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Tumore al seno: il Covid ha “interrotto” la prevenzione

Il valore della prevenzione è al centro del convegno “Lo Stato dell’Arte nella Diagnostica Senologica” che si è tenuto nelle scorse ore a Napoli. Gli esami diagnostici permettono di ridurre la mortalità del 30 percento.

Negli ultimi due anni di pandemia da Covid-19, è stata registrata una significativa diminuzione, degli screening del carcinoma alla mammella; purtroppo la paura del contagio ha impedito a molte donne di fare prevenzione sottovalutando l’importanza dei controlli. È quanto si evince tra le righe del convegno: “Lo Stato dell’Arte nella Diagnostica Senologica” che si è tenuto in Villa Doria D’Angri a Napoli.

L’assoluto valore della prevenzione e della diagnosi precoce del carcinoma alla mammella, gli aspetti del percorso diagnostico multidisciplinare, chirurgico e terapeutico, il miglioramento delle tecniche chirurgiche, sempre meno invasive e la disponibilità di nuove terapie sempre più precise e personalizzate che hanno migliorato notevolmente la qualità della vita delle donne colpite dal carcinoma e, soprattutto  il ruolo essenziale della formazione e dell’informazione sono stati gli argomenti centrali dell’evento, moderato e diretto dal Carlo Varelli (Direttore della Unità Operativa Complessa di Diagnostica per Immagine dell’Istituto Diagnostico Varelli di Napoli), e organizzato dall’associazione Health in Progress di Napoli, che ha raccolto interventi di opinion leader del settore e quelli di rappresentanti di società scientifiche e di diverse associazioni.

Esami diagnostici come la tomosintesi con mezzo di contrasto, l’ecografia e la risonanza magnetica multiparametrica, consentono di scoprire la presenza di un carcinoma sul nascere ed agire tempestivamente riducendo del 30% il tasso di mortalità.

“Oggi – sottolinea il dottor Carlo Varelli – tantissime donne convivono con questa patologia oncologica e numerosissimi sono i nuovi casi diagnosticati. Ma, fortunatamente, è in aumento anche il tasso di guarigione. Studi recenti infatti sottolineano come il crescente miglioramento della sopravvivenza osservato negli ultimi dieci anni sia da attribuire alla combinazione di più fattori quali lo screening e il trattamento del tumore sia in fase iniziale che negli stadi avanzati. È quindi fondamentale intervenire con progetti che ricordino alle donne l’importanza della diagnosi precoce, potenziando campagne divulgative che incentivino l’adesione allo screening e il ricorso a stili di vita sani. L’appello che lanciamo alle donne è quello di cogliere al volo le opportunità che la senologia moderna offre loro”.

“Purtroppo ancora oggi una donna su 8 viene colpita da carcinoma mammario. Il nostro obiettivo è quello di abbattere la mortalità di questa patologia e portarla a zero individuando lesioni piccolissime”,  spiega il professor Jacopo Nori, direttore della sezione di Diagnostica Senologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze.

“Dobbiamo trasmettere alle donne l’importanza dell’approccio multidisciplinare”, gli fa eco il professor Michelino De Laurentis, direttore del dipartimento di Ricerca di nuovi Percorsi Diagnostici dell’Istituto Nazionale Tumori G. Pascale di Napoli. “La Breast Unit oggi rappresenta una potente ed efficace arma a nostro favore nella lotta contro il carcinoma della mammella”.

Redazione

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