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Industria 4.0: 6 aziende su 10 hanno continuato a investire sullo smart manufacturing in fase Covid

Il report Deloitte restituisce il quadro del tessuto aziendale italiano, in cui le aziende continuano a investire sull'asse di Industria 4.0 e iniziano a prendere piede gli ecosistemi smart

Sappiamo perfettamente, e le cronache di ogni giorno ce lo confermano, che il Covid-19 è stata una batosta enorme per la nostra economia e per l’economia delle imprese piccole, medie e grandi in Italia. Ciò nonostante, è anche vero che è stato un acceleratore obbligato di alcuni processi aziendali come la digitalizzazione e l’Internet of Things (IoT). Quindi sorprende, ma fino a un certo punto, leggere che più di 6 aziende su 10 (precisamente il 63 percento) del manifatturiero hanno continuato a investire sulla produzione intelligente: parliamo dello smart manufacturing, uno dei filoni dell’Industria 4.0.

I dati, diffusi nelle scorse ore dalla Deloitte, sono contenuti nel report “L’importanza di un approccio ecosistemico alle iniziative di Industry 4.0 – una fotografia del settore manifatturiero italiano”. In questa indagine la Deloitte ha coinvolto 850 dirigenti di aziende manifatturiere in Italia, Francia, Spagna ma anche Cina, India, Messico, Canada, Stati Uniti e Regno Unito. Il quadro che ne viene fuori conferma che “i flussi di capitale verso lo smart manufacturing” non si sono interrotti durante il periodo pandemico, anzi: gli investimenti addirittura sono in aumento. Deloitte stima che queste “6 aziende su 10” abbiano investito ben 1/3 del loro factury budget in processi di ammodernamento di Industria 4.0.

In tre aree di questo sviluppo verso l’Industra 4.0 inoltre il nostro Paese si sta distinguendo: in primis nell’automizzazione dei magazzini, a seguire nell’uso di sensori per valutare la qualità dei processi e infine per l’interconnessione dei prodotti volta – appunto – all’IoT.

Alla luce di questi numeri il Next Generation Plan europeo rappresenta uno stimolo per le riforme, ma anche la possibilità di accelerare la trasformazione digitale delle aziende manifatturiere italiane, alle prese con una sfida chiave per recuperare competitività e abilitare il paradigma della fabbrica digitale. Nella definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà centrale adottare un processo di modernizzazione strutturale attraverso una strategia organica, che porti investimenti nelle tecnologie emergenti e sostegno allo sviluppo tecnologico”

questo l’auspicio di  Andrea Muggetti, Industrial Products & Construction Sector Leader di Deloitte.

Gli ecosistemi di smart manufacturing

Un altro dato interessante emerge dal report Deloitte: 9 aziende su 10 riconoscono l’importanza di aprirsi a ecosistemi di smart manufacturing. Attraverso la rete le aziende riescono a colmare quel gap di “natura economica, finanziaria, organizzativa e tecnica” che ancora sussiste in un complesso e frastagliato tessuto di micro e piccole imprese come quello italiano. “Gli ecosistemi – spiega Muggetti – è quanto mai centrale in quanto aiutano ad ottimizzare i processi innovativi, facendo leva sia sulla ricerca condotta internamente all’azienda sia sui processi di trasferimento tecnologico con soggetti terzi, non necessariamente facenti parti della medesima filiera del valore, con cui si condividono sia obiettivi che sfide”.

Redazione

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