Tecnologia

Il Paese è in ritardo nella trasformazione digitale. Anitec: formazione diffusa al lavoro ICT

Per formare tempestivamente su larga scala e in un arco di tempo relativamente limitato, è necessario che il ‘sistema’ faccia leva su quanto esiste, in particolare sulle scuole di impresa nelle aziende Ict dotate di un sistema di formazione aziendale professionalizzato e scalabile

Realizzare un sistema di formazione diffusa al lavoro ICT è necessaria per accelerare la trasformazione digitale del Paese: è quanto è emerso alla presentazione di ieri del Positioning Paper “La formazione delle competenze avanzate Ict: Linee guida per una Scuola diffusa” di Anitec-Assinform che contiene proposte specifiche per la progettazione e l’attuazione di un sistema di formazione diffusa al lavoro Ict, nonché indicazioni di policy a supporto della fattibilità del sistema.

Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’Ict, il gap di competenze Ict specialistiche in Italia è uno dei fattori di ritardo della trasformazione digitale del Paese. Per questo il positioning paper parte da due presupposti:

  • fare formazione al lavoro in modo rigoroso, continuo e trasversale come elemento chiave per aumentare la produttività e rendere sostenibile il sistema economico nel suo complesso;
  • formare al lavoro in ambito Ict serve al Paese per affrontare la sfida dell’innovazione tecnologica e alle imprese, per soddisfarne il crescente fabbisogno di professionisti qualificati.

La strategia per il mondo ICT

Contribuire alla definizione di strategie e azioni per sostenere la formazione delle competenze avanzate Ict è da tempo tra le priorità di Anitec-Assinform e delle imprese associate che con questa iniziativa contribuisce al progetto ‘Scuola diffusa’ del Dipartimento per la Trasformazione Digitale per ‘mettere a sistema’, su ampia scala, le iniziative di formazione delle competenze specialistiche Ict.

Elaborato in collaborazione con i professori Rossella Cappetta e Maurizio Del Conte dell’Università Bocconi di Milano, il paper analizza l’attuale sistema di formazione per le professioni Ict e contiene alcune proposte per realizzare un modello di ‘scuola diffusa’ a partire da una forte collaborazione pubblicato-privato.

In questa ottica, il progetto si propone di fornire un punto di raccordo e accesso unico alle risorse e ai percorsi per la formazione specialistica; scalare e integrare i progetti virtuosi; facilitare il rapporto con il mondo della Scuola e dell’Università – definendo percorsi di raccordo; consentire al cittadino di accedere ad un catalogo formativo Ict sempre più completo.

Per individuare le professioni Ict più richieste e le competenze a esse associate, il progetto fa leva sui dati dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, che fa riferimento alla tassonomia delle professioni Ict e-Cf 4.0 realizzata a livello europeo e utilizzata in Italia per certificare le professioni Ict stesse attraverso le norme Uni (in particolare Uni 11506 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali operanti nel settore Ict – Requisiti per la valutazione e certificazione delle conoscenze, abilità e competenze per i profili professionali Ict basati sul modello e-Cf”).

Questa tassonomia è stata raffinata, considerando anche le certificazioni sulle specifiche tecnologie che via via emergono e sono valorizzate nel mercato del lavoro. Per le 37 figure professionali Ict della tassonomia così definita, l’Osservatorio delle Competenze Digitali ha raccolto le web vacancy (per il 2018 e per il 2021).

L’ufficio studi Anitec-Assinform ha integrato questa base di dati con un’analisi degli annunci dei principali portali di annunci lavoro per le professioni Ict fino a giugno 2022 e ha selezionato gli ambiti professionali “accessibili” per i quali si stima una elevata domanda di lavoro attuale e a breve termine e per i quali è possibile predisporre percorsi di formazione di specialisti Ict di breve durata (6-12 mesi), anche dopo il diploma di scuola secondaria superiore o nel contesto di riqualificazione o aggiornamento di competenze Ict già acquisite.

Dalle complessive 89.000 web vacancy Ict circa 57.000 rappresentano opportunità di lavoro accessibili anche per professionisti ICT non laureati o con formazione informale e di queste circa 32.000 sono sul job di ‘Developer’. Le altre 25.000 web vacancy Ict sono associate a queste 15 professioni: mobile application developer, digital media specialist, systems analyst, cloud specialist, enterprise architect, test specialist, data specialist, information security specialist, database administrator, DevOps expert, network specialist, data scientist, web data scientist, information security manager, Big Data specialist.

A questa rilevante offerta di lavoro non corrisponde una altrettanto coerente domanda, né di professionisti con esperienza né di giovani in ingresso nel mercato lavorativo. Per questo Anitec-Assinform ritiene che investire in un ‘sistema’ di formazione diffusa al lavoro Ict sia utile e necessario.

