Assegno Unico e Universale: in arrivo a marzo per 11 milioni di figli
A marzo arriverà l'Assegno Unico e Universale a circa 7 milioni di nuclei familiari, per un totale di 9,6 milioni di figli minori a carico e 1,4 milioni di figli maggiorenni con età inferiore a 21 anni.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato letteralmente i numeri sull’Assegno Unico e Universale: per il mese di marzo, il primo della nuova misura che sostituisce gli assegni per il nucleo familiare e altre misure previste per il sostegno al welfare familiare, è prevista l’erogazione dell’Assegno Unico e Universale per circa 11 milioni di figli fra bambini, ragazzi e adolescenti.
Tutti i numeri dell’Assegno Unico e Universale
Si è sempre in tempo per richiedere l’Assegno Unico e Universale: il sito dell’INPS mette a disposizione anche le proiezioni sugli importi che spetteranno alle famiglie.
I dati relativi alla nuova misura sono riportati nella ‘Relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile 2022′, in cui si ricorda che l’assegno spetta a partire dal primo marzo 2022, per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo, ed è erogato in base all’Isee del nucleo familiare.
Scatta da questo mese l’Assegno Unico e Universale che interesserà circa 7 milioni di nuclei familiari, per un totale di 9,6 milioni di figli minori a carico e 1,4 milioni di figli maggiorenni con età inferiore a 21 anni.
L’importo massimo è di 175 euro mensili per ogni figlio minore e 85 euro mensili per ogni figlio maggiorenne, che spetta a tutte le famiglie con valori di Isee inferiori a 15.000 euro. Sopra tale soglia l’importo si riduce gradualmente fino a un importo minimo che spetta per valori di Isee superiori a 40.000 euro. L’importo minimo previsto per ogni figlio varia a seconda che si tratti di un minorenne (50 euro mensili) o di un maggiorenne di età inferiore ai 21 anni (25 euro mensili) e viene erogato indipendentemente dal livello dell’Isee a tutti i nuclei con figli minori di 21 anni che ne fanno domanda.
Sono previste maggiorazioni per i nuclei numerosi e per figli con disabilità. Per ciascun figlio successivo al secondo è prevista una maggiorazione pari a 85 euro mensili, con Isee pari o inferiore a 15.000 euro che si riduce fino a 15 euro in corrispondenza di un Isee pari o superiore a 40.000 euro. La spesa di competenza su base annua sarà pari a circa 19 miliardi di euro, rivalutata negli anni successivi sulla base degli adeguamenti al costo della vita. Sottraendo i benefici già erogati per gli stessi figli ai nuclei percettori di reddito di cittadinanza, la spesa risulta essere di circa 18,4 miliardi di euro su base annua.
Le risorse arrivano dal ‘Fondo assegno universale e servizi alla famiglia’ e dal graduale superamento o soppressione delle seguenti misure: assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori; assegno di natalità; premio alla nascita; fondo di sostegno alla natalità; detrazioni fiscali per i figli a carico; assegni per il nucleo familiare. Gli obiettivi della riforma, si ricorda nel documento, ”sono favorire la natalità, sostenere la genitorialità e promuovere l’occupazione, in particolare quella femminile”.
L’Assegno Unico e Universale è riconosciuto per ciascun figlio minorenne a partire dal settimo mese di gravidanza (per i figli successivi al secondo l’importo è maggiorato, così come per le madri di età inferiore ai ventuno anni con figli minorenni). E’ previsto un assegno di importo inferiore per figli maggiorenni a carico, fino al ventunesimo anno di età, con la possibilità di corresponsione diretta al figlio. Per i figli con disabilità è prevista l’attribuzione di una maggiorazione. L’accesso al sostegno economico è vincolato al rispetto di requisiti di accesso, cittadinanza, residenza e soggiorno.
La misura, si ricorda nella relazione, ha carattere universale con beneficio economico attribuito progressivamente a tutti i nuclei familiari con figli a carico. I principi di carattere generale che dovranno essere rispettati sono: l’attribuzione dell’assegno con criteri di universalità e progressività; la modulazione in base alla condizione economica del nucleo familiare, individuata attraverso l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee); la compatibilità con il reddito di cittadinanza; l’esclusione dell’assegno per la richiesta e per il calcolo delle prestazioni in favore dei figli disabili; la ripartizione in pari misura tra i genitori; la compatibilità con altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate da altri enti territoriali.