Innovazione

Femtech, quando il futuro della tecnologia è donna

Fino a pochi anni fa il termine Femtech, ossia female technology, letteralmente riferito alla tecnologia applicata alla salute al benessere delle donne, non esisteva. Dal 2016 però, grazie anche all’intuizione dell’imprenditrice danese Ida Tin che ha per l’appunto coniato il termine Femtech, il mercato della tecnologia “al femminile” non ha conosciuto né soste né pause, diventando in breve tempo un terreno fertilissimo per l’espansione di prodotti e servizi.

Ida Tin fu fra le prime a fornire servizi femtech: con la sua app Clue per il monitoraggio del ciclo e della fertilità diede il via a tutta una serie di osservazioni, strumenti, studi e applicativi dedicati alla donna e alle cure necessarie in determinati periodi della vita, come la gravidanza, l’allattamento o la menopausa.

Il fenomeno del FemTech si è poi evoluto, fino ad abbracciare l’intero coacervo di strumenti per la salute della donna: il sito Paginemediche ben riporta, a titolo esemplificativo, l’ecosistema delle innovazioni tecnologiche volte a digitalizzare la salute del genere femminile, spesso passata in secondo piano rispetto ad un più generale concetto di salute e benessere dell’essere umano.

Il punto è esattamente questo: con l’affermarsi della medicina di genere, definita dall’OMS come “lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona“, parallelamente anche il mercato (economico, di servizi, digitale e così via) ha iniziato ad abbracciare con consapevolezza l’esistenza di alcune specificità del target – donna.

L’innovazione, insomma, sta (anche) nel femtech.

Numeri e prospettive del femtech

I numeri del fenomeno sono incoraggianti: il settore del Femtech, che si potrebbe descrivere come l’insieme delle app e dei dispositivi pensati per semplificare i vari aspetti quotidiani della salute delle donne, attraverso software, sistemi di diagnostica e monitoraggio, prodotti e servizi che sfruttano le nuove tecnologie, in un’ottica sempre più digitale, è un mondo in crescita.

Secondo una recente ricerca condotta dalla società americana di ricerca e dati finanziari PitchBook, infatti, la crescita del comparto è così forte da aver generato, nei primi mesi del 2019, entrate globali pari a 820,6 milioni di dollari, oltre a ricevere 592 milioni di dollari in investimenti. Inoltre, la società di ricerca e consulenza strategica americana Frost & Sullivan ritiene, in uno studio reso noto lo scorso marzo 2020, che i ricavi del settore FemTech raggiungeranno 1,1 miliardi di dollari entro il 2024.

Attualmente, in Italia, sono solo alcune decine le startup attive nel mercato FemTech, il cui obiettivo principale è di offrire un’assistenza modulata sulle problematiche femminili; e una percentuale significativa – e in continuo aumento – di queste attività imprenditoriali è di proprietà e gestita da donne. Quasi a voler rimarcare che, in una sorta di sensibilità imprenditoriale volta alla sorellanza, si sta comprendendo che risolvere i problemi del mondo femminile è un settore proficuo e in fase di pieno sviluppo.

Nel resto del mondo, comunque, il femtech ha attirato l’attenzione di crowdfounder e venture capitalist: si prevedono quindi numerosi investimenti nel settore sanitario che contribuiranno alla crescita del femtech, che sarà sempre più in grado di offrire vantaggi sempre più visibili e remunerativi.

Soprattutto a ridosso della congiuntura pandemica, rendere l’assistenza sanitaria meno invasiva, più pratica e personalizzata in base alle esigenze della paziente, migliorare l’efficienza dello screening e della diagnosi alimentato da tecnologie all’avanguardia come intelligenza artificiale, big data e analisi, è una strada interessante, da seguire con attenzione, per l’evoluzione della medicina di genere e della tecnologia applicata alla stessa.

Federica Colucci

Napoletana, classe 1990, Federica Colucci è giornalista, HR e communication specialist. Già responsabile della comunicazione dell'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, ha come expertise i temi del lavoro, del welfare e del terzo settore. È l'anima e la coordinatrice di F-Mag.

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