La sfida dell’ICT per il futuro

Per formare tempestivamente su larga scala e in un arco di tempo relativamente limitato, è necessario che il ‘sistema’ faccia leva su quanto esiste, in particolare sulle scuole di impresa nelle aziende Ict dotate di un sistema di formazione aziendale professionalizzato e scalabile, completamente internalizzato o in partnership stabile con altri soggetti e sulle 13 fondazioni Its in ambito Ict con i loro 53 percorsi riconducibili ai job Ict più rilevanti.

Ma per assicurare un impatto diffuso delle attività già in campo, è necessario superarne la frammentazione e promuoverne il coordinamento. In particolare: opportunità di formalizzazione e di convergenza dei percorsi nei sistemi aziendali di formazione (come è avvenuto con Toyota nell’automotive e sta avvenendo con le Ict academy aziendali); opportunità di convergenza fra sistemi aziendali di formazione e sistema di istruzione tecnica (come nel modello delle fachhochschule e fachschule in Germania) e più in generale nei programmi diffusi di istruzione/formazione tecnica superiore, permanente e continua.

Su queste basi e declinando i fattori di successo di tali best practice sulla realtà nazionale, Anitec-Assinform vuole offrire tutti gli elementi per potere definire delle linee guida di progettazione e implementazione di un ‘sistema’ di formazione diffusa al lavoro Ict che abbia impatto trasversale e sia efficace nel breve periodo.

Nella proposta promossa da Anitec è necessario che gli elementi distintivi del sistema includano:

  • struttura dinamica e modulare con durata triennale, attraverso un programma strutturato per step chiari (attività di condivisione della metodologia, comunicazione, round pilota, round a regime – formazione, accompagnamento al lavoro, monitoraggio) e tempi e metodi di valutazione del raggiungimento degli obiettivi (per le imprese, per le persone, per la comunità);
  • criteri chiari di identificazione della popolazione coinvolta (non solo le imprese ma anche le persone con un focus su neet, donne e categorie fragili);
  • criteri chiari di identificazione di luoghi e attori formativi (imprese Ict e non Ict, enti, fondazioni Its); governance congiunta che faccia leva su uno steering committee per la co-progettazione (attore pubblico, parti sociali, fondazioni Its) e il monitoraggio;
  • risorse e misure di policy definite attraverso criteri oggettivi per favorire convergenza degli attori e tempestività nel raggiungimento dei risultati.

La messa a punto di questo sistema richiede un impegno dei diversi attori per assicurare il rispetto dei tempi e la piena adesione ai percorsi. In questo senso, è centrale il ruolo e l’impegno di associazioni, istituzioni, fondazioni Its e imprese nell’accelerare il processo di condivisione e di rapida definizione dei percorsi di formazione (aggiornati e coerenti con il fabbisogno) secondo standard che ne permettano poi una certificazione formalizzata.

La condivisione dei percorsi favorisce, infatti, la “portabilità” dei lavori Ict e la diffusione della formazione alla base delle certificazioni sempre più richieste dal mercato. Ancora, le associazioni di imprese e il pubblico devono operare come amplificatore e veicolatore dei percorsi formativi tra le persone. La rete dei centri per l’impiego sarà centrale per raggiungere i target più fragili, come Neet e disoccupati, così come le scuole potranno supportare con azioni di orientamento i giovani al termine del percorso scolastico.

Definire e realizzare un sistema di formazione diffusa per le competenze Ict avanzate a maggiore domanda serve alle persone per accedere a un lavoro di qualità; serve alle imprese per disporre di personale qualificato per migliorare i propri risultati; serve al Paese per investire investe così in un ambito economico ad alto impatto strategico.

Grazie alla crescita del mercato digitale in corso e alla sua più naturale convergenza verso lavori e percorsi formativi condivisi, sottolinea Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform,

“l’ambito Ict può rappresentare davvero un grande laboratorio per la costruzione nel Paese di quel sistema di formazione diffusa al lavoro che garantirebbe percorsi di apprendimento continui, permanenti e coerenti con la crescita sostenibile della comunità.

Il Bando di un miliardo di euro appena annunciato in attuazione della missione 5 del Pnrr per la formazione delle competenze digitali di base e specialistiche e per la transizione ecologica può diventare una leva efficace alla tempestiva implementazione di questo sistema per la formazione diffusa di specialisti Ict, se potrà agire come catalizzatore di progetti e attori della formazione convergenti su progetti di formazione coerenti con l’evoluzione tecnologica globale e le necessità delle nostre imprese”.

Redazione

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