Commercialisti: economia eurozona, cosa cambierà nel 2022
Il consiglio e la Fondazione nazionale dei commercialisti hanno pubblicato l’informativa periodica ‘Attività Internazionale’, una analisi approfondita sulle misure economiche adottate in ambito europeo ed internazionale per contrastare la pandemia.
La Commissione europea, si legge nell’informativa
” il 24 novembre ha avviato il ciclo del semestre europeo 2022 per il coordinamento delle politiche economiche. Il pacchetto d’autunno del semestre europeo comprende l’analisi annuale della crescita sostenibile, i pareri sui documenti programmatici di bilancio (DPB) dei Paesi della zona euro per il 2022, le raccomandazioni strategiche per la zona euro e la proposta di relazione comune sull’occupazione della Commissione.
Il pacchetto si basa sulle previsioni economiche d’autunno 2021, secondo le quali l’economia europea sta passando dalla ripresa all’espansione, ma si trova ora ad affrontare alcune nuove turbolenze”.
Una fase in cui sarà di fondamentale importanza realizzare le riforme e gli investimenti giusti a preparare una crescita inclusiva, duratura e sostenibile per l’era post-pandemica.
Lo scenario dei Paesi Europei
L’analisi annuale della crescita sostenibile di quest’anno presenta un programma ambizioso per il 2022, che vede l’Unione Europea allontanarsi dalla gestione della crisi per dirigersi verso una ripresa sostenibile ed equa che rafforzi la resilienza della sua economia.
Stabilisce inoltre le modalità che permetteranno una maggiore integrazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza – il fulcro su cui è imperniato Next Generation Eu nel nuovo ciclo del semestre europeo.
In questo modo saranno garantite sinergie tra questi processi e si eviteranno inutili oneri amministrativi per gli Stati membri. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza con una dotazione di 723,8 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, svolgerà un ruolo centrale nella costruzione di un’economia resiliente imperniata sull’equità. Mediante l’integrazione delle priorità dell’Europa nel dispositivo per la ripresa e la resilienza, il semestre europeo orienterà più efficacemente gli Stati membri nella realizzazione concreta della transizione verde e digitale e nella costruzione di un’economia dell’Ue più resiliente.
Ad oggi la Commissione ha avallato 22 piani nazionali di ripresa e resilienza, tutti approvati dal Consiglio. Dall’agosto 2021 sono stati così sbloccati ed erogati prefinanziamenti per 52,3 miliardi di euro a favore di 17 Stati membri. Complessivamente i piani approvati finora dal consiglio rappresentano 291 miliardi di euro in sovvenzioni e 154 miliardi di euro in prestiti. L’attenzione si concentra ora sull’attuazione dei piani di ripresa in loco.
La riduzione dell’IVA
Il Consiglio europeo ha recentemente aggiornato l’elenco dei beni e servizi ai quali sarà possibile applicare aliquote iva ridotte, l’aggiornamento tiene conto della trasformazione digitale dell’economia e di una serie di altri aspetti, quali il vantaggio per il consumatore finale, l’interesse generale e l’eliminazione graduale degli accordi di preferenza sulle merci nocive per l’ambiente.
L’accordo, si legge nell’informativa,
garantirà che le norme dell’UE sull’IVA siano pienamente allineate alle priorità politiche comuni dell’Unione e prevede tre modalità per affrontare questi problemi:
– aggiornamento dell’elenco dei beni e dei servizi (allegato III della direttiva IVA) a cui tutti gli Stati membri possono applicare aliquote IVA ridotte. Tra le aggiunte all’elenco figurano nuovi prodotti e servizi che tutelano la salute pubblica, sono positivi per l’ambiente e sostengono la transizione digitale. Una volta che le norme saranno entrate in vigore, gli Stati membri potranno per la prima volta esentare dall’IVA alcuni beni e servizi elencati che si considerano destinati a coprire esigenze di base;
– eliminazione entro il 2030 della possibilità per gli Stati membri di applicare aliquote ridotte ed esenzioni a beni e servizi ritenuti dannosi per l’ambiente e per gli obiettivi dell’UE in materia di cambiamenti climatici;
– estensione a tutti gli Stati membri di deroghe ed esenzioni per determinati beni e servizi, attualmente in vigore per ragioni storiche solo in alcuni di essi, al fine di garantire la parità di trattamento ed evitare distorsioni della concorrenza. Le deroghe esistenti che non sono giustificate da obiettivi di politica pubblica diversi da quelli che sostengono l’azione per il clima dell’UE dovranno invece essere eliminate entro il 2032″
L’informativa si sofferma sull’entrata in vigore il 21 dicembre della direttiva sulla rendicontazione Paese per Paese, che si propone di aumentare la trasparenza delle imprese e il controllo pubblico sull’imposta sul reddito delle società, gli oneri di comunicazione previsti dalla nuova normativa riguarderanno i gruppi multinazionali con un utile consolidato complessivo superiore a 750 milioni di euro.
Nell’ambito del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, la Commissione europea ha adottato nuovi orientamenti destinati a promuovere gli investimenti per il finanziamento del rischio, uno strumento importante a cui gli Stati membri possono ricorrere per sostenere, in particolare, le start-up innovative e orientate alla crescita, le PMI e alcuni tipi di imprese a media capitalizzazione nelle prime fasi di sviluppo.
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