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Al via il “patto tra generazioni” nella Regione Lazio per il ricambio generazionale nelle imprese

Prende il via la misura "Patto tra generazioni" nella Regione Lazio per favorire il ricambio generazionale nelle aziende: incentivi fino a 16mila euro per le nuove assunzioni

Per la seconda annualità parte il “patto tra generazioni“, l’avviso pubblico della Regione Lazio che punta a favorire il ricambio generazionale nelle imprese e favorire l’occupazione degli under 35. Il “patto tra generazioni“, infatti, riguarda l’assegnazione di incentivi economici per incrementare l’occupazione dei giovani lavoratori – mediante assunzione a tempo indeterminato, compreso l’apprendistato – in contesti aziendali in cui sono presenti lavoratori che maturano il diritto alla pensione al massimo entro 24 mesi dall’attivazione della misura.

Destinatari della misura sono giovani inoccupati o disoccupati di età compresa tra 18 e 35 anni (36 anni non compiuti), italiani o stranieri, residenti o domiciliati nel Lazio insieme a lavoratori senior prossimi al raggiungimento dei requisiti pensionistici.

Come funziona il “patto tra generazioni”?

Il “patto tra generazioni” prevede diverse modalità di incentivi per le aziende:

INCENTIVO A. La misura, compatibilmente con il regime di aiuti che l’impresa beneficiaria intende opzionare (de minimis o in esenzione), prevede un incentivo fino ad un massimo di 16.000,00 euro nell’ipotesi in cui il ricambio generazionale avvenga tra lavoratore/ lavoratrice senior a cui manca un periodo compreso tra 12 e 24 mesi utile al raggiungimento del requisito pensionistico e il/la giovane di età massima di 35 anni assunto/a con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato compreso il contratto di apprendistato, fermo restando il rispetto dei vincoli di età del giovane a seconda della tipologia del contratto di apprendistato in osservanza di quanto previsto dagli artt. 41-47 del D.lgs n. 81/2015 e s.m.i.

INCENTIVO B. L’importo dell’incentivo, sempre compatibilmente con il regime di aiuti opzionato, è calcolato fino ad un massimo di 11.000,00 euro, nell’ipotesi in cui il ricambio generazionale avvenga tra lavoratore/lavoratrice senior a cui manca un periodo massimo di 12 mesi utile al raggiungimento del requisito pensionistico e il/la giovane di età massima di 35 anni assunto/a con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato compreso il contratto di apprendistato, fermo restando il rispetto dei vincoli di età del giovane a seconda della tipologia del contratto di apprendistato in osservanza di quanto previsto dagli artt. 41- 47 del D.lgs n. 81/2015 e s.m.i.

Per ogni lavoratore/lavoratrice senior oggetto di fuoriuscita per raggiungimento del requisito pensionistico deve corrispondere almeno l’assunzione di un/a giovane, dal 01/01/2022 ed entro il 31/12/2022, così come indicato nella documentazione a supporto della domanda di partecipazione.

Il ricambio generazionale in azienda

Il “patto tra generazioni” prevede che, al fine del rispetto di un principio di proporzionalità tra chi fuoriesce e chi entra in azienda, il costo salariale lordo del lavoratore neoassunto deve essere pari almeno al 60% del costo salariale lordo del lavoratore senior.

Ove tale rapporto percentuale non possa essere rispettato, ai fini dell’ammissibilità della domanda, l’impresa deve assumere almeno due lavoratori under 35 per un lavoratore senior che lascia.

In caso di assunzione del/lla giovane con contratto part-time, l’importo dell’incentivo è rimodulato in proporzione all’orario indicato nel contratto di assunzione, considerando che l’importo massimo qui indicato per singolo incentivo viene corrisposto in presenza di orario a tempo pieno: ad una riduzione di una determinata % dell’orario di lavoro corrisponde una corrispettiva riduzione della stessa % applicata al valore dell’incentivo (ad esempio, riducendo l’orario di lavoro del 20%, si riduce l’incentivo del 20%).

L’incentivo del “patto tra generazioni” è concesso per contratti di lavoro pari almeno al 50% dell’orario di lavoro. Pertanto, non è concesso alcun incentivo nel caso di orario di lavoro inferiore al 50% del tempo pieno stabilito.

Le aziende che garantiranno almeno per 2 mesi la coesistenza in azienda tra i due lavoratori – neoassunto e senior – al fine di realizzare un percorso di trasferimento di competenze e conoscenze sul campo matureranno una priorità nell’ottenimento del finanziamento.

Il “patto tra generazioni” nella proprietà dell’impresa

Esiste, infine, un altra tipologia di incentivo nel “patto tra generazioni”: quello del passaggio generazionale nella proprietà d’impresa.

