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Quanto costa un figlio in Italia? La cifra esatta

C'è una stima, e la offre Bankitalia. Un figlio in Italia costa mensilmente più di 600 euro, più della metà di questa cifra è destinata ai bisogni essenziali. C'è differenza tra nord e sud Italia, ma non sull'impatto che questo numero ha sulle economie domestiche. Il punto.

C’è una cifra, precisa, che dice quanto costa un figlio in Italia. La offre Bankitalia, nella relazione annuale presentata nelle scorse ore. Questa stima è ricavata prendendo come termine di riferimento le famiglie composte da due adulti e almeno un figlio minore. Secondo la Banca d’Italia nel suo articolato rapporto ogni nucleo familiare così composto ha speso mediamente poco più di 640 euro al mese per sostenere ogni figlio.

Si consideri che, stando allo stesso rapporto, 640 euro sono circa un quarto della spesa media mensile familiare. Di questa cifra, il 60% (384 euro ca. al mese) è destinata a soddisfare i bisogni primari del minore.

Il tutto in un Paese in cui, recitano le stime preliminari dell’Istat, nel 2021 il 9,4 per cento della popolazione si trovava in condizione di povertà assoluta, il più elevato dal 2005 (anno di inizio delle rilevazioni) ad oggi. Povertà assoluta vuol dire che le famiglie che vi rientrano spendono per consumi meno di una soglia prefissata, corrispondente al costo di un paniere di beni e servizi ritenuti essenziali.

Un momento della presentazione del rapporto Bankitalia (fonte: Ufficio Stampa)
Un momento della presentazione del rapporto Bankitalia (fonte: Ufficio Stampa)

Come è calcolato quanto costa un figlio in Italia?

Per tirare fuori la cifra di quanto costa un figlio in Italia, Bankitalia ha sommato le spese relative esclusivamente ai minori (come gli alimenti per neonati o le rette scolastiche) a una quota stimata utilizzando diversi criteri di ripartizione sui consumi familiari (spese per la casa e per spostarsi).

La differenza su quanto costa un figlio tra nord e sud Italia

Come ipotizzabile, c’è una forbice tra quanto costa un figlio al centro-nord e al sud Italia.

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Il grafico incluso nel rapporto Bankitalia sul costo di un figlio

Le barre rappresentano la stima delle spese mensili effettivamente sostenute in media dalle famiglie per ciascun figlio. Le stime alla Engel indicano invece il reddito addizionale che consentirebbe a una famiglia di sostenere le spese per ciascun figlio mantenendo inalterati i consumi degli adulti. Dai grafici è evidente la differenza, legata in gran parte all’effettiva differenza del costo della vita tra Mezzogiorno e Settentrione. Ciò che invece resta più o meno simile è quanto il costo del figlio impatta nelle economie domestiche: in tal senso le differenze sono praticamente minime, secondo Bankitalia.

Come è cambiato il costo di un figlio con la pandemia?

I dati che vi riferiamo, relativi al 2021 e resi noti in queste ore, mostrano come la spesa media per mantenere un figlio. Questa spesa, comunica Bankitalia, è in effetti in linea con quanto stimato negli anni 2017, 2018 e 2019. Con la pandemia e le relative restrizioni questo costo si è abbassato sotto i 600 euro (nel 2020 era pari a 580 euro ca.), ma i motivi sono da ricercarsi essenzialmente nella contrazione generale dei consumi e a mancate spese come a.e. quella dei trasporti durante le lunghi fasi di lockdown.

L’assegno unico e universale e l’impatto che ha sulle economie famigliari

Bankitalia dedica un passaggio anche al discusso assegno unico e universale sostenendo che l’ammontare massimo dell’assegno ”sarebbe sufficiente a sostenere, a seconda dell’approccio di stima, tra un terzo e la metà circa delle spese necessarie alle famiglie nel primo quinto di reddito per mantenere un minore”.

Secondo Bankitalia l’assegno unico e universale ha “potenziato e razionalizzato il sistema di interventi in favore delle famiglie con prole, estendendolo a una platea più ampia e assorbendo le misure preesistenti” quali l’assegno di natalità, gli assegni familiari e le detrazioni fiscali per figli.

Tra gennaio e aprile, riassume Bankitalia, sono state presentate domande di assegno unico relative a 7,5 milioni di figli (circa i due terzi della popolazione fino a 21 anni); l’importo medio erogato con la prima rata di pagamento è stato di circa 145 euro mensili per figlio.

I nostri figli non vanno al nido

Il 10 percento delle donne che non lavorano e con minori di tre anni a carico sostiene di essere fuori dal mercato del lavoro proprio a causa della mancanza di servizi per i loro figli. Quello della carenza di asili nido è uno dei punti su cui si sofferma il rapporto Bankitalia dedicato ai costi di cura di un figlio, ribadendo che i fondi PNRR permetteranno di incrementare i posti nei nostri nido (228mila unità a regime). Sono un bambino su quattro sotto i 3 anni in Italia usufruisce di questi servizi, ribadisce Bankitalia: si pensi che in Francia e Spagna la stima è di un bambino su due invece.

Origine
Relazione annuale Bankitalia

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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