Migranti, il racconto sui social spaventa gli italiani
L'indagine Oxfam - Demopolis restituisce un ritratto di un'Italia diffidente nei confronti dei social e delle informazioni condivise, ma conferma anche che gli italiani sono "faciloni" nel ricondividere storielle al sapore di bufala.
Il 70 percento degli italiani è preoccupato dalla diffusione dell’odio sui social network, più o meno la stessa percentuale ha il timore di incappare in fake news e più di uno su due è convinto e consapevole che i livori sui social contribuiscono a creare stereotipi sugli immigrati. È il risultato tutt’altro che scontato della ricerca che Demopolis ha condotto per Oxfam Italia, la onlus impegnata nel contrasto alla povertà e alle discriminazioni, particolarmente attiva a favore dell’inclusione sociale.
L’indagine, condotta su un campione omogeneo di 4.000 intervistati, è incentrata sulla percezione che gli italiani hanno dei fenomenti migratori che interessano il Paese, anche se poi allarga il campo. Gli italiani sono preoccupati dall’aumento di gas e carburante che attualmente domina le paure dell’81% degli italiani, al 2° per il 78% sono le politiche per l’occupazione e il lavoro. L’immigrazione passa dal 3° posto in termini di priorità con il 70% nel 2019 alla 7° posizione di oggi in cui, di fronte ad altre priorità incombenti, resta centrale per poco meno di un italiano su due.
Ciò nonostante, i dati raccolti da Demopolis restituiscono il ritratto di un Paese che non vive bene il suo rapporto con i social e l’informazione. Anzi.
Italiani “faciloni” nella ricondivisione
“L’indagine fotografa una peculiare fragilità nel panorama percettivo italiano: esistono indici di una crisi di fiducia che investe – con intensità e motivazioni differenti – prevalentemente la Rete e i Social Network, ma anche i media tradizionali”.
Pietro Vento, direttore Demopolis
Il 56% degli italiani è convinto che alcuni discorsi d’odio, anche online, abbiano contribuito a creare pregiudizi contro i migranti o alcune particolari categorie di immigrati., confermando “quanto incida la penetrazione massiva della disinformazione in tema di immigrazione nella fondazione di stereotipi e meccanismi di esclusione, nonché di incitamento all’odio contro i migranti in Italia”. Oltre 8 italiani su 10 hanno intercettato notizie quali ad esempio: “L’immigrazione aumenta l’insicurezza e la criminalità” (88%) o “L’Italia ha fatto entrare molti più immigrati degli altri Paesi europei” (74%). I dati dicono altro, rispetto alle fake news: negli ultimi dieci anni, a fronte di un progressivo aumento della presenza straniera, è diminuito sia il numero assoluto di stranieri detenuti che il tasso di detenzione, che è passato dallo 0,71% del 2008 allo 0,34% del 2020; quanto alla seconda notizia, nel 2021, in Italia hanno chiesto asilo 53.610 persone (0,09 % della popolazione), contro le 65.295 della Spagna (0,14%), 120.685 della Francia (0,18% della popolazione), 190.545 della Germania (0,23% della popolazione). In 2 casi su 3 a veicolare tali notizie sono spesso esponenti politici, a confermare la voluta politicizzazione dell’argomento, ma se ne parla anche in notizie e programmi tv (56%), nonché in conversazioni spicciole fra amici, colleghi e parenti (55%), oltre che sui social network (48%)
Anche se la perplessità è forte, però, gli italiani si dimostrano “faciloni” sul tema della ricondivisione, sottovalutando probabilmente le ripercussioni di farsi ripetitore di una bufala: al 41% capita di inoltrare ad amici o conoscenti notizie che ritengono interessanti o sorprendenti (immagini o video), senza verificarne preventivamente l’attendibilità. Solo una minoranza, sostiene l’anticipazione della ricerca, è solita controllare l’esattezza di una notizia ricevuta, cercando conferma da altre fonti.
Più di uno su tre ritiene però la presenza di migranti un problema dove vive
La percezione problematica della presenza dei migranti si riduce se gli intervistati non la valutano in astratto, ma considerano l’area in cui vivono: è del 37% la porzione di cittadini che ritiene oggi l’immigrazione un problema rilevante nel proprio vissuto quotidiano, per la città o la zona in cui vivono e lavorano. Se invece si considera astrattamente “l’Italia”, la presenza di immigrati viene considerata un problema dal 48%.
Si tratta dell’11% in più, con una percezione che raggiunge il 53% nel nord del Paese e che si differenzia marcatamente in base alla collocazione politica degli intervistati. Di peculiare interesse è risultato il posizionamento del tema nella percezione dell’opinione pubblica e l’effettiva problematicità percepita del fenomeno.