Interviste

Italiani campioni di fake english: il metodo (e le scorciatoie) per non fare più brutte figure

“Mnemotecniche per associare ogni parola ad un’immagine e l’utilizzo di gruppi di parole simili alla nostra lingua latina che siano in grado di aiutare lo studente ad associare termini italiani con quelli inglesi, sono le due scorciatoie per lavorare sull’apprendimento dell’inglese nella vita quotidiana e che possono portare ad un netto miglioramento già dalle prime lezioni”.

L’Italia è uno degli ultimi Paesi in quanto ad apprendimento della lingua inglese. Lo conferma un recente report di EF English Proficiency Index e, sebbene gli italiani siano tra i più grandi inventori di fake english secondo il Financial Times, è grande l’amore per la lingua anglosassone. Ma vediamo nel dettaglio.

Italiani campioni di fake english

Insomma, pur amando l’inglese, ci troviamo smarriti su come iniziarne l’apprendimento. E se le sfide principali riguardano grammatica, vocabolario e abilità comunicative, potrebbe essere l’approccio generale dei nostri compatrioti verso la lingua inglese a essere problematico.

Fabio Maccagnan, poliglotta e ideatore del Metodo Toddler, il programma di apprendimento dell’inglese che sfrutta metodologie che ricalcano l’apprendimento intuitivo e veloce dei bambini, ci ha raccontato un nuovo modo di imparare l’inglese da adulti, con un focus sempre maggiore sull’intuitività. Fondato su più di 70 anni di ricerche scientifiche, questo metodo si avvale di quattro principi chiave e di due shortcuts (scorciatoie), considerati elementi essenziali per acquisire velocemente competenze in una lingua straniera.

Insomma, abbiamo il primato del fake english: come approcciarci a questa lingua?
Il nostro metodo educativo si basa su lezioni che differiscono dalle tradizionali sessioni di grammatica inglese, focalizzandosi su un unico obiettivo: rendere l’apprendimento di parlare e comprendere l’inglese il più veloce, divertente e naturale possibile.

Questo è possibile, ad esempio, grazie al primo principio chiave: il feedback. In questa fase iniziale, gli studenti non solo creano le loro prime frasi, ma ricevono tempestivi feedback da parte di madrelingua esperti, pronti a individuare gli errori e a fornire supporto per perfezionare la pronuncia. Questo momento rispecchia l’importanza dei feedback simili a quelli che un genitore dispensa durante i primi anni di apprendimento di un bambino e rende la fase di apprendimento un processo interattivo“.

E poi?
Il secondo principio cardine è insegnare parole che siano utili nella quotidianità dal giorno zero, per aiutare lo studente a creare la base già dal primo giorno di lezione. Parlare e dialogare a voce alta, invece, è l’obiettivo del terzo principio, che aiuterà lo studente ad attivare l’area di Wernicke e di Broca, ovvero aree del cervello che ci permettono di imparare un numero sempre maggiore di idiomi.

Questo principio riveste un ruolo cruciale nel potenziare le abilità di conversazione e di espressione quotidiana, seguendo l’approccio pratico dei bambini che si impegnano a parlare, anche senza conoscere regole grammaticali. Il quarto e ultimo principio, d’altro canto, incorpora la tecnica della ripetizione spaziata. Ciò comporta l’inserimento sequenziale di frasi ripetute nel corso, stimolando la mente a interiorizzarne la forma e la pronuncia in modo inconscio”.

Quanto funziona questo metodo?
“L’obiettivo del Metodo Toddler è mettere in primo piano un approccio attivo verso la lingua, riducendo al minimo l’apprendimento passivo come la visione di serie sottotitolate, la ripetizione mnemonica di liste di parole o lo studio della grammatica.

Inoltre, il Metodo sottolinea l’utilizzo di due scorciatoie di memorizzazione, che unite ai principi implementati in ogni lezione, concludono una base di apprendimento non solo intuitivo ma sempre più intelligente”

Ossia?
Mnemotecniche per associare ogni parola ad un’immagine e l’utilizzo di gruppi di parole simili alla nostra lingua latina che siano in grado di aiutare lo studente ad associare termini italiani con quelli inglesi, sono le due scorciatoie per lavorare sull’apprendimento dell’inglese nella vita quotidiana e che possono portare ad un netto miglioramento già dalle prime lezioni”.

Romolo Napolitano

Giornalista professionista dal 2011 è stato, non ancora trentenne, caporedattore dell’agenzia di informazione videogiornalistica Sicomunicazione. Ha lavorato 3 anni negli Stati Uniti in MSC. Al suo ritorno in Italia si è occupato principalmente di uffici stampa e comunicazione d'impresa. Attualmente è giornalista, copywriter e videomaker freelance. Si occupa, tra le altre cose, di tecnologie, nautica e sociale.

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