
“bisognerà ridefinire, sulla base di analisi quantitative oggettive che consentano di verificare la sostenibilità per le finanze pubbliche, i presupposti oggettivi e soggettivi al ricorrere dei quali si potrà passare da un meccanismo di incentivazione base ad un meccanismo di incentivazione potenziato. Andrà poi gestito il tema degli incapienti, sia per una adeguata individuazione degli stessi, sia per la definizione di meccanismi alternativi che consentano comunque di fruire degli incentivi a tali soggetti.
Nelle more bisognerà trovare il modo di smobilizzare i crediti che sono già maturati e che gli operatori non riescono a cedere. Insomma – conclude Calì – c’è moltissimo da fare e ci sembra che i bonus edilizi siano uno strumento troppo importante per poter addivenire a soluzioni semplicistiche”.