In questo caso, il “patto tra generazione” prevede 11.000,00 euro a favore dell’imprenditore/trice (in tale definizione rientrano soggetti titolari di microimprese, imprese familiari, studi professionali, botteghe storiche) a cui mancano massimo 12 mesi al raggiungimento del requisito pensionistico che cede la
proprietà d’impresa ad un imprenditore/trice, professionista o dipendente o disoccupato di età massima di 35 anni. Almeno il 60% dell’incentivo in oggetto deve essere utilizzato per spese di innovazione e digitalizzazione delle attività d’impresa.

Per questa ultima tipologia di incentivo, i subentro nell’attività da parte del giovane imprenditore
deve essere documentato tramite atto notarile. Nel caso di subentro in attività artigiane, oltre all’atto notarile, deve essere data comunicazione all’Ente Bilaterale dell’Artigianato. In caso di subentro in attività turistiche o commerciali medesima comunicazione dovrà essere inviata all’Ente Bilaterale di riferimento
(EBIT, EBTL).

Requisiti per gli incentivi

Il “patto tra generazioni” prevede che i primi due incentivi (A e B) sono condizionati:

• al mantenimento in occupazione del giovane nei 12 mesi successivi all’assunzione, fatte salve le ipotesi di dimissioni volontarie, invalidità, riduzione volontaria dell’orario di lavoro, licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo;

• al contestuale mantenimento in occupazione del lavoratore senior individuato nel progetto di ricambio generazionale fino al raggiungimento del requisito pensionistico salvo le ipotesi di dimissioni volontarie, invalidità, riduzione volontaria dell’orario di lavoro, licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo o risoluzione consensuale intervenuta nell’ambito dell’accordo territoriale o aziendale ovvero in presenza di un accordo sindacale che preveda, quale unico requisito per la conclusione della procedura ex l. 223/91, la non opposizione al licenziamento, nel caso di micro e piccole aziende, nell’ambito di una conciliazione in sede protetta previa informativa alle organizzazioni sindacali firmatarie del Patto Politiche Attive del Lavoro e della Formazione.

In ogni caso, al termine dei 12 mesi successivi all’assunzione, il saldo occupazionale aziendale ovvero relativo all’intero organico aziendale, deve essere positivo salvo le ipotesi di dimissioni volontarie, invalidità, risoluzione consensuale, riduzione volontaria dell’orario di lavoro, raggiungimento del requisito pensionistico, licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo.

La presenza presso le imprese di un saldo occupazionale positivo al termine dei 12 mesi di attuazione dell’intervento sarà oggetto di verifica da parte dell’Amministrazione regionale.

Nel “patto tra generazioni“, poi, l’ultimo incentivo è condizionato alla continuazione dell’attività d’impresa in qualunque momento successivo all’erogazione dell’incentivo e, comunque, la verifica della continuità dell’attività d’impresa per cui è stato concesso l’incentivo sarà effettuata a 12 mesi dall’atto notarile che certifica il passaggio di proprietà.

Rientrano nel “patto tra generazioni” i giovani under 35 che devono trovarsi nella condizione di lavoratori disoccupati ai sensi della normativa nazionale vigente. Lo stato di disoccupazione è attestato dalla data di rilascio della DID (Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro). Se stranieri extracomunitari, i destinatari devono essere in possesso di regolare permesso di soggiorno in corso di validità che consenta l’esercizio di un’attività lavorativa.

Con riferimento alle grandi imprese, l’incentivo può essere riconosciuto per un numero massimo di 20 nuove assunzioni. Le imprese richiedenti devono inoltre possedere i seguenti requisiti:
• avere una sede operativa ubicata sul territorio della Regione Lazio presso la quale viene assunto il lavoratore per cui viene richiesto l’incentivo;
• essere regolarmente iscritte presso il registro delle imprese della CCIAA territorialmente competente con stato attivo (solo per coloro che sono tenuti a tale adempimento ad esempio imprese, società tra professionisti ecc.);
• essere in regola con le norme in materia contributiva e previdenziale attestate nel DURC;
• garantire trattamenti non inferiori a quelli previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e territoriali, se presenti, sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale;
• essere in regola con la normativa vigente in materia di sicurezza del lavoro, assicurazioni sociali obbligatorie nonché rispettare la normativa in materia fiscale;
• essere in regola con le assunzioni previste dalla Legge 68/99 sul collocamento mirato ai disabili;
• essere regolarmente costituite secondo il proprio regime giuridico;
• essere operative alla data di presentazione della presente domanda di incentivo;
• non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione, di cessazione di attività o di concordato preventivo;
• non sussistere nei propri confronti cause di divieto, decadenza o sospensione;
• non aver effettuato nei sei mesi precedenti alla data di assunzione incentivata:
» licenziamenti individuali o plurimi, ai sensi della normativa vigente;
» licenziamenti collettivi ai sensi della normativa vigente;
» procedure di mobilità ordinarie e in deroga ai sensi della normativa vigente.

Per maggiori informazioni, si consiglia di visionare il bando sul sito dedicato.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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